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Storie di Champagne: André Robert e la purezza cristallina di Le Mesnil-sur-Oger

20 Settembre 2025 Jessica Bordoni Francia
Storie di Champagne: André Robert e la purezza cristallina di Le Mesnil-sur-Oger
Claire Robert, alla guida dell'attività di famiglia con il marito chef de cave Jean-Baptiste Denizart

Una piccola (e storica) realtà che produce bollicine di terroir nel celebre village Grand Cru della Côte des Blancs. In vigna interventi ridotti al minimo; in cantina accurata selezione dei vins clairs e lavorazioni delicate per preservare le doti dello Chardonnay. Solo 45.000 bottiglie, di cui l’80% va all’estero

Champagne Supernova è il titolo di una delle più belle canzoni degli Oasis, britpop band di culto degli anni Novanta fresca di reunion. Ma è anche il nome di una giovane società di distribuzione specializzata in Champagne dei vignerons, fondata nel 2021 a Cavedine, in provincia di Trento. Nel portfolio, dal 2023, c’è Champagne André Robert, azienda a conduzione familiare situata in uno dei comuni Grand Cru più celebri della Côte des Blancs, il mitico Le Mesnil-sur-Oger.

Un affare di famiglia di cinque generazioni

La storia parte con Henri Robert, classe 1881, che dopo la prima Guerra mondiale comincia a lavorare in vigna e negli anni Trenta crea un’associazione di viticoltori per condividere mezzi e macchinari per la pigiatura e la vinificazione. Ma è con André Robert, classe 1925, che tutto prende davvero forma. Nel 1960 l’acquisto dell’azienda (che include delle spettacolari cantine di gesso del XIX secolo aperte al pubblico) e nel 1962 la vendita delle prime bottiglie con il nome di famiglia. Il 1981 è l’anno in cui il testimone passa a Bertrand Robert, affiancato dalla moglie Colette, mentre il 2013 segna l’ingresso della loro figlia Claire, quinta generazione Robert, che oggi guida l’attività con il marito chef de cave Jean-Baptiste Denizart.

Il terroir prima di tutto

Gli appezzamenti si estendono su 14 ettari vitati, per la maggior parte Grand Cru e Premier Cru. Nessuna delle tre classiche uve champenois manca all’appello, ma è lo Chardonnay a giocare il ruolo da protagonista; di norma rappresenta la quota più alta dei blend, conferendo eleganza minerale e vivacità agrumata alle etichette. Ricerca, studio, sperimentazione sono i pilastri della filosofia produttiva, che parte dalla vigna per convalidarsi in cantina, grazie anche a un’accurata degustazione dei vini basi. Come spiega l’artisan vigneron Jean-Baptiste Denizart: «Vendemmia dopo vendemmia, l’assaggio dei vins clairs è l’occasione per mettere in discussione le nostre certezze e imparare sempre qualcosa sul nostro lavoro. Selezioniamo solo quelli con la texture, la profondità aromatica e la persistenza al palato migliori. Negli ultimi anni le vinificazioni e gli assemblaggi sono stati dedicati alla produzione di Champagne che riflettono veramente il terroir, i Lieux-dits, il suolo e persino il sottosuolo».

Interventi ridotti al minimo e orgoglio champenois

«Ogni giorno svolgiamo un lavoro certosino di osservazione dei vigneti nei nostri villages», continua lo chef de cave. «Lasciamo che l’erba cresca e facciamo pochi passaggi tra i filari. In sostanza lo stretto necessario affinché la pianta possa fiorire da sola. Pratichiamo potature piuttosto leggere, con pochi tralicci e raccolti contenuti. In questo modo otteniamo quantitativi ridotti, ma la pianta può produrre bacche piccole e concentrate». Jean-Baptiste Denizart e Claire Robert incarnano appieno lo spirito dei vigneron della Champagne fatto di impegno, fatica e tanto orgoglio per nel cercare di produrre le cuvée migliori possibili su un terroir oggettivamente eccezionale. «È il nostro dovere, la nostra responsabilità. E poi proviamo a trasmettere il testimone alla generazione successive, ma senza forzature».

Solo 45.000 bottiglie, con un export all’80%

Lo stile si riconosce nella ricerca di una precisione estrema e della massima purezza gusto-olfattiva. «I nostri sono Champagne di terroir, il frutto della terra e della natura. Noi siamo le mani che trasformano ciò che ogni anno il suolo e l’aria donano alle nostre uve in termini di forza e debolezza. Cerchiamo di fare da tramite per assecondare l’espressione più vicina all’annata». Il millesimo 2019, in particolare, ha un posto nel cuore di Jean-Baptiste perché ha segnato una forte transizione nei profili dei vins clairs. «Abbiamo fatto evolvere i nostri gusti verso vini meno “muscolosi” e molto più raffinati e delicati. Il 2019 ha permesso questo passaggio cruciale. È un’annata molto bella, floreale, elegante. Proprio quello che cerchiamo ora».
Champagne André Robert produce solo 45.000 bottiglie all’anno, l’80% delle quali viaggia fuori dai confini francesi. In Italia ne arrivano 5.000. “Si tratta di un mercato importante per noi e molto maturo. I consumatori italiani hanno una conoscenza approfondita dei vini francesi in generale e un amore sconfinato per lo Champagne in particolare”.

Alla prova del calice: Les Horizons e Les Jardins du Mesnil

La panoramica della collezione parte da Les Horizons, un Blanc de Blancs Extra Brut (3 g/l) sans année in prevalenza dai terroir di Le Mesnil-sur-Oger, Oger, Vertus, Cuis ed Etrechy, oltre che dagli Chardonnay di Vitryat; l’assemblaggio varia di anno in anno anche in base all’andamento climatico. È la cuvée che meglio rappresenta la varietà di terreni e sottosuoli di proprietà, e dunque “gli orizzonti” aziendali. Bouquet floreale con richiami di fieno, erbe officinali, anice stellato e zenzero. La bocca è slanciata e succosa, verticale e profonda.
Si arriva così ai due fiori all’occhiello, espressione paradigmantica del village Grand Cru Mesnil-sur-Oger. In particolare la cuvée Les Jardins du Mesnil, 100% Chardonnay, prodotta con Metodo Solera, è un felice melange dei tanti piccoli appezzamenti aziendali che riflette le variazioni di terreno, altitudine e soleggiamento (tutti i vigneti sono ad est). Fermentazione in legno di rovere per il 60% della massa, minimo 5 anni sui lieviti. Mela verde, crosta di pane, nocciola tostata, pietra focaia. Leggerezza, freschezza, finezza e armonia da fuoriclasse. La beva è cremosa e incisiva.

Terre du Mesnil, al cuore del terroir

Infine Terre du Mesnil, millesimo prodotto esclusivamente da appezzamenti con rese molto basse nel cuore del village Le Mesnil-sur-Oger. La composizione può variare di anno in anno e spesso include i terroir di Les Vaucherots, Les Coullemets du Midi, Les Finciarts, Les Chétillons, che producono circa 5000-6000 kg/ha. L’importante acidità totale e il basso pH permettono di posticipare la vendemmia a piena maturità fenologica. La vinificazione e la maturazione avvengono in legno e il dosaggio è intorno ai 2 g/l. Il lungo riposo sui lieviti supera in media i 6-7 anni. Nel calice tutta la nobiltà e la purezza cristallina dello Champagne di Mesnil-sur-Oger. La bollicina è scattante, la trama setosa, la sapidità tagliente.

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