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Stoccaggio, taglio rese, blocco impianti: la risposta dei Consorzi alla crisi

12 Settembre 2020 Anita Franzon
Stoccaggio, taglio rese, blocco impianti: la risposta dei Consorzi alla crisi

I Consorzi di tutela vini hanno messo in campo misure anticrisi straordinarie come stoccaggio, riduzione delle rese e blocco dei nuovi impianti, per difendersi dalle conseguenze di un eccesso produttivo rispetto alla domanda di mercato in tempo di Covid-19. Ma ci sono alcune scelte controcorrente.

La vendemmia 2020 è in corso, il raccolto sarà abbondante e porterà l’Italia al primo posto tra i produttori mondiali di vino, superando ancora una volta francesi e spagnoli. Secondo la stima di Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini, si prevedono 47,2 milioni di ettolitri (-1% rispetto al 2019). Questi numeri rischiano però di rappresentare un fattore negativo in un anno di crisi mondiale che sta coinvolgendo anche il settore vitivinicolo. L’eccesso di potenziale produttivo rispetto alla domanda di mercato comporterebbe difficili risvolti economici.

Misure anticrisi straordinarie

In difesa del valore, della qualità, del prestigio e della reputazione dei vini italiani sono dunque state varate alcune misure anticrisi straordinarie. Oltre alle facilitazioni di accesso ai crediti, si va dal blocco dei nuovi impianti alla riduzione delle rese, fino allo stoccaggio o addirittura alla distillazione di crisi; quest’ultima per i vini da tavola. Saranno, però, le produzioni Igp e Dop a essere maggiormente esposte al dissesto causato dalla pandemia; per questo ogni Consorzio di riferimento ha agito autonomamente chiedendo al Ministero di apportare temporanee modifiche cautelative ai disciplinari di produzione.

Lo stoccaggio è una delle misure anticrisi più adottate

Stoccaggio, una scelta meno drastica

Sono diversi i Consorzi di tutela vini che hanno deliberato lo stoccaggio per il futuro delle denominazioni. Tra le varie misure, questa è più flessibile perché permette di svincolare una parte o tutto il vino in un secondo momento, qualora le condizioni di mercato e il livello delle giacenze lo consentissero. Il Consorzio tutela Lugana, per esempio, destinerà il 15% della produzione della vendemmia 2020 a stoccaggio. Il Presidente Ettore Nicoletto commenta così la scelta: «Con questa decisione si vuole salvaguardare il futuro del Lugana e per farlo è necessario agire con strumenti e misure di governo dell’offerta, come lo stoccaggio». I Consorzi dei vini Docg Chianti Classico, Morellino di Scansano, Barolo e Barbaresco e Franciacorta hanno invece ottenuto dal Ministero delle Politiche agricole una modifica al disciplinare che ora prevede la possibilità temporanea di stoccare il vino atto a divenire Dop anche fuori dal territorio di produzione.

Le misure anticrisi del Prosecco Doc

Anche una importante denominazione come la Doc Prosecco ha previsto alcune novità per la vendemmia 2020, tra cui la divisione dello stoccaggio in due fasce. Per la prima (da 0 a 150 q/ha) la produzione si libererà dal 14 dicembre 2020; per la seconda fascia (da 150 a 180 q/ha) lo stoccaggio è a tempo indeterminato e sarà compito del Consorzio gestire i volumi in base alle richieste del mercato. Gli esuberi di campagna (da 180,01 a 216 q/ha) verranno invece destinati a prodotti diversi dal vino.

Taglio delle rese

Tra chi ha optato per la limitazione del prodotto abbassando le rese spicca il Consorzio Alto Adige con un taglio compreso tra il 15 e il 30% a seconda del vitigno. Il Consorzio di tutela vini Doc Sicilia ha invece deciso di abbassare a 110 q/ha la resa delle uve della varietà Grillo. La regione Veneto ha dato il via libera alla riduzione delle rese richiesta dal Consorzio di tutela del Soave da 150 a 130 q/ha per la Doc (e da 140 e 130 per la zona Classica e Colli Scaligeri). In Valpolicella non solo si passa da 120 a 100 q/ha, ma si bloccano i nuovi impianti per i prossimi due anni.

Blocco dei nuovi impianti

Fra le misure anticrisi messe in atto dai Consorzi, anche lo stop ai nuovi vigneti arriva da diverse parti d’Italia. Oltre alla Valpolicella, in Puglia è stato decretato il blocco delle rivendicazioni delle uve destinate alla produzione di Primitivo di Manduria Doc per i prossimi tre anni. Pur consentendo nuovi impianti, anche il Consorzio Etna ha deliberato il blocco triennale delle rivendicazioni a Doc dei nuovi vigneti.

In Puglia e in Sicilia si è deciso di bloccare le rivendicazioni a Doc dei nuovi vigneti

Scelte controcorrente

Non tutti i Consorzi, però, hanno scelto di correre ai ripari. Contrariamente a quanto annunciato in precedenza il Consorzio di tutela dei vini Doc del Collio non abbasserà le rese (leggi qui). Anche l’Asolo Prosecco Dop sembra essere più forte della crisi; da gennaio a fine giugno 2020 ha registrato un balzo produttivo in avanti del +8,3% rispetto al primo semestre del 2019. Il Consorzio ha deciso di adottare la riserva vendemmiale allo scopo di garantire la piena disponibilità futura del prodotto.

Il caso dell’Asolo Prosecco

Nello specifico, la decisione assunta dall’assemblea del Consorzio si concentra sull’uso del “supero di campagna”, ovvero la tolleranza produttiva del 20% che la normativa consente oltre la resa dei 135 q/ha prevista dal disciplinare. Il provvedimento assunto fa sì che tale supero possa essere provvisoriamente bloccato sui registri di cantina e che il Consorzio, qualora la domanda continuasse a crescere e una volta sentiti i soci, possa in futuro liberarlo come Asolo Prosecco.

Allarme in Campania

Un grido d’allarme arriva, infine, dai cinque Consorzi di tutela campani (Caserta, Irpinia, Vesuvio, Sannio e Vita Salernum Vites) che intendono difendere il settore dalle conseguenze economiche legate al Covid-19. I presidenti dei cinque Consorzi, a partire dal 10 aprile scorso, hanno avanzato alcune richieste, tra cui la riduzione delle rese, prima alla Regione e poi direttamente al presidente De Luca, chiedendo il 30 luglio un incontro urgente. Al momento non hanno ancora ricevuto risposta.

Leggi anche: Chi vendemmia al tempo del Covid?

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