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I vini del freddo all’International Cool Climate Symposium 2016

I vini del freddo all’International Cool Climate Symposium 2016

di Anastasia Roncoletta

 

Si è concluso sabato 28 maggio, a Brighton, il nono International Cool Climate Symposium. Tre giorni molto intensi hanno animato la cittadina inglese che per la prima volta ha ospitato un evento di rilevanza internazionale dedicato al vino. Gli interventi del Simposio erano suddivisi in tre grandi filoni tematici: i metodi per affrontare il cambiamento climatico in atto, l’ottimizzazione della qualità dell’uva e del vino e infine i diversi stili che si possono applicare al vino prodotto in climi freddi. Ecco una panoramica degli interventi più interessanti, tema per tema.

Come affrontare il cambiamento climatico

Nelle zone ritenute marginali per la coltivazione della vite, il cambiamento climatico in atto presenta nuove sfide per i produttori. Durante la prima giornata del Symposium si sono alternate le presentazioni delle ultime ricerche scientifiche volte ad offrire soluzioni, sia campo agronomico che enologico. Di particolare interesse è stato l’intervento del professor Cornelis Van Leeuwen, che ha delineato i problemi principali che possono incorrere: variabilità climatica, alte temperature e incremento di deficit idrico. Il professor Cornelis ha sottolineato come queste minacce non siano sempre un fattore negativo, ma possano generare la necessità di ricorrere a nuove varietà, a tecniche innovative di gestione in vigna e in cantina e a nuovi stili produttivi. Le altre sessioni si sono focalizzate sulle minacce che si stanno diffondendo per la prima volta anche nei vigneti dei territori più temperati, come muffe e malattie del tronco, e sulle sperimentazioni in atto delle nuove varietà resistenti.

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foto: Julia Claxton

Ottimizzare la qualità dell’uva e del vino

Monika Christmann, presidente dell’Oiv dal 2015, ha aperto la seconda giornata delineando i parametri che un consumatore si aspetta da un vino proveniente da climi freddi: più acidità, meno alcol, sentori di mela verde, bilanciato e fresco. I cambiamenti climatici stanno però minando queste caratteristiche; per questo l’Oiv sta implementando ricerche volte a ridurre gli effetti dell’incremento degli zuccheri, come ad esempio lo studio dei lieviti non produttivi di alcol. A seguire Oz Clarke, uno dei maggiori autori di libri sul vino, ha ammaliato i delegati con un appassionato discorso sulla storia della viticultura mondiale e inglese (non sono mancate frecciatine ai vicini francesi). Oz ha ricordato che nessuno 40 anni fa avrebbe creduto al successo del Sauvignon Blanc in Nuova Zelanda, così come nessuno 10 anni fa avrebbe scommesso sui vini inglesi. A seguire la degustazione di vini fermi made in Uk, dove lo Chardonnay 2013 di Kits Coty ha avuto il maggior numero di preferenze tra i delegati.

I diversi stili dei vini dai climi freddi

La professoressa Huiqin Ma dell’Università di Beijing ha inaugurato l’ultimo giorno con una relazione sull’importanza dello studio degli “omics”, abbreviazione con cui si raggruppano le ricerche di genomica, trascriptomica, proteomica e metabolomica. Discipline che forniscono gli strumenti per capire la trasformazione dei genomi all’interno dell’uva durante la maturazione, definendo parametri importanti per ottenere lo stile desiderato. Sul fronte dell’innovazione, sono state analizzate nuove tecniche e sistemi tradizionali utilizzati dai produttori per aggiungere qualità e caratteristiche peculiari al vino. A partire da ACE (Accentuated Cut Edges), strumento che incrementa il tasso di estrazione, molto usato per il Pinot nero in Tasmania, oppure il metodo dell’appassimento, applicato in Canada al Cabernet Franc per creare vini più corposi ed alcolici.

Do one thing and do it well

Il simposio si è concluso con l’intervento di Jamie Goode, scrittore e blogger inglese, che ha esposto le sue considerazioni conclusive sui temi affrontati durante il Simposio. Jamie ha suggerito ai viticultori inglesi di “scegliere una battaglia” e di cercare di vincerla, riferendosi alla necessità di concentrarsi al momento sui vini spumanti e non sui vini fermi. “Do one thing and do it well”: la sua provocatoria affermazione vuole stimolare i produttori inglesi a trasmettere un messaggio semplice e univoco al mercato internazionale. Al termine, è stato annunciato che il Canada sarà il Paese che ospiterà il decimo International Cool Climate Symposium. Arrivederci al 2020.

 

In foto: alcuni spumanti inglesi degustati all’International Cool Climate Wine Symposium (foto: Julia Claxton)


© Riproduzione riservata - 30/05/2016

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