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Terre di Pisa, la visione di tre protagonisti impegnati nella crescita della Denominazione

Terre di Pisa, la visione di tre protagonisti impegnati nella crescita della Denominazione

Questa giovane Doc toscana può contare su un piccolo gruppo di produttori dinamici e coesi, che puntano a far crescere la reputazione del brand consortile, aumentando la produzione rivendicata e le vendite in Italia e all’estero. Le interpretazioni di Badia di Morrona, Fattoria Uccelliera e Marina Romin

Continua il nostro approfondimento sulla Doc Terre di Pisa, ovvero è la più giovane denominazione della Toscana, nata nell’ottobre del 2011. Nella scorsa puntata abbiamo riportato i numeri di produzione, le novità del disciplinare e le principali iniziative che il Consorzio di tutela sta organizzando per promuovere il territorio. Qui il racconto si concentra sulle aziende e sulle loro interpretazioni. Abbiamo selezionato tre realtà di primo piano, che ci aiutano a comprendere le caratteristiche dei vini della Denominazione e gli obiettivi di chi vuole farla crescere.

La panoramica delle Case vinicole consorziate

Le Cantine attualmente consorziate sono 19 (da ovest a est: I Giusti & Zanza, Fattoria Uccelliera, Podere Spazzavento, Badia di Morrona, Castelvecchio, Fattoria di Fibbiano, Podere La Chiesa, Marina Romin, Vallorsi, Tenuta di Ghizzano, Le Palaie, Villa Cosmiana, Podere Borgaruccio, Usiglian del Vescovo, Fattoria Villa Saletta, Varramista, Cupelli Spumanti, Podere Pellicciano, Pietro Beconcini).
Le aziende storiche hanno cercato nel tempo una propria strada espressiva soprattutto attraverso l’Igt Toscana. La sfida sarà proprio quella di capire se nei prossimi anni i produttori imbottiglieranno maggiormente a Doc, investendo nel brand territoriale pisano con la consapevolezza che la denominazione potrebbe essere un vero valore aggiunto.

Il progetto della famiglia Gaslini Alberti

Badia di Morrona è una realtà storica del territorio. Una prima parte dell’abbazia risalente all’anno Mille è stata acquistata dalla famiglia Gaslini Alberti nel 1939, la seconda verso la fine degli anni Settanta. L’azienda si sviluppa su 100 ettari vitati, è strutturata per l’ospitalità con circa 100 posti letto e comprende un ristorante. La famiglia di origine genovese fu tra le prime a produrre Sangiovese nell’areale, vino che è il più rappresentativo in azienda (circa il 60%). La produzione totale è di 500.000 bottiglie, esportate al 35% e distribuite all’80% in Horeca e 20% in Gdo. Vignaalta è un Sangiovese frutto di una selezione di uve della vigna più alta aziendale, un cru ad un’altitudine di 250 metri su terreni argillosi e ricchi di fossili.

Valorizzare Pisa e le differenze

La prima etichetta venne prodotta nel 1994. Vignaalta, Terre di Pisa Doc 2021 è un bell’esempio di Sangiovese fresco, equilibrato, dinamico nel sorso che si sviluppa con piacevolezza, mostrando anche temperamento. Lorenzo Gaslini Alberti, giovane di 27 anni (operativo anche nel consiglio di amministrazione del Consorzio) quarta generazione, segue i mercati esteri per l’azienda di famiglia: «Penso che dovremmo intensificare i rapporti con Pisa, che ha un potenziale immenso. E poi comunicare le nostre diversità, che sono un punto di forza. Crediamo nella denominazione, ci sarebbe anche l’intento futuro di aumentarne la rivendicazione».

La prospettiva di Fattoria Uccelliera

Altra azienda di riferimento della Doc è Fattoria Uccelliera, fondata negli anni Sessanta dalla famiglia Bulleri. L’azienda si estende su 12 ettari e produce circa 80.000 bottiglie, esportate al 35% e vendute in Italia solo nel canale Horeca e a privati. «Questa Doc dà un cognome alla nostra terra, identificando una diretta connessione con Pisa e la Toscana», spiega Tiziana Sana Bulleri. «Siamo un gruppo di produttori compatti, pochi, ma che stanno andando nella stessa direzione. Il lavoro da fare è molto, dobbiamo produrre di più, espanderci all’estero, far crescere la reputazione del brand consortile. Ci vorrà tempo, ma già la modifica al disciplinare va nell’interesse dello sviluppo commerciale».
Il Sangiovese è il vitigno bandiera anche di questa azienda, di cui abbiamo assaggiato il Terre di Pisa Rosso Doc 2022 (90% Sangiovese, 10% Alicante bouschet), balsamico e intenso, con una materia profonda ma ancora giovane, che saprà distendersi nel tempo e mostrarci le sue doti di longevità.

Il bio ante litteram di Marina Romin

Marina Romin è l’azienda più giovane, che inizia ad imbottigliare nel 2021. In realtà Romin acquista una realtà esistente dal 1973, Sorelle Palazzi, in biologico ante litteram. Dieci ettari, 30.000 bottiglie esportate al 30% e vendute nel solo canale Horeca. «Abbiamo trovato un luogo che sentivamo nostro e poi abbiamo scoperto una comunità con un forte spirito di gruppo che crede in un progetto di territorio», racconta Marina Sanjevic Romin. Turseno, Terre di Pisa Sangiovese Doc 2021 rappresenta il vino di punta aziendale. Proviene per l’80% da una vigna di oltre 50 anni, il restante da una vigna di 25, su terreni argillosi, sabbiosi e calcarei. Un Sangiovese riconoscibile, che porta in sé il senso del luogo: armonioso, fine, vivificato da una fresca tensione che conduce a un lungo, saporito finale.

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