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Piero Mastroberardino presidente dell’Igm

Piero Mastroberardino presidente dell’Igm

L’Istituto Grandi Marchi ha un nuovo presidente: Piero Mastroberardino, eletto ieri insieme al nuovo Consiglio d’Amministrazione, mentre Piero Antinori, alla guida dell’Igm da più di dieci anni, è stato nominato presidente onorario (in foto insieme a Mastroberardino). Gli obiettivi e le attività future recheranno il segno della continuità con ciò che è stato fatto finora. Il neo-presidente, patron dell’azienda vinicola campana Mastroberardino, ha accolto la nomina dichiarandosi «orgoglioso per l’importanza delle aziende che compongono l’associazione, e al tempo stesso contento, perché in primo luogo si tratta di un gruppo di cari amici, uniti dal piacere di stare insieme e condividere cose importanti, e anche momenti di sana goliardia». E ci ha spiegato come vede il futuro dell’Igm.

La politica Igm: innovazione e lungimiranza

L’Istituto Grandi Marchi rappresenta la realizzazione di un’idea lungimirante. La sua fondazione (quando ancora non esistevano i fondi europei Ocm) ha fatto da aprifila a tante altre iniziative simili. «L’Igm ha avuto all’origine il pregio e la capacità di proiettare un messaggio nel futuro, avendo avuto ai vertici alcuni tra i più capaci e lungimiranti uomini del vino di questo Paese, Piero Antinori in testa». Oggi siamo in una seconda fase, in cui questa idea si è diffusa, è diventata la norma. L’Igm è ancora un laboratorio di idee e iniziative originali? «Sono convinto che queste persone sapranno continuare ad aprire sentieri innovativi nella promozione internazionale del vino italiano, valorizzando sempre meglio la sinergia tra storici brand familiari e prestigiosi brand territoriali», risponde il neopresidente. «Ogni incontro è l’occasione per raccogliere mille stimoli sempre nuovi. Penso di aver appreso molto in questi anni, sempre in un clima di grande collaborazione ed amicizia».

Alleanze che fanno crescere l’Italia. I Masters of Wine

Fra i meriti dell’Igm c’è quello di aver creato sinergie e alleanze d’alta qualità, anche a livello internazionale, a vantaggio di tutto il comparto. Come quella con l’Institute of Masters of Wine, che ha portato masterclass e addirittura il Symposium in Italia. «L’esperienza con i Masters of Wine è destinata a consolidarsi. Iniziative di questo tipo servono a dare il giusto spazio e merito al movimento del vino italiano, in un contesto internazionale sempre più competitivo» spiega Mastroberardino, che aggiunge: «Il nostro Paese in questo settore è caratterizzato da imprese piccole e di famiglia. Questi elementi sarebbero generalmente fattori di svantaggio nella competizione internazionale, per un problema di massa critica negli investimenti, soprattutto in comunicazione. La nostra esperienza serve a tramutare quei fattori in opportunità di successo, poiché costituiscono i caratteri distintivi di una viticoltura di alto pregio e di nobile origine, in grado di sviluppare una grande sinergia nella comunicazione del movimento del vino italiano. Il messaggio dei Grandi Marchi è sin dal principio andato, con grande senso di responsabilità, al di là dei brand familiari che hanno partecipato alla costituzione dell’Istituto».

Promozione e formazione professionale

La promozione nel mondo continua, con un fitto calendario di iniziative internazionali. «Ogni mese c’è almeno una iniziativa. La settimana prossima siamo in missione in Kazakhistan e poi in Russia e così a seguire per tutti i mesi prossimi avremo iniziative su numerosi mercati, europei ed extraeuropei. Prosegue anche l’impegno sul fronte dell’alta formazione professionale, di pari passo con attività seminariali di informazione e promozione. I dettagli saranno resi noti nelle prossime settimane, una volta che il piano operativo sarà definitivamente varato dal Consiglio appena insediato».

Diciannove brand esemplari del vino italiano

L’Istituto Grandi Marchi riunisce 19 aziende d’eccellenza del vino italiano, tutte a conduzione familiare, storicamente riconosciute per la qualità produttiva: Alois Lageder, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Antinori, Argiolas, Biondi Santi Tenuta Greppo, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido e Umani Ronchi. «Sono tanti gli amici che ameremmo avere al tavolo con noi», conclude Piero Mastroberardino, «ma abbiamo nel contempo il dovere di salvaguardare l’efficacia di funzionamento del gruppo, dunque ogni valutazione sulla dimensione e sull’articolazione di questa compagine sarà rimessa all’assemblea dei soci, che saprà valutare al meglio nei prossimi mesi». L’associazione ha celebrato il 19 novembre scorso i primi dieci anni di attività con un grande evento a Milano al Museo della Scienza e della Tecnologia.

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© Riproduzione riservata - 15/05/2015

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