Le Cantine che hanno fatto l’Italia (3): Ferrari
Anche se la sua quota di esportazione è relativamente bassa, specie in confronto a quella delle aziende prese in considerazione dalla nostra panoramica sui Pionieri del made in Italy, l’altissima qualità dei prodotti e la conseguente elevata fama che li contraddistingue da sempre nel mondo fanno del marchio Ferrari uno dei portabandiera della produzione enologica italiana. Stiamo parlando, naturalmente, di bollicine e non di automobili, anche se lo stesso nome accomuna prodotti dalle medesime caratteristiche, tanto che più volte spumanti e motori Ferrari si sono mossi in sintonia.
«In effetti c’è stato un periodo di grande collaborazione tra le nostre due aziende, soprattutto quando era ancora vivo Enzo Ferrari», ci racconta Camilla Lunelli, responsabile comunicazione e figura di spicco della famiglia proprietaria delle più famose bollicine trentine. «Zio Gino e il Drake di Maranello erano infatti molto amici, tanto che a un certo momento Enzo Ferrari avrebbe voluto entrare in società con lui. Ma poi non ne fecero niente. Comunque, per molto tempo i momenti importanti e le vittorie della Rossa sono stati festeggiati con le nostre bollicine».
Divagazione sportiva a parte, la storia di questa Cantina comincia nel 1902 ed è stata portata al successo da Giulio Ferrari, rimastone alla guida fino al 1952 quando fu acquistata da Bruno Lunelli. Che la qualità degli spumanti fosse già ottima nella prima metà del Novecento lo dimostrano i numerosi premi ottenuti in Italia e all’estero, tra cui una medaglia d’oro all’esposizione di Milano nel 1906 e un’altra a Bruxelles nel 1910. «In realtà in quel periodo», dice Camilla, «non esisteva una struttura commerciale orientata all’esportazione, ma gli ordini arrivavano direttamente dai migliori alberghi e ristoranti del mondo. Lo spumante Ferrari era infatti il più ricercato per chiudere un pranzo importante, anche a livello istituzionale, ambasciate italiane nel mondo comprese. Nel 1930, ad esempio, a un pranzo in onore di Ferdinando di Savoia, duca di Udine, dove a un tavolo di ospiti sedevano assieme nientemeno che Guglielmo Marconi ed Enrico Fermi, lo spumante Ferrari era l’unico vino in carta indicato con il
suo nome accanto ad anonimi bianchi e rossi, tra cui un Borgogna».
Anche dopo l’acquisizione da parte della famiglia Lunelli, le vendite all’estero avvenivano su richiesta dei clienti, tra i quali anche famosi ristoranti come Le Cirque di New York e tanti altri. «Per tutti gli anni Settanta-Ottanta», spiega ancora Camilla Lunelli, «l’azienda non si è concentrata molto sull’estero perché la commercializzazione in Italia andava benissimo. Proprio gli anni Ottanta hanno segnato il boom dello spumante Ferrari, tanto che eravamo costretti a chiudere gli ordini al mese di ottobre per mancanza di prodotto».
I primi mercati esteri organizzati sono stati la Germania e l’Inghilterra intorno alla metà degli anni Ottanta. Poco dopo, nel 1987, si aggiungono due altre piazze importanti come Russia e Cina. A Mosca l’occasione fu l’apertura di una Hostaria Ferrari, iniziativa simpatica ma di breve durata a causa di problemi burocratici (il Muro non era ancora caduto). «Fu comunque una esperienza positiva», chiosa Camilla, «che ci è tornata utile in seguito per riprendere i rapporti commerciali diventati oggi di rilievo. Lo stesso discorso vale per la Cina, dove il nostro spumante entrò non solo nei ristoranti degli alberghi a cinque stelle ma anche nella rinomata catena dei negozi dell’ Amicizia, unica marca occidentale insieme a Pierre Cardin».
Rimanendo in Estremo Oriente, un altro mercato di primo piano per Ferrari è il Giappone, aperto nei primi anni Novanta. A importare i suoi prodotti è la società Jet (Japan Europe Trade) della famiglia Cohen, un sodalizio che dura fin da allora. Tra i mercati new entry, a parte il ritorno in Russia, c’è soprattutto il Brasile. Quando le chiediamo se ci riferisce qualche qualche aneddoto, Camilla Lunelli si sofferma un attimo, sorride, e poi risponde: «Francamente faccio fatica a sceglierne uno: tra i personaggi politici che si sono avvicinati al nostro spumante abbiamo, tra gli altri, capi di Stato come Margaret Thatcher, Ronald Reagan, Helmuth Kohl, Franç ois Mitterrand, per non dire di Papa Giovanni Paolo II. Vertici internazionali (G8), sport (Formula1 e mondiali di Spagna 1982), spettacolo, cultura: le nostre bollicine sono sempre state presenti».
«Un ricordo personale è legato a una notte degli Oscar a Los Angeles», racconta Camilla. «Era il 2005, e ho avuto il privilegio di partecipare a un party organizzato da Elton John per festeggiare il compleanno di Liz Taylor. Ebbene, il brindisi fi nale è stato fatto con il nostro Ferrari! Un’altra volta è stato Ernest Borgnine, uno dei grandi del cinema americano, a omaggiare il nostro spumante, di cui era un grande appassionato. Sempre in occasione della festa degli Oscar, fui fotografata con la bottiglia del nostro spumante accanto a una statuetta. Borgnine la vide e volle conoscermi: fu un’accoglienza calorosa nella sua magnifi ca
villa hollywoodiana. Passando al campo della cultura, vorrei ricordare il famoso piatto disegnato da Andy Warhol, che conserviamo in azienda. Un giorno, trovandosi a pranzare in un ristorante, assaggiò il nostro spumante; gli piacque tanto che pensò di fare un disegno sul piatto, chiedendo poi al ristoratore di farcelo recapitare. Un pensiero veramente gentile».
Parlare di premi e riconoscimenti sarebbe troppo lungo, tante sono le medaglie, i punteggi e le segnalazioni riscossi dagli spumanti Ferrari in oltre un secolo di attività. Camilla tiene però a segnalarci che il Giulio Ferrari
è tra le pochissime etichette ad aver sempre ottenuto i Tre bicchieri del Gambero Rosso, e nel 2011 addirittura i Tre bicchieri plus. Inoltre, a una degustazione alla cieca di bollicine internazionali organizzata dalla rivista tedesca Weinwelt, il Giulio Ferrari è arrivato primo davanti al Dom Pérignon…
Può bastare?
1902 Giulio Ferrari fonda la Casa spumantistica che guiderà per mezzo secolo. Nel 1906 i vini vincono la medaglia d’oro all’esposizione internazionale di Milano.
1952 Bruno Lunelli acquista l’azienda che era di Giulio Ferrari.
1987 Prime esportazioni in Russia e Cina.
1990 Si aprono i primi mercati in Estremo Oriente iniziando dal Giappone.
2005 Per la notte degli Oscar, in California, lo spumante Ferrari è protagonista del ricevimento organizzato da Elton John per il compleanno di Elizabeth Taylor.
OGGI Export: 10% – Bottiglie più esportate: Ferrari Brut, Ferrari Maximum Brut, Perlé, Rosé per un totale di 500.000 bottiglie – Primi mercati: Giappone, Germania, Stati Uniti, Russia e Paesi Scandinavi.
Tag: Camilla Lunelli, Ferrari© Riproduzione riservata - 15/09/2011