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Dal Sauvignon resistente alle e-bike. Livon pensa sostenibile

Dal Sauvignon resistente alle e-bike. Livon pensa sostenibile

Il nuovo impianto di una varietà resistente, l’applicazione della lotta integrata volontaria e la scelta di aderire ai principi della viticoltura biologica – con il supporto degli strumenti della viticoltura di precisione – segnano la svolta green di una storica azienda friulana: Livon. Il progetto nasce dall’esigenza della Cantina di realizzare una produzione sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Perché «per fare una viticoltura sostenibile non bisogna dimenticarsi della tradizione», precisa la famiglia Livon. E del fattore umano: «Diventa sempre più importante comunicare quello che si fa nel vigneto, perché dietro alla bottiglia di vino, oltre al vitigno ed al territorio, c’è anche il lavoro di numerose persone».

Lotta integrata e regime biologico nei vigneti Livon

«Come ogni attività produttiva, anche la viticoltura ha un impatto sull’ambiente. Le lavorazioni alterano la struttura del suolo e la copertura vegetale, le concimazioni ed i trattamenti antiparassitari modificano l’ecosistema del vigneto, in ogni fase della filiera produttiva si consuma energia e si emettono gas serra». I principi della lotta integrata volontaria limitano i principi attivi utilizzabili per la difesa della vite dalle fisiopatie e dagli insetti, ma anche per il diserbo. Sono applicati nelle aziende Livon e Villa Chiopris, sempre in Friuli Venezia Giulia, da tre anni. Così come nelle aziende del gruppo in Umbria (Fattoria Colsanto) e Toscana (Borgo Salcetino) si produce da tre anni a regime viticolo biologico. Usando solo prodotti naturali, senza sostanze di sintesi potenzialmente nocive per l’ambiente circostante.

La scienza aiuta i viticoltori

Un prezioso alleato nell’applicazione dei principi di sostenibilità è rappresentato dalla viticoltura di precisione, che sulla base delle analisi del terreno e degli stadi vegetativi elabora strategie per contenere l’incidenza dei parassiti e di altre problematiche in vigna. Dosando i trattamenti fertilizzanti, gli insetticidi e ricorrendo a trappole a ferormoni e cromotropiche per il controllo della popolazione degli insetti. Nel 2017, infine, Livon ha piantato il primo ettaro di vigneto di Sauvignon resistente, selezionato dall’Università di Udine in collaborazione con i Vivai Cooperativi di Rauscedo. Una varietà che consente di ridurre il numero dei trattamenti anti peronospora e oidio, fino quasi ad azzerarli.

Anche l’enoturismo è in chiave sostenibile

Per la famiglia Livon «la bottiglia di vino diventa il testimone del percorso compiuto dalla vigna al bicchiere, con un attenzione particolare nei confronti del consumatore». Ma anche l’ambiente circostante merita attenzione. Gli ultimi progetti per l’enoturismo hanno visto nascere strutture d’accoglienza perfettamente inserite nel panorama, sentieri e punti panoramici fra le proprietà aziendali. E la partecipazione a un più ampio progetto green, che coinvolge tutto il Collio, con l’installazione di alcune zone di ricarica per e-bike.

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© Riproduzione riservata - 19/02/2018

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