Senza confini Senza confini Marco Santini

Piccole follie nel regno dello Champagne

Piccole follie nel regno dello Champagne

Un itinerario nella regione vitivinicola più a nord della Francia alla ricerca di etichette davvero insolite. Piccoli vignerons mossi solo dalla grande passione per il loro vigneto e capaci di mettersi alla prova sperimentando. Paesaggi da cartolina e tanti villaggi tutti da scoprire ma senza fretta

Ben 15 mila produttori, quasi 320 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, un fatturato di quattro miliardi di euro franco cantina (tasse escluse) nel 2010: ecco i numeri dello Champagne (fonte: Centro informazioni Champagne). A poco più di un’ora d’auto da Parigi, è la regione vinicola più settentrionale di Francia. Proprio il clima difficile, segnato dai venti che arrivano dall’Atlantico, e il terreno ricco di gesso e tufo, determinano le caratteristiche uniche del vino qui prodotto. Con tre secoli di successo sulle spalle, questa regione ha saputo forgiare un’immagine di lusso e atmosfera che accompagna ogni bottiglia di Champagne. Un’idea legata alle grandi Maison, produttrici di milioni di bottiglie che riposano in chilometriche e affascinanti gallerie sotterranee e che riescono facilmente a dominare la scena e il mercato di questo vino. Ma un viaggio nella Champagne può rivelare un mondo meno noto, ricco di sorprese, fatto di personaggi (i piccoli-grandi vigneron) che stanno rivoluzionando il carattere del mitico vin du diable.
L’Aube è la regione più meridionale dell’area di produzione dello Champagne ed è territorio di aziende dalle dimensioni ridotte. Meno nota della plurititolata Marne, questa zona è tutta da scoprire lungo i 220 chilometri della Strada dello Champagne dell’Aube, che si sviluppano lungo la Côte des Bar. Una sorta d’iniziazione a questo vino così complesso che avviene a tu per tu con i produttori, modeste realtà familiari: contadini che coltivano la propria terra, che ne conoscono ogni piega, ogni diversità, uomini che tutti gli anni sperimentano nuovi assemblaggi, gente che ha scelto di lasciar trasparire il terroir in ogni bottiglia piuttosto che tendere all’omologazione del gusto e alla continuità della palette sensoriale. Una delle tendenze che abbiamo riscontrato è quella di un progressivo distacco dall’uso forsennato della chimica.

Un’immagine molto romantica della viticoltura francese a Chouilly

Il primo appuntamento con il nuovo volto dello Champagne è a 1 Urville, tra Bar-sur-Aube e Bar-sur-Seine, nel centro della Côte des Bar. La Maison Drappier è forse l’etichetta più rinomata dell’Aube, espressione di una famiglia che da quasi 200 anni tramanda passione e savoir-faire. Splendide le cantine a volte di pietra del XII secolo che appartenevano ai monaci cistercensi di Clairvaux. Fu il nonno di Michel Drappier, attuale direttore dell’azienda, a reimpiantare il Pinot noir nell’Aube negli anni Trenta. Scettici, i suoi compaesani presero a chiamarlo “nonno Pinot”. In realtà, lui aveva intuito la vera vocazione del territorio: oggi il Pinot noir rappresenta l’85 per cento dei vigneti dell’Aube. Una volta prese in mano le redini dell’azienda, Michel ha deciso di puntare su un vino il più naturale possibile. «Un ritorno alle origini dello Champagne», dice, «quindi cerco di usare il minor numero di solfiti, nessun filtraggio, decolorazione o centifuga, perché ogni processo toglie aromi al vino. Non voglio fare uno Champagne politically correct, lo Champagne non è un profumo, ma un vino con un’anima». Ed ecco il suo Brut Nature, Pinot noir in purezza, zero dosage, senza solfiti, dal colore decisamente ramato, che rivela un bouquet incredibilmente complesso con note di succo d’uva, agrumi e frutti a bacca rossa e un gusto schietto, ma fine e straordinariamente equilibrato dove si colgono la pesca, la mela verde e le erbe aromatiche. Un vino capace di accompagnare ogni momento: dalla degustazione fra appassionati al tutto pasto. Eccezionale esercizio di stile, la Grande Sendrée si ottiene da una singola vigna, solo in annate speciali. Si tratta di uno Champagne importante, a partire dal colore che ricorda l’oro antico. Al naso risulta elegante e aromatico con sentori di fiori bianchi, miele d’acacia e conserva di mandarino. Il gusto è potente, di grande complessità, caratterizzato dal finale lunghissimo con ricordi di liquirizia.
Poco distante Bar-sur-Seine, il paese di 2 Celles-sur-Ource si poggia su alcuni milioni di bottiglie distese a invecchiare: per 450 abitanti ci sono 40 famiglie che producono Champagne. Fra queste spicca quello che è indicato come l’astro nascente delle bollicine. Cédric Bouchard è considerato da molti il più talentuoso fra i giovani produttori. Fonda il suo lavoro su un concetto antitetico rispetto alle gradi case: creare vini che siano unici e irripetibili, espressione diretta di singole vigne, singole varietà (Chardonnay o Pinot nero entrambi in purezza) e singole annate. Se c’è una parola chiave nella sua ricerca è certamente “carattere”. I suoi vini sono ottenuti esclusivamente dalla prima spremitura, senza filtrazioni, usando solo i lieviti autoctoni presenti nell’uva raccolta con la cura di chi possiede pochi ettari e si può premettere vendemmie altamente mirate. La coltivazione è totalmente organica con rese bassissime rispetto agli standard della regione. Il frutto del suo lavoro viene commercializzato con due etichette: Roses de Jeanne, che consiste in tre vini, un Blanc de noirs Brut ottenuto dalla vigna Les Ursules (meno di un ettaro), un Rosé de Saignée (da pigiatura con i piedi e macerazione a contatto con le bucce) che nasce nel vigneto Le Creux d’Enfer (meno di un ettaro) e un Blanc de blancs (Chardonnay in purezza) ottenuto dalla vigna Le Haute-Lemblée (fra le 5 e le 800 bottiglie). La seconda etichetta, Champagne Inflorescence, si compone di due Pinot neri in purezza ottenuti da due piccole proprietà del padre ma curate personalmente da Cédric. In entrambi i casi si tratta di micro produzioni rare e di difficile reperibilità, ma la personalità di questi vini che raccontano in modo cristallino una verità del territorio val bene l’impegno della ricerca.
Altra cittadella dello Champagne è 3 Les Riceys, che vanta tre denominazioni. Alla Maison Morize val la pena di fermarsi, oltre che per la bellezza delle cantine del XII secolo, anche per capire come nell’Aube sia possibile trovare vini di qualità a prezzi davvero competitivi. Da provare il Brut Rosé, ottenuto da uve Pinot noir in purezza e il Millésime 1999, un blend di Chardonnay e Pinot noir di notevole struttura ed equilibrio. Questo è l’indirizzo giusto per assaggiare anche l’inconsueto Rosé des Riceys, un rosso fermo ottenuto dalla macerazione di uve Pinot noir davvero unico.

Troyes è un centro molto suggestivo risalente al XV-XVI secolo

Troyes è un centro suggestivo risalente al XV-XVI secolo

Il viaggio prosegue toccando 4 Troyes, la capitale della regione, con il suo centro storico di case a graticcio colorate del XV-XVI secolo, e attraversa il piccolo villaggio di 5 Essoyes, che deve la sua fama al pittore Auguste Renoir, e per il borgo di 6 Bayel, nella Côte des Bar, sede delle Cristalleries Royales de Champagne, volute dal re Luigi XIV nel 1666, e fornitrici di corte fino al 1727.
Lasciata Troyes, si entra nella Marne, la parte più blasonata dello Champagne. Viaggiando verso nord, si costeggia la prestigiosa Côte des Blancs, falesia calcarea patria di eccellenti Chardonnay. Il versante orientale è completamente coperto di vigne da cui provengono vini fini ed eleganti. 7 Avize sorge in un territorio particolarmente vocato e qui operano due vigneron assai interessanti per la loro filosofia: Anselme Selosse, mostro sacro e vero e proprio faro per tutti i produttori innovativi, e Agrapart, piccola Maison familiare che si sta guadagnando rispetto e considerazione per la bravura in vigna. Dal 1980 Anselme ha preso le consegne dal padre Jacques (in etichetta infatti il nome dell’azienda rimane Jacques Selosse) e subito sceglie un percorso alternativo e personale rispetto alla convenzionale agricoltura e vinificazione. L’obiettivo di Anselme è chiaro e preciso: produrre vini che rispettino le proprie origini, la terra da cui vengono. Per questo motivo riduce al minimo la tecnologia e rilancia, interpretandole in chiave moderna, pratiche di lavorazione tradizionali. La visita dell’azienda e l’incontro col personaggio chiariscono ogni dubbio: un capannone spoglio, poco più che un garage, un uomo schietto con le mani dure e lo sguardo diretto. Non c’è spazio per la scenografia, non si consumano tempo o energie in ostentazione. Il risultato di questa passione e filosofia di vita si traduce nelle bottiglie in modo dirompente. Una volta provato, Selosse stravolge i luoghi comuni dello Champagne e tutto cambia. Si è come condannati alla ricerca del nuovo, del vero: è la consapevolezza acquisita che in una bottiglia di Champagne ci può essere anche un grandissimo vino e non solo una straordinaria immagine. La scoperta dei vini di Selosse è un percorso di per sé: da cominciare sorseggiando una bottiglia di Brut Initial (100% Chardonnay di tre annate successive con almeno due anni e mezzo sui propri lieviti) fino ad arrivare al Substance. Anch’esso 100% Chardonnay fermentato in barrique nuove per almeno 12 mesi con batonnage. L’assemblaggio finale avviene con un metodo che ricorda il Soleras dello sherry per poi passare all’affinamento in bottiglia sui propri lieviti per almeno sei anni. Il prodotto ottenuto è di una potenza e complessità impressionanti. Capace di accompagnare anche piatti impegnativi come la carne ma soprattutto di essere un vino da meditazione.
Poco lontano, la Cantina Agrapart produce circa 90 mila bottiglie l’anno. Sono considerati degli specialisti dello Chardonnay, scelta dovuta alle vigne di proprietà che hanno la fortuna di trovarsi in alcuni dei terreni più vocati per questo vitigno. L’impegno posto nelle tecniche di coltivazione e la fermentazione in botti di legno contribuiscono alla nascita di vini dal carattere polposo, sostanziosi ma resi eleganti dalla notevole mineralità. A partire dal 7 Crus Blanc de Blancs, 100 % Chardonnay proveniente da sette villaggi diversi nella Côte des Blancs, fino allo splendido Avizoise 2004 Extra Brut Blanc de Blanc Grand Cru. Vino ottenuto da uve provenienti da vecchie vigne situate nelle migliori colline intorno ad Avize. Dopo la fermentazione in legno e l’imbottigliamento senza filtrazioni, riposa almeno cinque anni sui suoi lieviti prima del dégorgement. Il dosaggio è ridotto a 4 g/litro mentre la SO2 a soli 50 mg/litro. Si tratta di uno Champagne denso, ricco, potente e complesso, equilibrato da grande mineralità e freschezza che lo rendono elegante. Vino da ricordare, capace di notevole invecchiamento, in grado di accompagnare l’intero pasto.

I vigneti si arrampicano su una collina di Chouilly

Poco più a nord, sulla strada di Épernay, s’incontra il villaggio di 8 Chouilly circondato da morbidi colli che ospitano alcuni eccellenti appezzamenti di Chardonnay Grand Cru. È la patria di Legras, lo Champagne amato da tanti chef stellati. Cominciata nel 1808, l’avventura dei Legras è legata proprio allo Chardonnay, vitigno dal quale sanno trarre il meglio in fatto di struttura ed eleganza. La cantina è spoglia, essenziale, ma una visita dai Legras permette di capire il rapporto speciale che un business di famiglia riesce a mantenere da un lato con il territorio, dall’altro con gli ospiti. L’atmosfera è distesa, intima, semplice ma raffinata e l’attenzione che Marcelline e Vincent offrono ai propri visitatori la dice lunga sulla cura per i dettagli che contraddistingue il loro stile e che si ritrova in ogni bottiglia. Basti pensare al Présidence 2002 o al 1996 Saint Vincent, che abbiamo provato. Entrambi Chardonnay 100%, il primo viene vinificato solo in grandi annate e coniuga potenza e finezza in modo esemplare. Bouquet ampio e persistente con sentori di burro, vaniglia, pan brioche e agrumi, in particolare il pompelmo rosa. Il gusto è potente, quasi sontuoso se non fosse per un’acidità vigorosa che ne snellisce la struttura. Grande mineralità, scorze di cedro e ricordi di pietra focaia. Finale lunghissimo, fresco, pulito con note mentolate, di notevole finezza. Il secondo, il Saint Vincent 1996, è un vino che nasce solo in annate straordinarie e ha la classe dei grandi Champagne: schietto, maschio, potente. Di nuovo, oltre alla complessità, all’equilibrio, alla lunghezza sorprendente di un finale che non smette di sedurre, va segnalata l’eleganza eccezionale di questo vino.
Da Chouilly a 9 Épernay sono pochi chilometri raccontati dalle linee ordinate di filari. Si entra nel cuore della regione della Champagne. Non a caso si dice che “bere champagne a Épernay è come ascoltare Mozart a Salisburgo”.
Il villaggio di 10 Dizy potrebbe anche passare inosservato se non fosse che è la base di uno dei produttori più interessanti del panorama offerto da questa regione: Jacquesson. Ancora una volta ci troviamo di fronte a scelte precise, radicali, innovative. Il “progetto Jacquesson” consiste nell’eliminazione di una gamma di vini classica a favore di un’offerta a dir poco minimalista: una sola cuvée ogni anno, la migliore possibile. Un numero sull’etichetta a identificare un blend specifico, irripetibile. Nel caso di Jacquesson l’arte della cuvée è volta a sottolineare le differenze piuttosto che a creare un prodotto omogeneo nel tempo. A monte, il rispetto profondo per la natura con l’impegno a utilizzare tecniche agrarie sempre meno impattanti nei confronti del terreno, la cura per ogni dettaglio fino alla completezza e trasparenza delle informazioni riportate in retro etichetta. Con il grandissimo 2002 (ancora disponibile) finisce la storia dei millesimati Jacquesson. Da qui in avanti ci saranno, anno dopo anno, le Cuvée della serie 700: siamo ora alla 735 (ancora giovane ma già in commercio) ma è la degustazione della 734 che chiarisce meglio di ogni parola il lavoro di Jean Hervé e Laurent Chiquet: si tratta di uno Champagne di notevole classe, più vivace ed aggressivo rispetto al millesimato 2002, ma di grande struttura ed equilibrio. Vino da provare ad esempio con le capesante o con i crostacei. Il progetto Jacquesson prevede di affiancare alla serie 700 quattro micro produzioni provenienti da altrettante vigne specifiche, da produrre solo in annate straordinarie: quest’anno ne sono uscite tre, tutte frutto della vendemmia 2002. Abbiamo provato il Champ Caïn che nasce ad Avize in un vigneto esposto a sud di poco più di un ettaro, impiantato nel 1962. Chardonnay in purezza da suolo argillo-sabbioso-limoso ricco di ghiaia di gesso. Si tratta di un vino impressionante, che si pone a distanza siderale dall’immaginario collettivo dello Champagne. Imperdibile.

Ay, patria dei grandi Chardonnay

Lasciata Dizy in direzione est si supera 11 Ay (altra patria di grandi Chardonnay) per arrivare a 12 Mareuil-sur-Ay dove si trova la Cantina Pouillon. Fabrice è un giovane vignaiolo che ha abbracciato con entusiasmo i criteri di bio-agricoltura e si definisce un contadino tradizional-artigianale. Specializzato in Pinot nero, produce vini da tutto pasto ben strutturati ma sempre eleganti, senza quella “spalla” che a volte rende il blanc de noirs un po’ ruvido. Notevoli il Cuvée de Réserve con un bouquet di acacia, biancospino, mela cotogna e un gusto morbido, segnato dalla mandorla e dal miele, e il Nature de Mareuil che è il vino di punta della casa e offre un carattere fruttato armonioso e fresco, molto fine ma di eccellente struttura. Il finale è lunghissimo con note quasi balsamiche. Uno Champagne da provare con la tartara di scottona. La nostra ricerca ci porta ancora più a est, fino 13 Bouzy, per incontrare un altro specialista del Pinot noir: George Vesselle. Con 17 ettari di vigna situate sulla Montagne de Reims è l’azienda che ha fatto conoscere Bouzy nel mondo. Il Brut Zéro Millésime 2005 Grand Cru è un vino austero, maschio, quasi muscoloso con un naso complesso e molto persistente. Si riconoscono la crosta di pane, il lievito, il pompelmo, seducenti ricordi balsamici e di gomma. In bocca è importante ma equilibrato da un’acidità fresca carica di promesse per il futuro. Da provare anche l’ottimo Rosé.
Infine 14 Ambonnay, per incontrare un altro grande personaggio, quasi un mito: Jacques Beaufort (in etichetta Champagne André Beaufort). Una storia di ritorno alla natura cominciata nel 1969 in seguito a un episodio di allergia nei confronti di una sostanza di sintesi impiegata in vigna. Oggi Jacques Beaufort è un “talebano” geniale che ha saputo stravolgere le regole di una regione votata alla produzione di massa. Divenuto riferimento e padre ideologico di gran parte dei vignerons che scelgono un approccio più attento al biologico in vigna e in cantina, è capace di tradurre con una semplicità e un’umiltà disarmanti le sue idee in vini straordinari. Quello con Jacques è un incontro che lascia il segno. La degustazione delle sue bottiglie apre una finestra su orizzonti totalmente inaspettati. Le sensazioni che si provano bevendo un Ambonnay Grand Cru Millésime 1999 o un Polisy Brut Réserve sono destinate a cambiare per sempre la percezione di cosa possa essere uno Champagne.

 

Come si legge l’etichetta

Su ogni etichetta di Champagne devono apparire una sigla e un numero di identificazione e controllo, per determinare la tipologia e il nome del produttore:
NM, négociant-manipulant, produttore che acquista uve, mosti o vini e di solito coltiva anche vigneti propri. È il caso delle Maison più famose.
RM, récoltant-manipulant, chi coltiva le proprie vigne, raccoglie l’ uva e crea i propri vini. Sono soprattutto le aziende medio piccole, circa un terzo della produzione totale.
RC, récoltant-coopérateur, chi coltiva le proprie vigne e conferisce le uve alla cooperativa che elabora il vino. Il vigneron ritira la sua quota di bottiglie e commercializza in proprio.
CM, coopérative de manipulation, cooperativa alla quale i soci conferiscono le proprie uve e che provvede all’elaborazione e alla commercializzazione dei vini.
SR, société de récoltants, vignerons (spesso) della stessa famiglia che si uniscono per mettere in comune le uve, lavorarle e venderle.
ND, négociant-distributeur, un negoziante che acquista, etichetta e commercializza bottiglie elaborate dal venditore.
MA, marque d’acheteur. È un marchio, un nome di fantasia di chi acquista lo Champagne per rivenderlo con una propria etichetta (tipo un’insegna della Grande distribuzione, piuttosto che un ristorante o un’enoteca che ha uno Champagne personalizzato).

 

Le Cantine

Tutte le Cantine sono aperte a visite e degustazioni su appuntamento.

1 – Champagne Drappier
Rue des Vignes, Urville
Tel. +33.3.25.27.40.15
www.champagne-drappier.com

2 – Cédric Bouchard – Champagne Roses de Jeanne
Rue du Vivier 13, Celles-sur-Ource
Tel. +33.3.25.29.69.78
www.champagne-rosesdejeanne.com

La Route touristique du Champagne, ovvero la Strada delle bollicine più famose del mondo

3 – Champagne Morize Père & Fils
Rue Gén. De Gaulle 122, Les Riceys
Tel. +33.3.25.29.30.02
www.champagnemorize.com

7 – Champagne Agrapart & Fils
Avenue Jean Jaurès 57, Avize
Tel. +33.3.26.57.51.38
www.champagne-agrapart.com
Champagne Jacques Selosse
Rue Ernest Vallé 22, Avize
Tel. +33.3.26.57.53.56

8 – R & L Legras
10 Rue des Partelaines, Chouilly
Tel. +33.3.26.54.50.79
www.champagne-legras.fr

10 – Champagne Jacquesson
Rue du Colonel Fabien 68, Dizy
Tel. +33.3.26.55.68.11
www.champagnejacquesson.com

12 – Champagne Roger Pouillon & Fils
Rue de la Couple 3, Mareuil sur Ay
Tel. +33.3.26.52.60.08
www.champagne-pouillon.com

13 – George Vesselle
Rue des Postes 16, Bouzy
Tel. +33.3.26.57.00.15
www.champagne-vesselle.net

14 – André & Jacques Beaufort
Rue de Vaudemange 1, Ambonnay
Tel. +33.3.26.57.01.50
www.champagnebeaufort.net

 

Chi importa

Vino & Design
Via del Chionso 14, Reggio Emilia
Tel. 0522.50.62.84 – www.vinoedesign.it
Etichette di Legras e George Vesselle

Pellegrini
Via Mazzini 43, Cisano Bergamasco (Bergamo)
Tel. 035.78.10.10 – www.pellegrinispa.net
Etichette di Jacquesson, Pouillon e Agrapart

La bottaia di Jacques Selosse di Avise

Comptoire de France
Corso di Porta Romana 131
(ingresso in Via Caldara), Milano
Tel. 02.89.82.93.05
www.comptoirdefrance.it
Etichette di Cédric Bouchard e
André et Jacques Beaufort

Moon Import
Via Argonne 1/2, Genova
Tel. 010.31.42.50 – www.moonimport.it
Etichette di Jacques Selosse

Partesa
Viale Monza 347, Milano
Tel. 02.80.00.44.040 – www.partesa.it
Etichette di Champagne Drappier

 

Per informazioni

Oenotourisme Champagne www.champagne.fr
Union des Maisons de Champagne www.umc.fr

 

Dove dormire

4 – La Maison de Rhodes
Rue Linard Gonthier 18, Troyes
Tel. +33.3.25.43.11.11
www.maisonderhodes.com

7 – Hôtel Restaurant Les Avisés
Rue de Cramant 59, Avize
Tel. +33.3.26.57.70.06
www.selosse-lesavizes.com

9 – Hôtel Jean Moët
Rue Jean Moët 7, Épernay
Tel. +33.3.26.32.19.22
www.hoteljeanmoet.com

 

Filari ordinati a Épernay, il cuore della regione champenoise

Consigli per mangiare

4 – Troyes
Valentino
Rue Paillot de Montabert, 35
Tel. +33.3.25.73.14.14
Cucina regional-innovativa
Au Jardin Gourmand
Rue Paillot de Montabert, 31
Tel. +33.3.25.73.36.13
Cucina del territorio

9 – Épernay
Cave à Champagne
Rue Gambetta, 16
Tel. +33.3.26.55.50.70
www.la-cave-a-champagne.com
Cucina classica con grande scelta di Champagne

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© Riproduzione riservata - 29/11/2011

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