In Italia

In Italia

Ruffino, un anno sofferto da cui ripartire più sostenibili

12 Maggio 2021 Elena Erlicher

Ruffino fa il bilancio di un 2020 difficile, chiuso con un calo del 20%. Ma la Cantina di Pontassieve, parte di Constellation Brands, non intende per questo ridurre gli investimenti. In programma, come spiega il direttore generale Sandro Sartor, il lancio di nuovi vini, la riapertura di ristoranti e punti vendita oltre a progetti di responsabilità sociale e ambientale.

L’ultimo anno di Ruffino è stato “sofferto”, così come per la quasi totalità delle Cantine italiane. L’ha definito così Sandro Sartor, direttore generale dell’azienda vinicola con sede a Pontassieve (Firenze), che fa capo al colosso americano Constellation Brands. E ha dato anche i primi numeri, il 5 maggio, in web conferenza stampa (“Ruffino 20>21: identità, sostenibilità, innovazione, futuro”): 106 milioni di euro di fatturato nel 2020, in calo del 20% rispetto all’anno precedente, con un Ebitda (margine operativo lordo) del 16%, sceso di almeno 10 punti.

L’export cala, ma gli investimenti non si fermano

«È vero che i profitti si sono ridotti, ma non i nostri investimenti», dichiara Sartor, «sia nei vigneti (7 milioni di euro) sia in comunicazione, che vede la partenza di una nuova campagna pubblicitaria anche televisiva (“Vivere di Gusto”)». L’export, che per la Cantina pesa più del 90%, è diminuito del 20%. I mercati che hanno sofferto maggiormente sono gli Usa (-20%) e la Germania, mentre Canada e Scandinavia hanno registrato prestazioni migliori. In Italia, che pesa per l’8%, si è perso quasi il 50% di fatturato. «Ma siamo fiduciosi per il futuro e abbiamo mantenuto tutti i nostri 300 dipendenti in organico e supportato i ristoratori clienti, non solo attraverso la flessibilità dei pagamenti. Abbiamo prodotto, per esempio, minispot per i ristoranti di Firenze, poi lanciati sui social; e abbiamo dato un contributo affinché potessero unirsi alle manifestazioni di protesta in piazza a Roma».

Passi verso il futuro

A segnare la ripartenza completa c’è stata la riapertura del ristorante aziendale Le Tre Rane nella tenuta di Poggio Casciano, sulle colline fiorentine, insieme con quella dell’Agriresort e della Bottega del vino, che si affiancano agli investimenti digitali e al lancio di nuovi prodotti – si parla di una rivisitazione del packaging per i rossi importanti e del lancio di un nuovo grande rosso premium.
«Stiamo lavorando a una piattaforma direct to consumer a livello internazionale», continua Sartor, «che non sarà solamente un e-commerce, ma un modo per avere un dialogo diretto con il consumatore. Nel progetto è compreso anche un wine club dove metteremo a disposizione degli appassionati prodotti pregiati e annate storiche».


Sandro Sartor, direttore generale di Ruffino, ha sottolineato che anche se i profitti si sono ridotti, così non è stato per gli investimenti

I progetti innovativi

Ruffino è un marchio storico che si distingue anche per i progetti innovativi. L’ultimo, in ordine di tempo, riguarda il lancio della linea Aqua di Venus: un rosato da uve Sangiovese vinificate in bianco, con l’aggiunta di Syrah e Pinot grigio, e un bianco da Vermentino, Chardonnay e Sangiovese. La bottiglia ecofriendly richiama la forma della conchiglia da cui nasce la Venere del Botticelli, conservata agli Galleria degli Uffizi di Firenze. Altro progetto andato in porto nel 2018 è stato l’acquisto di un’azienda di 144 ettari a conduzione biologica in Veneto (ribattezzata Poderi Ducali Ruffino) per la produzione di Prosecco, anche nella tipologia in rosa con la nuova etichetta Prosecco Rosé Doc.

Impegno a 360 gradi nella sostenibilità

Sul fronte sostenibilità l’azienda di Pontassieve è impegnata, dal punto di vista sociale, con il progetto Ruffino Cares che continua ad ampliarsi con il programma Diversity & Inclusion per la valorizzazione e l’inclusione del personale in azienda. Ma è attenta anche all’ambiente, con più del 40% dei vigneti a conduzione biologica (100% entro il 2025), la certificazione Biodiversity Friend, le buone pratiche agricole, la viticoltura di precisione, un protocollo interno di sostenibilità, il trattamento delle acque (come la fitodepurazione) e il riciclo del 75% dei rifiuti prodotti. Infine, dal 2018 Ruffino ogni anno pubblica il proprio bilancio di sostenibilità.

Foto di apertura: Poggio Casciano, una delle tenute di Ruffino, dove sono concentrate anche tutte le attività agrituristiche del gruppo, ora in procinto di riaprire

In Italia

Gabe Tenute, nuova voce di carattere nel cuore del Conegliano Valdobbiadene

Un progetto recente (la fondazione risale al 2024) ma già ben avviato, […]

Leggi tutto

Doc Monreale: per i produttori il vitigno su cui puntare è il Catarratto

La tendenza va in particolare verso i biotipi Lucido ed Extra Lucido, […]

Leggi tutto

Paternoster, per i 100 anni arriva Barone Rotondo

L’azienda del Vulture, di proprietà della famiglia Tommasi, festeggia un secolo di […]

Leggi tutto

Addio a Luigi Cataldi Madonna, il professore e filosofo del vino abruzzese

Grande promotore delle varietà autoctone regionali, che ha contribuito a rilanciare, il […]

Leggi tutto

Cinzia Merli è la nuova presidente del Consorzio di tutela Bolgheri e Bolgheri Sassicaia

Passaggio di testimone tutto al femminile per il Consorzio di tutela Bolgheri […]

Leggi tutto

Doc Monreale, la nuova vita del “vigneto di Palermo”

Il disciplinare, in vigore dal gennaio 2024, valorizza gli autoctoni storici Catarratto […]

Leggi tutto

Il ritorno di Fonzone all’Enoluogo. Alla scoperta dei molti volti del Fiano

In soli 20 anni, la Cantina irpina ha conquistato il pubblico e […]

Leggi tutto

Ottavia Vistarino lancia la Réserve des Amis e il Wine Club per gli amici-estimatori

Dalla Casa del Pinot nero in Oltrepò Pavese un nuovo progetto “per […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati