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Tre produttori per un autoctono: Nosiola, eclettica e versatile

23 Agosto 2018 Roger Sesto

Di etimo incerto, forse dovuto ai suoi profumi di nocciola tostata, la Nosiola è presente in Trentino sin dai tempi del Concilio di Trento, e dà il meglio di sé nella valle dei Laghi (in foto). Dà vita a bianchi secchi semiaromatici, ma anche al Vino Santo Trentino. Noti interpreti di quest’uva sono Marco Donati di Mezzocorona, Elisabetta Foradori di Mezzolombardo e Cesconi di Pressano.

Le vigne di Donati accarezzate dall’Ora

Racconta Donati: «Le nostre vigne ultraventenni si trovano nella valle dei Laghi, a 450 metri, ben soleggiate, esposte a sud-ovest e allevate a Guyot. Il clima risente dell’influenza dell’Ora (il vento del lago di Garda), di grande aiuto per maturazione e sanità delle uve; la mineralità dei suoli completa il quadro, a beneficio di un vino, il nostro Sole Alto, dai complessi sentori fruttati e dal gusto sapido, minerale, con finale nocciolato. Un nettare gradevole e versatile, bevibile da giovane ma atto a buon invecchiamento».

 

Grappolo di Nosiola

 

La Nosiola in anfora di Elisabetta Foradori

Sottolinea Elisabetta Foradori: «La Nosiola è l’unica varietà a bacca bianca esclusivamente trentina. Assai diffusa fino al 1950, oggi sono rimasti meno di 50 ettari. Dalla bassa resa alcolica, è sensibile al marciume. L’abbiamo riscoperta degustando una vecchia Nosiola macerata degli anni Settanta. Grazie al progetto avviato nel 2007 a Fontanasanta, sopra Trento, ereditata una vecchia pergola oggi gestita in regime biodinamico, vista la sua delicatezza e la sua scarsa aromaticità abbiamo deciso di vinificarla con le bucce. La tinaja – anfora spagnola d’argilla – è il contenitore ideale, consentendo una micro ossigenazione senza apporto di aromi. Gli 8 mesi di macerazione consentono di mostrare le sue grandi potenzialità: nella buccia risiede l’identità del frutto, quindi parte essenziale di ogni fermentazione». Così nasce l’iconica Nosiola Fontanasanta.

Longeva e delicata la versione di Cesconi

Sulla collina di Pressano i fratelli Cesconi allevano Nosiola a 500 m, con esposizione ovest e piante di 30 anni a pergola semplice. Una parte delle uve viene diraspata e macerata per 4-5 giorni, quindi la frazione di mosto in fermentazione che ne deriva viene unita a quella ottenuta dalla consueta pressatura in bianco delle uve; la fermentazione prosegue in inox e botti di acacia, capaci di far evolvere la Nosiola senza snaturarne il delicato carattere. Infine, il vino rimane sur lies per 9 mesi. Il risultato è una Nosiola capace di sfidare gli anni.

Per conoscere gli altri autoctoni del Trentino Alto Adige clicca qui

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