In Italia In Italia Anita Franzon

Viaggio in Sardegna: i vini del Sulcis e della Barbagia

Viaggio in Sardegna: i vini del Sulcis e della Barbagia

Continua il nostro viaggio in Sardegna. Dopo essere approdati nel nord dell’isola, nella Gallura smeraldina, preziosa come il Vermentino qui prodotto (leggi l’itinerario enoturistico per scoprire il Vermentino di Gallura), ci muoviamo verso sud, lungo la costa Occidentale, attraversando la regione storica del Campidano di Oristano, dove la Vernaccia color dell’oro restituisce in un bicchiere tutto il salmastro che ha respirato in vigna (qui trovi il nostro itinerario). Scendiamo ancora e torna il verde, quello della costa omonima. Qui i colori sono profondi, fitti, interrotti solamente dalle spettrali, perché ormai abbandonate, ma suggestive fabbriche oggi diventate archeologia industriale.

Il Parco geominerario Patrimonio Unesco

Qui tra la fine dell’Ottocento fino agli anni Settanta del secolo scorso uomini, donne e bambini erano coinvolti nell’estrazione e nella lavorazione di minerali. Il parco geominerario (in foto) è stato dichiarato patrimonio dell’Unesco e ancora si può seguire il percorso dei binari dove, oltre le dune di sabbia più alte d’Europa, i carrelli tuttora pieni di pietre – come se il tempo si fosse fermato improvvisamente – finiscono la corsa tuffandosi nel mare cristallino di Piscinas.

Su’entu, il vento soffia dalle spiagge

DoveSiamo

Vigneti di Su’entu

Dallo stesso mare giungevano i nemici: invasori che costrinsero i sardi a ritirarsi sempre più al centro dell’isola. È dunque abbandonando l’acqua salata che si trovano alcune delle testimonianze più antiche di agricoltura. Circa a metà della strada che da Oristano taglia l’interno e porta fino a Cagliari, s’incontra la cantina Su’entu, dedicata al vento che dalla costa soffia fino al centro dell’isola. Siamo a Sanluri, nell’antico territorio della Marmilla. La cantina della famiglia Pilloni si trova in località Nuraxi Pusceddu, perché in mezzo alle vigne sorge un nuraghe risalente a 3.000 anni fa, nonostante l’azienda sia nata da appena 6 anni.

Bovale: una rarità

Assume dunque ancora più importanza il lavoro della proprietà, che alle uve autoctone Vermentino, Monica, Bovale e Cannonau abbina vitigni internazionali come Chardonnay, Merlot e Syrah, non rinunciando all’innovazione. Di Bovale in tutta la Sardegna ne rimangono appena 700 ettari ed è difficile trovarlo vinificato in purezza, ma l’etichetta Su’entu ne tramanda il colore rubino impenetrabile e il gusto ricco, fruttato, complesso e caldo. Per visitare l’azienda vengono proposti 4 diversi tipi di tour che variano a seconda del tempo a disposizione del visitatore e del numero di vini in degustazione.

Santadi

Vigneti della cantina Santadi

Sulcis, terra di grandi vini

A Santadi ha sede una società cooperativa che da oltre cinquant’anni fa conoscere il Sulcis come zona vitivinicola di forte interesse. Nel 1984 la Cantina di Santadi creò il primo vino affinato in barrique dell’isola: Terre Brune, in gran parte da uve Carignano, vitigno icona della Sardegna sud-occidentale. L’azienda ha recuperato e valorizzato nel tempo numerose varietà locali tra cui Monica, Nuragus, Nasco e Bovaleddu, oltre che Cannonau, Carignano e Vermentino.

La cantina si trova a poca distanza dalle dune di Porto Pino e oltre alla terra e al clima, sono le persone ad aver creato questa realtà funzionante: anche l’enologo Giacomo Tachis prestò la sua preziosa consulenza. Ma la cantina non si è fermata ai primi successi e continua a proporre novità, come l’ultimo nato: Festa Norìa, elegante liquoroso da uve rosse autoctone, un vino da meditazione, ottimo per accompagnare i momenti di relax del viaggio tra i paesaggi sulcitani. Le visite sono possibili, ma su prenotazione.

Viaggio in Sardegna, dove il buio è sacro

viniSedilesu

Vini Sedilesu

Chi è già stato nella campagna sarda lo sa: le notti qui sono avvolte nel buio totale. Il cielo è vicinissimo, lo si sente addosso. Ecco perché il buio qui è sacro. E sotto le stelle a Sant’Anna Arresi, piccolo comune conosciuto in tutta Europa dagli amanti delle sonorità jazz per un festival ormai storico, il pubblicitario Gavino Sanna ha deciso di produrre vino. Meno Buio, Buio e BuioBuio, sono tre delle etichette prodotte nella Cantina Mesa. Tre vini a base Carignano del Sulcis, BuioBuio è il più complesso e affina 10 mesi in barrique di secondo e terzo passaggio. Uno stile inconfondibile caratterizza la forma delle bottiglie e le etichette che riprendono i motivi sull’iponente portone dell’azienda, una struttura bianca e minimalista che spicca tra il verde dei vigneti e della macchia mediterranea. La cantina si può visitare su appuntamento.

buoiSedilesuLa Barbagia culla del Cannonau

Non c’è altra terra in Sardegna isolata come la Barbagia. Isola nell’isola, qui il Cannonau è il vitigno più coltivato. Siamo in provincia di Nuoro, a Mamoiada, in una delle zone più vocate per la coltivazione di questo vitigno. Giuseppe Sedilesu acquistò trent’anni fa il primo ettaro di vigneto coltivato con l’aiuto dei tre figli. L’azienda nel corso degli anni ha mantenuto il legame familiare. Oggi gli ettari di Cannonau sono 15, tutti allevati ad alberello su terreni che hanno origine da disfacimento granitico.

I vigneti sono arati due volte l’anno e dove le pendenze sono più forti si ricorre ancora all’aratro trainato dai buoi, come da tradizione. Mamuthone è la maschera tipica del Carnevale di Mamoiada, simbolo arcaico a cui è dedicato il vino principale di Sedilesu: il Cannonau 100%. Su prenotazione, è possibile effettuare una visita ai vigneti e alla cantina con degustazione di vini e prodotti locali. Si può, inoltre, scoprire la Barbagia più nascosta tramite escursioni campestri, visite a siti archeologi, mentre tra i programmi futuri riguardanti la cantina ci sarà la ristrutturazione di un locale per uso agrituristico e la realizzazione di un piccolo museo aziendale sul vino.

Prima di tornare in continente: Argiolas

Argiolasvigne

Le vigne della cantina Argiolas

Nell’isola magica e antica, gli scavi archeologici riportano continuamente alla luce preziosi oggetti antichi come la statuetta di una Venere, o Turriga, la stessa che campeggia sull’etichetta del vino a cui presta il nome. Il 1988 fu la prima annata del Turriga che, ben presto, è diventato un nuovo idolo da venerare, il simbolo della moderna enologia sarda in Italia e all’estero. Argiolas è il nome della famiglia e della cantina che ha dato vita al nuovo corso del vino sardo, grazie all’aiuto dell’enologo Giacomo Tachis, che decise di lavorare solo su vitigni autoctoni per la produzione del Turriga: Cannonau (85%), Carignano (5%), Bovale sardo (5%) e Malvasia Nera (5%), un blend che ha portato l’azienda a essere una delle più premiate e riconosciute cantine italiane.

Dopo Tachis arriva Murru

Il lavoro iniziato da Tachis è oggi portato avanti dal suo allievo Mariano Murru, che mantiene alto l’onore di questo vino forte ed elegante, grazie al grande equilibrio di tutte le parti. L’azienda si trova a Serdiana, nell’entroterra di Cagliari e organizza diversi tipi di visite (classica, originale, top e prestige), ma offre anche la possibilità di fare un aperitivo in vigna o di partecipare a lezioni di cucina sarda nella sala degustazioni della cantina. Chi, invece, non fa in tempo a visitare l’azienda, può recuperare poco prima della partenza: ordinando un calice di vino al wine bar Argiolas all’aeroporto di Cagliari Elmas.

Dove mangiare

Agriturismo La grotta del tesoro, a Santadi (0781.95.58.93); bisogna sempre fidarsi dei consigli dati dalla gente del posto. Menu a prezzo fisso che comprende tutte le specialità sarde del territorio.

Locanda Monserrat, a Tratalias: cordialità e tipicità nel centro storico del borgo medievale con vista sulla cattedrale. La sfida del titolare, Maurizio Serra, è quella di offrire un’alta gastronomia sarda. Il pesce arriva fresco ogni giorno dai pescatori di Sant’Antioco.

Dove dormire 

Hotel Le Dune, a Piscinas

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© Riproduzione riservata - 03/07/2016

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