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Perché le vendite di Champagne sono calate?

Perché le vendite di Champagne sono calate?

Il 2023 si è chiuso sotto la soglia dei 300 milioni di bottiglie: 27 in meno del 2022 (-8,2%). Le ragioni? Inflazione e problemi di scorte. Ma i fatturati reggono. E gli aumenti di prezzi “spostano più in alto” il mercato. Cosa ci si attende dal 2024.

Per approfondimenti: Le Monde, Le Figaro, The Drink Business, La Revue du vin de France

Il quotidiano francese Le Monde lo battezza come “un piccolo scossone”, ma il calo di vendite dello Champagne nel 2023 è significativo. Dopo un 2022 da record, perfino le bollicine più chic del mondo hanno risentito della pressione inflattiva e della crisi internazionale. Il Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne (CIVC), che raggruppa le case e i viticoltori di questa prestigiosa regione, ha infatti certificato che il numero di bottiglie vendute nel 2023 è sceso sotto la paradigmatica soglia dei 300 milioni, fermandosi a 299 milioni.
Ben 27 milioni di meno in 12 mesi, con un calo del -8,2% su base annua. Una flessione ritenuta “fisiologica” dal CIVC considerato anche che il valore delle spedizioni ha retto meglio registrando una flessione del -1,5% a 6,2 miliardi di euro nel 2023 rispetto dal picco dell’anno precedente di 6,3 miliardi di euro e in netto progresso se confrontato al 2019 prepandemico (5,5 miliardi di valore complessivo).

Si stappa anche in Francia

Sono saltati meno tappi in Francia, ma anche ai quattro angoli del globo (Le Figaro). “Rispetto ai mercati esteri – fa sapere il Bureau du Champagne – il mercato interno ha sofferto di più l’inflazione che ha pesato sui bilanci delle famiglie per tutto l’anno”. Tanto che il consumo domestico vale oggi solo il 43% del totale. Le esportazioni rappresentano “oltre il 57% delle vendite totali, rispetto al 45% di dieci anni fa”, specifica ancora il Comitato. «Ma con il mantenimento del suo valore, lo Champagne rimane ottimista per il futuro, anche se è sensibile al contesto geopolitico e agli sviluppi dell’economia globale», è l’opinione di David Châtillon, presidente dell’Union des Maisons de Champagne.

Inflazione e problemi di scorte

“Quali sono le ragioni di questo calo di volumi?” e soprattutto “il 2024 vedrà un ritorno alla crescita per le bollicine più famose del globo?” si è chiesto The Drink Business. Una delle cause principali del rallentamento è senza dubbio l’inflazione, che ha fatto impennare i costi di produzione. «Tutte le grandi Maison hanno aumentato i prezzi all’inizio del 2023», registrando aumenti “importanti” tra il 10-12%, che «sono stati necessari a causa del costo dell’uva, che è cresciuto del +10% nel 2022», ha dichiarato il presidente di Champagne Lanson, François Van Aal. Maggiori tassi di interesse (dallo 0,7% del 2022 al 3,5-4% nel 2023) hanno generato un grosso problema nelle scorte, molto più costose da mantenere, e di conseguenza ridotto ulteriormente la domanda.

Aspettative prudenti per il 2024

Su The Drinks Business il Master of wine Patrick Schmitt ha testato il polso dei maggiori produttori della regione. In termini di crescita dei volumi di vendita la previsione rimane cauta. «L’UMC-Union des Maisons de Champagne è prudente si aspetta uno scostamento tra -1% e +1% nel 2024», ha commentato il presidente di Champagne Lanson François Van Aal. L’aumento dei tassi d’interesse ha rilevato il presidente del Groupe Laurent-Perrier, Stéphane Dalyac, rende «le scorte più costose da detenere, e quindi i clienti sono cauti nel rifornirsi».
Per molti la discriminante sarà l’evoluzione della domanda dagli Usa nei prossimi mesi. L’amministratore delegato di Champagne Joseph Perrier, Benjamin Fourmon, ritiene che «l’importante mercato americano crescerà di nuovo», mentre secondo l’ad di Bollinger Charles-Armand de Belenet «dopo 10 anni di slancio fantastico in Usa si sta tornando alla normalità e anche il 2024 potrebbe essere difficile per le Maison di Champagne vista l’incertezza dovuta alle elezioni». E con lo spettro di nuovi dazi, se a spuntarla nella corsa alla Casa Bianca dovesse essere ancora Trump.

L’aumento dei prezzi destinato a continuare

Gran parte delle preoccupazioni relative alle vendite di Champagne nel 2024 riguardano il prezzo del prodotto, cresciuto a due cifre nel 2023 – spiegando in parte il rallentamento delle vendite – e in aumento ancora quest’anno. Ma proprio i rincari di listino hanno consentito alle grandi Maison e i gruppi più importanti, come LVMH, Vranken-Pommery o Lanson-BCC di proteggere il proprio fatturato in un mercato in calo, ha annotato La Revue du vin de France. È probabilmente il segnale che il settore sta imboccando ancora di più la via dell’esclusività.
Lo Champagne «non ha il potenziale per produrre più di 310 o 315 milioni di bottiglie all’anno», ha sottolineato Maxime Toubart, presidente del Syndicat Général des Vignerons e co-presidente del Comitato Champagne, ma «rimane una scommessa sicura», soprattutto «per le occasioni speciali». O per dirla con le parole di Vitalie Taittinger, presidente dell’omonima Maison, «la nostra politica è quella di sviluppare lo Champagne attraverso il valore e l’eccellenza, e sempre di più ci riusciamo. Vendiamo meno ma vendiamo meglio».

Foto di apertura: le vendite di Champagne nel 2023 sono calate e sul 2024 c’è ancora molta incertezza © A. Cornu – collection CIVC

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© Riproduzione riservata - 01/02/2024

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