L’isola è come un enorme giardino botanico a cielo aperto. Tante le cultivar indigene: dal Bovale al Monica, al Nuragus, fino alle meno note Nieddera e Caddiu. La lungimiranza dei produttori che hanno investito sul patrimonio dei vitigni autoctoni in Sardegna.
La Sardegna è tra le regioni italiane a presentare il più alto tasso di biodiversità ampelografica. Si poteva pensare che Toscana e Campania fossero irraggiungibili da questo punto di vista, ma l’isola ha in parte smentito questo pregiudizio, offrendo un’enorme varietà ampelografica. Ciò ha condotto giocoforza a una selezione, da parte nostra, dei vitigni autoctoni sardi di cui qui parleremo, a discapito di altre che avrebbero meritato un loro spazio, come il rarissimo Girò, il Semidano, la Malvasia di Sardegna e altre ancora.
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