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Nasce Rebellis, il primo vino piwi di Gianni Tessari

26 Aprile 2018 Jessica Bordoni
Da un vignaiolo controcorrente come Gianni Tessari, non ci si poteva che aspettare un vino “ribelle”, di nome e di fatto. Al Vinitaly il produttore veronese - che oggi possiede 55 ettari di vigneti nelle aree Doc Lessini, Soave e Colli Berici - ha infatti presentato Rebellis, vino bianco Igt Veneto 2017 da uve piwi Solaris.

Rebellis è 100% uve piwi Solaris

Il Solaris è una varietà piwi, ovvero resistente alle malattie fungine, che permette di diminuire drasticamente il numero di trattamenti antiparassitari in vigna. L’ibrido Solaris è nato nel 1975 all’Istituto di Friburgo. E nel 2013 è stato iscritto nel Registro nazionale delle varietà di vite idonee alla produzione di vino.     

Un nuovo impianto nel veronese

Gianni Tessari, da sempre attento al mondo delle sperimentazioni e della ricerca, non ha perso tempo e subito nel 2013 ha deciso di realizzare il primo impianto. «Abbiamo scelto un appezzamento a 550 metri di altezza a San Giovanni Ilarione, nella Valle d’Alpone, in provincia di Verona», precisa. «Siamo in una zona relativamente nuova per la viticoltura. Il vigneto è esposto a sud-est con sistema di allevamento a pergola semplice, con rese limitate intorno ai 70 quintali».

Solo acciaio e macerazione di 7 giorni

Quanto alla vinificazione, è stato deciso di utilizzare lieviti indigeni e di lasciare il mosto a contatto con le bucce per circa 7 giorni. La fermentazione avviene in acciaio a temperatura controllata, dove il vino resta fino all’imbottigliamento. «L’interpretazione di quest’uva che proponiamo con il Rebellis è certamente solo una di quelle possibili. Ma mi è sembrata la più coerente con il modello di rottura degli schemi che avevo in mente», conclude Gianni Tessari. «Non escludo però che in futuro l’iter di produzione possa avere degli aggiustamenti, a fronte di una maggiore conoscenza della materia prima e delle sue potenzialità».

Note di degustazione

Il risultato è un bianco dal colore dorato di grande intensità. Il bouquet è giocato sulla freschezza, con sentori di fiori bianchi seguiti da spiccate note agrumate e una piacevole speziatura dolce. Al palato colpisce per la spiccata acidità e sapidità. Contrapposte però a una gradevole avvolgenza e ricchezza aromatica. Finale persistente per un vino giovanissimo che darà il meglio di sé con il passare dei mesi, ma anche degli anni. La produzione si aggira sulle 4 mila bottiglie vendute a meno di 10 euro in enoteca.

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