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Nel Pavese risorge l’uva Mornasca

15 Novembre 2018 Roger Sesto

L’uva autoctona Mornasca, essendo molto produttiva, era impiegata nella prima metà del Novecento per soddisfare l’abbondante richiesta di vino del Milanese. Nel secondo Dopoguerra è caduta nell’oblio, sostituita da uve più à la page.

Domenico Cuneo, di Cascina Gnocco di Mornico Losana (Pavia), ha riscoperto questo vitigno locale e punta a valorizzarlo con un progetto dedicato. «Il Progetto Autoctoni nasce dal desiderio di raccontare il nostro territorio utilizzando solo uve oltrepadane», spiega. «In particolare la rossa Mornasca, che alcuni secoli fa si ambientò proprio nei vigneti di Mornico. Con questa idea in mente, da qualche anno abbiamo abbandonato la coltivazione di varietà alloctone».

 

Grappoli di Mornasca

 

Due versioni di Mornasca: Metodo Classico e rosso

«Alcuni anni fa, a seguito della nostra riscoperta, ci siamo adoperati per l’inserimento della Mornasca nel Registro nazionale delle varietà di vite, così da poter tornare a impiantarla», spiega Cuneo. Nel 2005 il vignaiolo pavese, dopo varie sperimentazioni in un piccolo vigneto di proprietà, comprende appieno il potenziale di questa cultivar e la sua versatilità. Si gettano così le basi per la produzione di un vino spumante Metodo Classico Rosé e per un rosso di struttura da uve raccolte tardivamente, l’Orione, Provincia di Pavia Rosso Igt. Fondamentale effettuare potature corte per contenere le naturali e abbondanti rese, in contemporanea a una raccolta particolarmente tardiva.

 

Domenico Cuneo

 

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