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Sfursat 5 Stelle, la leggenda in 16 annate

1 Ottobre 2012 Alessandro Torcoli
L’eccellenza spesso (non sempre, purtroppo) è un dono dei modesti. Di sicuro lo è nel caso di Casimiro Maule, l’enologo trentino che abita in Valtellina dal 1971, dove dirige la Nino Negri di Chiuro (Sondrio). Incontrarlo è una lezione di concretezza e professionalità. All’Hilton di Roma sfilano sotto i nostri nasi 16 annate del suo capolavoro, lo Sfursat 5 Stelle. A noi mancano un po’ le parole: il brillante degustatore Paolo Lauciani cerca invano di trattenere le iperboli, mentre Casimiro Maule ripete di millesimo in millesimo che quando l’andamento climatico è buono fa tutto la natura; il 5 Stelle è prodotto solo nelle ottime annate, quindi, parrebbe, lui con questo gioiello c’entra meno del solito. Come se assistesse, un po’ stupito lui stesso, al miracolo di un vino che nasce da sé. LE ANNATE - È così se intende dire che gli resta poco da correggere e da raddrizzare in cantina, ma il percorso che ci porta nel calice questo monumento è tutt’altro che semplice e chi dirige l’azienda, cioè lui, ne è il principale garante. In due ore di assaggi Maule non si lascia andare ad autocompiacimenti, si limita a riferirci i dati analitici, sorprendenti, di questa o di quell’annata, ma mai cederà alla tentazione di definire, come noi, immensi e perfetti certi vini, come gli Sfursat 5 Stelle 1989, 1997, 2001 o 2005. Per la prima volta sono state messe in fila tutte le annate del 5 Stelle, tutte quelle reperite s’intende, anche in modo rocambolesco, con taluni esemplari acquistati da collezionisti. Alla fine mancano solo le prime - ormai introvabili: 1983, 1986 e 1988 e quelle mai prodotte. Il vino infatti non è stato realizzato, per pochezza dell’annata, nel 1984, 1985, 1987, 1991, 1992, 1993, 2000 e 2008. VITICOLTURA EROICA IN VALTELLINA - Il 5 Stelle, dicevamo, è tutt’altro che un prodotto semplice. Cominciamo col dire che le uve migliori dei 31 ettari di proprietà nelle prestigiose zone di Inferno, Sassella, Grumello e Fracia, raccolte a mano con cernita dei grappoli meglio esposti, più sani e maturi, raggiungono i locali di cantina in elicottero, mica col carretto, perché devono arrivarci perfettamente integri e la strada sui terrazzamenti con muretti a secco non è delle più agevoli. Sono davvero notevoli le difficoltà e quindi i costi della viticoltura valtellinese. Ma come spiega Maule: «Oggi è necessario contenere i costi anche quando proponi l’alta qualità. Per questo in Valtellina i classici appezzamenti a ritocchino Nord-Sud si stanno trasformando in vigneti a girapoggio Est-Ovest, così è possibile utilizzare piccoli trattori cingolati per il lavoro di campagna. In sostanza, per ottenere i vini di Valtellina sono richieste 1.400 ore di lavoro per ettaro». Un’enormità, ma ne vale la pena quando nel bicchiere ti trovi un simile gioiello e i 40 euro sullo scaffale sono più che giustificati, oltre che dalla fama, dalla sostanza. Di 5 Stelle si producono tra le 25 e le 40 mila bottiglie, con una media di 33 mila. VINIFICAZIONE E AFFINAMENTO - Le uve vengono riposte con cura nei plateaux ove riposano per 100 giorni, tempo di appassirsi e perdere un 30-35% del loro peso. Non si ripete mai abbastanza che la fase dell’appassimento, per questa tipologia di vini, quindi ivi compreso l’Amarone della Valpolicella, è forse più determinante della vendemmia. Tra gennaio e febbraio, a seconda dell’andamento climatico, le uve appassite sono vinificate con lunga macerazione e infine, nel caso del 5 Stelle, guadagnano il proprio posto in barrique nuove di legni diversi per 16 mesi. Indi, un successivo affinamento di 6 mesi in bottiglia e finalmente lo Sfursat 5 Stelle può vedere la luce, negli occhi degli appassionati che ne apprezzano la grandezza. Non è un vino facile, forse non è neppure al massimo della forma quando raggiunge il mercato. Ha bisogno di tempo per esprimersi con la sua inconfondibile elegante maestosità. È un Nebbiolo (localmente detto Chiavennasca), non dimentichiamolo, al quale si vuole dare il manto di imperatore, quindi acquisisce solo col tempo maestosità ed eloquenza. Nasce un po’ scontroso e chiuso, ma quando acquisisce sicurezza, difficile tenergli testa. RISALENDO DAL 2009 - Ecco perché, nella sequenza di questa verticale di 18 annate, aperta dalla 2009, attendiamo qualche assaggio prima di giungere alla 2005 e dopo poco alla 2001 e goderne l’equilibrio perfetto tra frutto, note balsamiche e note di caffè e cioccolato, con grande intensità e persistenza. Ancora oltre, sarà il millesimo 1997 a lasciarci a bocca aperta, nella rincorsa degli aromi. Intenso, “verticale”, come usa dire oggi qualche assaggiatore per intendere netto e deciso: si rincorrono le note di frutti di bosco, tè nero, grafite, fiori secchi, rosa. Qui, persino il pacato Maule si abbandona all’esaltazione: «Un millesimo straordinario, il migliore degli ultimi anni: tempo secco, con buone escursioni termiche tra il giorno e la notte, il risultato è di armonia, eleganza, equilibrio». LO SFURSAT 5 STELLE 1989 - Un’altra nota di lode e di godimento, però, va al gran finale: 1989. Profumi certamente terziari, balsamici, con sentori di rosa, spezie, chiodo di garofano, cannella, coriandolo, caffè e cioccolato. Al palato setoso, fresco, sapido, persistente, con un gran finale di moca e menta. Struttura e integrità. Sostiene Maule: «La miglior vendemmia in 41 anni, con una gelata in primavera che ci ha portato via il 35% della produzione, ma non ricordo annate così speciali dal punto di vista climatico, pioveva di notte e di giorno il cielo era sempre sereno…». Avendo percorso quasi tutta la storia del 5 Stelle, ci pare di poter dire che dimostra eccezionale costanza stilistica, rispecchia fedelmente il carattere del territorio, dell’uomo e del clima, espressivo ma non semplice, potente ma non maestoso. Elegante e per nulla smargiasso, come un vino “forzato” (questo il senso delle origini) potrebbe essere. Insomma, un grande vino.

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