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Secondine 2017, in anteprima il nuovo cru di Barbaresco Prunotto

Secondine 2017, in anteprima il nuovo cru di Barbaresco Prunotto

La storica azienda piemontese, che da 30 anni appartiene alla famiglia Antinori, sta per uscire con un nuovo cru di Barbaresco. Secondine 2017 di Prunotto è prodotto in quantità limitata. Si distingue per eleganza e tannini dolci e vellutati, sposando una filosofia produttiva orientata alla valorizzazione dei diversi vigneti.

Sarà un cru di Barbaresco la prossima novità in casa Prunotto, che uscirà a inizio primavera del prossimo anno dalla cantina di Alba (Cuneo). Ad anticiparlo è Gianluca Torrengo, il direttore ed enologo della tenuta: «Sì, è vero, si tratta del Barbaresco Secondine annata 2017. Secondine è un cru storico di Barbaresco. Situato a ridosso del paese, nella piccola valle che dal fiume Tànaro arriva a Moccagatta passando per la conca del Pajé. Questa è sempre stata una zona tra le più vocate per la produzione di Nebbiolo per il Barbaresco».

Gianluca Torrengo

Per assaggiarlo bisogna aspettare maggio 2020

Sottozona già riconosciuta da Lorenzo Fantini, autore a fine Ottocento della Monografia sulla viticoltura ed enologia nella provincia di Cuneo (1879), Secondine viene poi menzionata anche da Renato Ratti nella sua Carta del Barbaresco pubblicata nel 1984. L’origine del suo nome potrebbe dipendere da quello del proprietario, chiamato appunto Secondo, che nel corso degli anni finì col tramandarlo sia alla cascina che ai vigneti circostanti.
«Il terreno limoso e il meraviglioso anfiteatro che incornicia e protegge questo territorio», spiega Torrengo, «donano ai vigneti i requisiti perfetti per la produzione del Barbaresco che, nel nostro cru Secondine 2017, si traducono in un’interpretazione di Nebbiolo dalla spiccata eleganza caratterizzata da tannini dolci e vellutati». Prodotto in quantità limitata (meno di 10 mila bottiglie), il Secondine 2017 di Prunotto uscirà sul mercato a marzo 2020.

Da 115 anni Prunotto è fra le eccellenze piemontesi

Con i suoi 65 ettari di vigneti, frazionati in piccoli appezzamenti tra Langhe e Monferrato, Prunotto è una delle aziende vinicole emblematiche piemontesi. Una storia lunga 115 anni, la sua, che ha sempre portato avanti, pur nei cambi di proprietà succedutisi (dai Prunotto ai Colla fino agli Antinori), l’impegno a produrre vini di assoluta qualità che esaltassero il carattere delle varietà impiegate e del territorio. E se, com’è comprensibile dato l’ambiente langarolo e monferrino, l’obiettivo è sempre stato rivolto prevalentemente ai grandi vini rossi, ciò nondimeno, proprio nel rispetto delle tradizioni piemontesi, l’azienda produce anche bianchi di eccellente
livello
quali il Moscato d’Asti e l’Arneis, ai quali si uniscono un innovativo rosato e le due grappe di Barolo Bussia e Barbera d’Asti Costamiòle.

Si lavora su portinnesti e cloni

Con lo sguardo rivolto anche al futuro e all’innovazione, Prunotto svolge studi, ricerche e sperimentazioni sui vigneti senza adottare una formula prestabilita ma con una particolare attenzione rivolta all’agricoltura sostenibile e alle lavorazioni manuali. In particolare, nuovi progetti sulla scelta dei portinnesti e dei cloni che meglio si adattano ai singoli appezzamenti di vigna. Appezzamenti che coincidono con aree storiche di produzione, tra cui quelle di Bussia, Bussia Vigna del Colonnello, Costamiòle, Bansella, Bric Turot, Pian Romualdo, Occhetti e, appunto, Secondine. Se da sempre l’impegno di Prunotto è stato rivolto principalmente al lavoro in vigna, la filosofia produttiva dell’azienda ha avuto un occhio di riguardo anche allo sviluppo delle cantine e alle tecniche di affinamento.

A ogni vino la botte più adatta

Da qui la costruzione di una nuova struttura nel 1999, a fianco dello stabilimento storico del 1970, destinata alla vinificazione e all’affinamento. Il cambiamento ha interessato anche l’intera dotazione di vasi vinari, dai tini di vinificazione verticali in acciaio inox (andati a sostituire le vecchie vasche di cemento) alle botti grandi di rovere di Allier e di Slavonia, più adatte a valorizzare le potenzialità dei singoli vigneti e di ciascun
vino. Botti destinate soprattutto all’affinamento di Barolo, Barbaresco e
Nebbiolo.

La bottaia


Non solo Nebbiolo

La stessa filosofia produttiva, attenta a ogni dettaglio, e la grande passione per il vino hanno unito fin da subito (era il 1990) Prunotto alla famiglia Antinori che, in questa zona, ha voluto cimentarsi in una sfida dove esprimere la grande territorialità dei vitigni autoctoni e non. Il progetto è stato affidato fin dall’inizio alla competenza e all’entusiasmo di Albiera Antinori, figlia di Piero e presidente dell’azienda di famiglia, che ha delineato ulteriormente la personalità della Casa vinicola, rivolgendo particolare attenzione ai vigneti. In particolare, il vigneto di Bussia, uno dei più rinomati della zona del Barolo, il vigneto di Costamiòle ad Agliano, per la produzione di Nizza, e terreni a Calliano per lo studio e l’analisi di nuovi vitigni quali Albarossa e Syrah.

Albiera Antinori

A distanza di trent’anni Prunotto esprime, grazie anche alla novità del Barbaresco Secondine, il perfetto connubio tra tradizione e innovazione, anche in virtù delle più moderne tecnologie di cantina utilizzate per esprimere e interpretare le mille sfumature di questo antico territorio vitivinicolo.

Secondine 2017 dalla vigna al calice

Il cru di Barbaresco Secondine nasce da una vecchia vigna di 3 ettari e mezzo con impianti che risalgono fino a 50 anni fa. L’esposizione è a sud. Grazie a questo e alle caratteristiche del terreno, le uve che ne derivano esprimono vini con tannini molto dolci e vellutati. Qui il Nebbiolo ha una resa che non supera i 70 quintali di uva per ettaro. L’annata 2017 è la prima in assoluto che Prunotto produce ed esce in poco più di 9 mila bottiglie. L’iter produttivo si fonda su una macerazione di circa una settimana a 28-30 °C. Seguono la fermentazione malolattica e la maturazione in legno, in botti di rovere da 70 ettolitri, per 12 mesi. Dopo l’imbottigliamento il vino affina in bottiglia per almeno un altro anno. Già alla vigilia della sua messa in commercio (che avverrà a marzo 2020) il Barbaresco Secondine 2017 si presenta come un vino estremamente elegante.

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 5/2019 . Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

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© Riproduzione riservata - 13/10/2019

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