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Poderi Luigi Einaudi: la potenza

20 Aprile 2010 Roger Sesto
La storia della Poderi Luigi Einaudi ha inizio nel 1897, quando Luigi Einaudi, appena ventitreenne, acquistò nel comune di Dogliani (Cuneo) la cascina San Giacomo. Già nel 1905, sotto la guida illuminata del fondatore, i Poderi del senatore Luigi Einaudi cominciarono a imbottigliare il Dolcetto e a farlo uscire dai confini regionali, dove era relegato. Da allora, con alterne vicende, la Cantina divenne un punto di riferimento per tutto il comprensorio di Dogliani, ruolo che si consolidò quando molto più tardi l’azienda comprò alcune prestigiose vigne nella zona di Barolo. E proprio di quest’ultimo parleremo, con riferimento al Barolo Costa Grimaldi, in quanto primo cru acquisito dall’azienda, nel lontano 1956, come ci ha raccontato Matteo Sardagna di Poderi Luigi Einaudi. Tra le migliori annate segnalateci dalla Cantina figurano le seguenti: 1996, 1997, 1999, 2001 e 2004. Il 1996 ha avuto un clima fresco, che ha dato un vino strutturato, sufficientemente tannico e che negli anni ha dimostrato longevità e tipicità. Il 1997, più caldo del precedente, ha tannini morbidi e dolci, buona bevibilità e interessante longevità. La 1999 è stata una grande annata; forse meno ricca di profumi, in bocca esprime tipicità, territorialità e struttura, a garantire un’importantissima longevità. Il 2001 è forse la massima espressione del Costa Grimaldi. Un’annata eccezionale, che ha offerto un vino potente, ma fine ed elegante al tempo stesso. Il 2004 è complesso, di buona struttura, atto a lungo invecchiamento; ancora giovane e fruttato, oggi è in piena evoluzione; figlio diun’annata superba, è da conservare e apprezzare fra diversi anni. Da notare che il Costa Grimaldi sino alla vendemmia 1999 faceva solo affinamento in botti medio-grandi (25-30 ettolitri). Successivamente si è passati a maturarlo per i primi 18 mesi in barrique e quindi per altri 12 mesi in botte media. L’impiego di barrique di primo passaggio non supera il 30%, per il resto si ricorre a piccoli legni di secondo e terzo passaggio.

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