In Italia In Italia Jessica Bordoni

Vini Ognissole: il Rinascimento pugliese dalle Murge a Gioia del Colle

Vini Ognissole: il Rinascimento pugliese dalle Murge a Gioia del Colle

“L’intera Puglia è terra di passaggio di venti e di nuvole che galoppano tra mare e mare. La vite, l’olivo e il mandorlo sono le piante della Puglia, e anche la sua principale ricchezza”. Così scriveva a metà degli anni Sessanta il giornalista e romanziere Guido Piovene nel suo celebre Viaggio in Italia, incantato dalle meraviglie del Tacco dello Stivale. Negli ultimi decenni, finalmente, la grandezza enologica regionale è stata riconosciuta anche sul piano della qualità e molte aziende si sono distinte a livello internazionale. Tra le Cantine protagoniste del Rinascimento pugliese c’è Ognissole, realtà dal nome evocativo che fa capo al Gruppo Feudi di San Gregorio, di proprietà della famiglia Capaldo.

Il significato del nome e del logo Ognissole

«Il termine, di origine greca, è citato in un poema di Leonida da Taranto del III sec. a.C. e sottolinea come queste terre siano illuminate da “ogni sole” per gran parte della giornata», spiega Matteo Santoiemma, direttore della tenuta. «L’astro maggiore, insieme al mare, rappresenta un elemento imprescindibile per la viticoltura pugliese, regalando ricchezza e carattere ai nostri grappoli. Quanto al logo, si tratta della rilettura di un mosaico rinvenuto in una domus del III-II sec. a.C., attualmente conservato nel Museo Nazionale Archeologico di Taranto».

 

Marco Santoiemma, direttore di Ognissole

 

Due comprensori di riferimento

Il progetto aziendale di Ognissole, avviato ufficialmente nei primi anni Duemila, si propone di valorizzare le principali uve autoctone regionali in una collezione di sette etichette profondamente legate al terroir, capaci di esprimere l’identità del territorio nel rispetto e nella salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente. Due i bacini produttivi: 25 ettari vitiati nelle Murge a Canosa di Puglia, dove si trova la tenuta Cefalicchio, condotta in regime biodinamico, e altri 14 sull’altopiano di Gioia del Colle, frutto di una recente acquisizione, con vigne allevate in biologico. Accanto al direttore Matteo Santoiemma c’è un team di eccezione: il responsabile tecnico di Feudi di San Gregorio Pierpaolo Sirch e il consulente agronomico ed enologico Luca d’Attoma, esperto in pratiche biodinamiche.

Ognissole nelle Murge

I vigneti della Tenuta Cefalicchio si trovano nell’Alta Murgia, all’interno del comprensorio della Doc Castel del Monte. Siamo in collina, tra i 200 e i 500 metri di altezza e il terreno è contraddistinto da distese sassose, tratturi, bassa vegetazione spontanea, pascoli e grandi distese di foraggi. In tutto 36 ettari di cui 25 a vigneto inerbito dove crescono una trentina di specie erbacee spontanee. Il Nero di Troia occupa circa 12 ettari, ma non mancano la varietà a bacca bianca come Moscato, Bombino bianco e Chardonnay. La conversione biodinamica (con certificazione Demeter) è stata avviata nel 1992, tra le prime aziende del Centrosud Italia.

 

I vigneti di Ognissole

 

Ognissole a Gioia del Colle

A Gioia del Colle l’altitudine sfiora invece i 400 metri, su un altopiano molto ventoso, soprattutto d’estate. Il mare, anzi i due mari, lo Jonio e l’Adriatico, sono a circa 40 chilometri. Qui il terreno è rosso, di natura calcarea e ricco di minerali a partire dal ferro. I vigneti ad alberello, per la quasi totalità a Primitivo, sono stati piantati nel Duemila con un’intensità di 4 mila piante per ettaro. L’appezzamento è attorniato dai classici “parieti”, i muretti a secco tipici della zona composti da pietre bianche tolte alla terra nel momento dell’impianto, e da querce, lecci, mandorli e ciliegi.

Sette vini da assaggiare

La gamma si compone di sette etichette dai nomi fortemente evocativi, suddivise nelle linee Eccellenze (in bottiglia borgognotta) e Selezioni (bordolese). Ecco qualche nota di vinificazione e degustazione per ciascuna di loro.

 

Anfore di terracotta in cantina

 

Jalal, Puglia Igt 2017

Il nome è un omaggio al mistico persiano Jalal ad- Din Rumi. Si tratta di un Moscato reale in purezza dai vigneti della Tenuta Cefalicchio a ridosso delle colline dell’Alta Murgia. Dopo la vendemmia manuale in piccole cassette, le uve selezionate vengono raffreddate e diraspate con pressatura soffice dei grappoli. Segue l’illimpidimento a freddo del mosto e l’avvio spontaneo della fermentazione con lieviti indigeni. La fermentazione avviene in acciaio tra i 16-18 °C per 15 giorni, poi il vino affina in acciaio per 7 mesi con frequenti batonnage. Di colore giallo paglierino brillante, ha un bouquet di frutta a polpa bianca bianca, biancospino, erbe aromatiche. La nota alcolica è sorretta da una bella acidità. Meno di 2000 bottiglie per un vino equilibrato e di raffinata aromaticità.

Pietraria, Castel del Monte Doc 2017

Blend di Bombino bianco (60%) e Chardonnay (40%) dai vigneti della Tenuta Cefalicchio. Il nome sottolinea le caratteristiche del terreno: calcareo, tufaceo di natura alluvionale. Dopo la vendemmia manuale in piccole cassette, le uve selezionate sono raffreddate e diraspate con pressatura soffice dei grappoli. Segue l’illimpidimento a freddo del mosto ottenuto e l’avvio spontaneo della fermentazione con lieviti indigeni. La fermentazione avviene in acciaio a 16-18 °C per 15 giorni, poi il vino affina in acciaio per 7 mesi con frequenti batonnage. Di colore giallo paglierino, ha profumi intensi e complessi di frutta gialla, agrumi, nocciole e note di idrocarburo. In bocca è morbido e caldo, piacevolmente sapido e molto persistente.

Pontelama, Castel del Monte Rosato Dop

Rosato da uve Nero di Troia in purezza dall’Alta Murgia. Dopo la vendemmia manuale in piccole cassette, le uve selezionate vengono raffreddate e poi diraspate con pressatura soffice dei grappoli. Segue l’illimpidimento a freddo del mosto ottenuto e l’avvio spontaneo della fermentazione con lieviti indigeni. Il mosto viene diviso in partite fermentate in tre diversi contenitori: anfore di terracotta, serbatoi in cemento e serbatoi in acciaio ad una temperatura di 16-18 °C per 15 giorni. L’affinamento avviene negli stessi contenitori per 7 mesi. Di colore rosa corallo, si distingue per i delicati sentori di marasca e amarena. Il sorso è vellutato, piacevolmente tannico, di straordinaria freschezza e lunghezza.

Brecciato, Castel del Monte Doc 2017

Da uve Nero di Troia e Montepulciano dai vigneti di Canosa di Puglia. Il nome rievoca il brecciato o breccia corallina, ovvero il marmo rossastro impiegato per il portale del celebre maniero di Federico II. Vendemmia manuale in piccole cassette con attenta selezione dei grappoli, diraspatura e ulteriore selezione su tavolo di cernita. La fermentazione prende avvio spontaneamente grazie ai lieviti indigeni. Poi lunga macerazione delle bucce con frequenti rimontaggi e controllo della temperatura a 26° C. Segue una pressatura soffice delle vinacce e l’affinamento in contenitori di acciaio. Rosso rubino intenso con tenui sfumature violacee. Al naso convince con i suoi avvolgenti sentori di marasca, ciliegia matura e macchia mediterranea. In bocca il tannino è vellutato, di grande equilibrio.

Romanico, Castel del Monte Doc 2015

Nero di Troia 100% dai migliori grappoli dei vigneti a Canosa di Puglia. Vendemmia manuale in piccole cassette con attenta selezione dei grappoli, diraspatura e ulteriore selezione sul tavolo di cernita. La fermentazione prende avvio spontaneamente grazie ai lieviti indigeni. La macerazione è piuttosto lunga con frequenti rimontaggi e controllo della temperatura a 26 °C. Di colore rosso rubino intenso con riflessi aranciati. Il bouquet spazia dalla frutta a bacca rossa matura a spezie dolci, chin e liquirizia. Un rosso dotato di eleganza e finezza, perfettamente bilanciato e lunghissimo.

Essentia Loci, Primitivo di Manduria Doc 2015

Le uve di Primitivo sono allevate nella storica proprietà nell’areale di Manduria, da alberelli centenari. Dopo la diraspatura e pressatura soffice, la macerazione si svolge per almeno 20 giorni durante i quali il mosto completa la fermentazione alcolica entro i 27 °C. Il vino è poi trasferito in barrique dove rimane per almeno 12 mesi prima di essere messo in bottiglia. Di colore rosso intenso, ha un bouquet speziato con sentori di piccoli frutti rossi. Bocca elegante ed armonica con tannini vellutati e notevole struttura.

Primitivo Gioia del Colle Doc 2016

Assaggiato in anteprima, sarà disponibile con la prima annata a partire da ottobre 2018. Le uve crescono nella tenuta biologica di Gioia del Colle. Dopo la raccolta manuale, raffreddamento e vinificazione in serbatoi di acciaio termo condizionati. La macerazione dura circa 8-10 giorni a una temperatura non superiore ai 26 °C e la fermentazione malolattica è completata entro l’inizio dell’inverno. Successivamente, il vino viene ulteriormente affinato in acciaio per circa 3 mesi e, dopo l’imbottigliamento, rimane in bottiglia per due mesi prima di essere messo in commercio. Note fruttate di mora e ciliegia seguite da una speziatura dolce. Al palato è caldo, vellutato, ma insieme dotato di una grande freschezza. Dal grande potenziale di invecchiamento.

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© Riproduzione riservata - 26/07/2018

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