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Terre Brune di Cantina Santadi, campione del Sulcis

13 Aprile 2020 Civiltà del bere
Terre Brune di Cantina Santadi, campione del Sulcis

Cantina Santadi è fra i produttori che negli ultimi tre anni hanno ricevuto il massimo punteggio per i loro vini da almeno tre Guide enologiche nazionali. Li abbiamo chiamati Maestri dell’eccellenza, premiando la loro costanza qualitativa. L’elenco completo è sul Top delle guide vini 2020.

La Sardegna è fuori dal tempo e dalla storia. Così scriveva all’inizio del Novecento il romanziere inglese David Herbert Lawrence. A distanza di un secolo, quasi nulla è cambiato, almeno nel Sulcis, propaggine sudoccidentale dell’isola, che continua ad affascinare turisti e visitatori con le sue spiagge bianche, il mare cristallino, ma anche la millenaria cultura contadina. Qui, a pochi chilometri dalla costa, sorge Cantina Santadi, storica cooperativa che ha dato forte slancio all’enologia regionale, valorizzando le principali varietà autoctone come il Carignano, il Vermentino, il Nuragus e il Nasco.
L’etichetta simbolo, messa a punto nella metà degli anni Ottanta grazie all’intuizione dell’enologo Giacomo Tachis, è il Terre Brune, primo vino affinato in barrique dell’isola.

Raffaele Cani e Antonello Pilloni

Il miglior vino Cantina Santadi del 2020: Terre Brune, Carignano del Sulcis Superiore Doc 2015

Le Guide 2020 hanno apprezzato il Terre Brune, Carignano del Sulcis Superiore Doc 2015. «È il nostro orgoglio, ci ha reso celebri nel mondo e continua a farlo», precisa il direttore Raffaele Cani, al vertice aziendale con il presidente Antonello Pilloni. Al Carignano, che occupa il 95% dell’uvaggio, viene aggiunto un 5% di Bovaleddu. «La differenza la fanno le radici: le piante godono di un grande equilibrio vegeto-produttivo e sono allevate ad alberello ancora franco di piede su terreni tendenzialmente sciolti e di medio impasto, sabbiosi e calcarei».

Terre Brune, Carignano del Sulcis Superiore Doc 2015

Ricco, speziato, conquista il pubblico con la sua stoffa elegantissima. Fermentazione di 15 giorni in acciaio. Dopo la malolattica, 16-18 mesi in barrique nuove di rovere francese a grana fine e 1 anno di bottiglia.

Altra etichetta premiata

Festa Norìa, Vino Dole Liquoroso 2017

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 1/2020. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

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