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Il Chianti Gran Selezione non piace al Chianti Rufina

Il Chianti Gran Selezione non piace al Chianti Rufina

“Le modifiche approvate dall’Assemblea del Chianti sono sostanzialmente diverse da quanto richiesto dal nostro Consorzio”. È il commento di Cesare Coda Nunziante, presidente del Consorzio Chianti Rufina. E la querelle tra Chianti e Chianti Classico si complica.

La proposta di modifica al disciplinare di produzione del Chianti Docg approvata dall’assemblea dei soci del Consorzio l’11 novembre non soddisfa le aspettative del Chianti Rufina. La nota stampa diffusa oggi dall’ente di tutela lascia trapelare il malumore per la proposta approvata dal Chianti Docg, che “contiene molti elementi di revisione e di semplificazione delle regole che il Consorzio Chianti Rufina condivide. Altri aspetti, invece, richiedono precisazioni e puntualizzazioni necessarie a chiarire quali sono i principali obiettivi e relative iniziative che il Consorzio Chianti Rufina intende attuare nell’immediato futuro”.

Il progetto “Cru di Vigna” del Chianti Rufina

La questione risale al 2015, quando il Consorzio Chianti Rufina aveva avanzato al Consorzio Chianti una proposta di modifica al disciplinare chiamato in via provvisoria “Cru di Vigna”. La tracciabilità delle uve da singola vigna è una procedura già contemplata dal disciplinare con la menzione “vigna”, ma la nuova proposta del Rufina “conteneva ulteriori elementi restrittivi mirati all’innalzamento della piramide di qualità del vino Chianti Rufina Docg e a una maggiore identificazione territoriale”, spiega il presidente Coda Nunziante. “Uno degli obiettivi era differenziare il nuovo vino dalla tipologia Riserva, percepita dai consumatori come ‘selezione di cantina’. Volevamo invece un vino che affondasse la sua eccellenza e la sua armoniosa diversità nel terreno su cui è stato piantato. Sotto questo profilo, il nostro progetto si differenzia anche dalla Gran Selezione del Consorzio Chianti Classico” (ne avevamo già parlato qui).

Cosa manca nella proposta del Chianti Gran Selezione

Veniamo a oggi. Le modifiche approvate dalla recente assemblea del Consorzio Chianti Docg riguardo alla menzione Gran Selezione, che dovrebbero rispondere anche all’esigenza mossa dal Consorzio Rufina, non soddisfano le richieste dei quest’ultimo. Manca un preciso riferimento all’obbligatorietà della menzione “vigna” (la menzione è a discrezione dei singoli), ma anche il vincolo dell’uvaggio (che nel progetto Rufina è Sangiovese al 100%) e una regolamentazione dell’affinamento in legno. Alla luce di tutto ciò, la maggioranza dei produttori del Consorzio Chianti Rufina si è dichiarata pronta a rinunciare alla tipologia Gran Selezione, ma altresì intenzionata a proseguire il suo progetto originale, distinguendo le tipologie: Chianti Rufina, Riserva e Selezione di Vigna. “Già da diverse vendemmie abbiamo tracciato i nostri migliori vigneti, ed è desiderio di tutti noi poter presentare a breve queste selezioni sul mercato nazionale ed internazionale, facendo apprezzare la qualità del Sangiovese coltivato ad altitudini più elevate”, conclude il presidente.

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© Riproduzione riservata - 22/11/2019

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