Riaprono i ristoranti (fra mille dubbi)
Oggi bar e ristoranti hanno riaperto al pubblico: sette locali su dieci sono pronti a ripartire. Pesano l’incertezza delle regole, in larga parte chiarite nelle ultime ore, ma soprattutto le ingenti perdite economiche causate da questi mesi di stop forzato: il settore chiede al governo un vero contributo per il rilancio.
La prima preoccupazione è la sicurezza dei clienti e dei dipendenti. Ma non è certo l’unica, per i locali che questa settimana riaprono al pubblico. Circa il 70% fra bar e ristoranti (196 mila esercizi in tutto) sono pronti a partire dopo aver riorganizzato gli spazi interni dei locali e sanificato gli ambienti. Lo dice l’indagine effettuata ieri dall’ufficio studi di Fipe – Federazione italiana Pubblici esercizi su un campione di 520 piccole e medie imprese.
Norme di sicurezza sanitaria: mascherina sì, plexiglass no
L’uso dei dispositivi di protezione è fuori discussione: il 95% degli imprenditori intervistati ha acquistato le mascherine per il proprio personale. La sanificazione dei locali è stata effettuata dal 94% degli esercizi, mentre non convincono, invece, le barriere in plexiglass: “Il 56% degli intervistati esclude ogni ipotesi di utilizzo, il 37% ne ipotizza invece un impiego alla cassa e poco meno del 5% prevede di installarle tra i tavoli”, spiega Fipe.
377 mila posti di lavoro a rischio
Nessuno vuole prendere sotto gamba la minaccia di una seconda ondata di contagi, ma un’altra scure pende sulla testa degli imprenditori della ristorazione. Gli intervistati da Fipe, infatti, stimano un crollo del 55% del loro fatturato a fine anno, che si tradurrà in un minor impiego di personale, già a partire da domani. Secondo le stime della Federazione, il numero dei dipendenti nei pubblici esercizi calerà del 40%: sono ben 377 mila i posti di lavoro a rischio.
Un decreto last minute non basta
Molto critica è la voce dell’Unione Ristoranti del Buon Ricordo. “La cassa integrazione per i nostri dipendenti ancora non si è monetizzata. Il palleggio di decisioni tra governo centrale e regioni ha portato, last minute, a dare la possibilità di aprire le nostre attività per oggi lunedì 18 maggio. Peccato che il DPCM e le varie Ordinanze regionali contenenti il famoso protocollo con le regole da seguire sia arrivato solo qualche ora prima”, afferma la nota stampa diramata dall’associazione. “Alcuni di noi apriranno lo stesso nei prossimi giorni, ma in tantissimi aspetteremo tempi migliori. Il nostro appello è rivolto alle istituzioni: aprite l’Italia. Torniamo alla libera circolazione, al turismo. Noi non siamo per le proteste eclatanti, ma il settore è davvero con i nervi tesi“.
Confrontiamoci per la ripartenza economica del settore
Al governo si rivolge anche il progetto FareRete, che coinvolge 30 realtà associative, in rappresentanza di 100 mila operatori della ristorazione (chef, panificatori, gelatieri, responsabili di sala, ecc.). Nelle ultime ore sono stati fatti alcuni importanti passi avanti, con l’applicazione di regole uniformi sull’intero territorio nazionale, ma “permangono ulteriori criticità che necessitano di essere risolte nel più breve tempo per una reale ripartenza economica del settore. Si chiede quindi ancora una volta la partecipazione al dibattito politico per contribuire alla stesura di regole per un concreto rilancio economico del settore”.
Tag: coronavirus, FareRete, Fipe, riapertura ristoranti© Riproduzione riservata - 18/05/2020