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Tenuta Meraviglia (Bolgheri) presenta un nuovo cru di Cabernet Franc

8 Agosto 2024 Alessandro Torcoli
Tenuta Meraviglia (Bolgheri) presenta un nuovo cru di Cabernet Franc
La Vigna Pianali di Tenuta Meraviglia è stata impiantata nel 2017

Il Vigna Pianali nasce a 150 metri sulle Vulcaniti di San Vincenzo, rocce bianche vulcaniche, le cui uve fermentano spontaneamente con una parte di grappoli interi. Una chicca dal carattere carezzevole e profondo

Tenuta Meraviglia, il gioiello bolgherese dell’imprenditore argentino Alejandro Bulgheroni, ha presentato una nuova etichetta, Vigna Pianali, che prosegue il percorso di esaltazione del vitigno Cabernet Franc nella prestigiosa denominazione toscana. Quest’uva è da qualche anno al centro dell’attenzione internazionale, sempre in dialogo con “l’altro” Cabernet (il Sauvignon), come è stato ben evidenziato all’ultimo VinoVip Cortina (leggi qui l’articolo “Cabernet vs Cabernet”).

A tutto Franc

L’unicità di Tenuta Meraviglia, guidata da Stefano Capurso come le altre aziende vinicole italiane del gruppo, sta proprio nel focus totale sul Cabernet Franc, 34 ettari dedicati al vitigno (in minima parte anche al Vermentino) proposto in tre etichette (tutte biologiche): il Bolgheri Rosso, la selezione Maestro di Cava Bolgheri Superiore e il nuovo Vigna Pianali, il quale pur essendo un “super cru” (di soli 0,5 ettari) non è Superiore «per evitare certe imposizioni del disciplinare», ha specificato Capurso durante l’incontro milanese di presentazione. In effetti, l’affinamento minimo in legno, ad esempio, non è detto sia sempre ideale. In certe annate potrebbe essere più utile un invecchiamento più lungo in bottiglia.

Una parcella speciale

Il nuovo Vigna Pianali nasce da un impianto del 2017, Cabernet Franc del clone francese 214, con densità di 5.600 piante per ettaro. Una parcella situata a 150 metri che guarda il mare, caratterizzata da un suolo particolarmente adatto all’espressione del vitigno: le Vulcaniti di San Vincenzo, una riolite di colore chiaro brillante. Oltre alla relazione ideale tra pianta, ventilazione delle brezze marine e suolo vulcanico, hanno un ruolo decisivo le profonde radici delle vigne, allevate secondo metodi agronomici che ne consentono la spinta nel suolo e che arrivano fino alla roccia madre. Per questo scopo sono stati utilizzati portinnesti 775 Paulsen e 110 Richter, vigorosi e capaci di entrare nelle fratture della roccia vulcanica.

La profondità del vino

Le uve si sono rivelate sin da subito di qualità straordinaria, da qui la decisione di realizzare un nuovo Cabernet Franc in purezza.  La fermentazione è spontanea con lieviti indigeni, in tulipe di cemento per 21 giorni con un 10-15% di grappoli interi (con raspo). La temperatura è controllata e raggiunge un massimo di 28°C. Si effettuano soffici rimontaggi. L’affinamento avviene in botti da 60 hl di rovere francese non tostata per circa 24 mesi. Il bouquet è caratterizzato da more di rovo, fragola matura, cioccolato bianco, torrefazione, macchia marina, note balsamiche e gessose, con tocco fresco di aranciata sanguinella. In bocca il tannino è fitto e setoso con ricordi di viole, sapido e fresco, dal frutto pieno e profondo, con finale armonico e persistente.

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