L’azienda del Vulture, di proprietà della famiglia Tommasi, festeggia un secolo di storia con un nuovo Aglianico Superiore Docg che va ad affiancare le altre storiche etichette Don Anselmo, Rotondo e Synthesi. Il recupero di un’antica neviera del Seicento e il rinnovo del polo di accoglienza
Per il suo centenario Paternoster, Cantina di Barile (Potenza) che ha portato i vini del Vulture nel mondo e oggi è di proprietà di Tommasi Family Estates, lancia il nuovo Aglianico del Vulture Superiore Barone Rotondo e arricchisce il proprio percorso enologico con il progetto “Cantina Barone Rotondo” e la messa a punto di nuovo polo di accoglienza.
Fondazione e acquisizione: rinnovamento e continuità
Era il 1925 quando il capostipite Anselmo Paternoster cominciò a produrre vino in un piccolo lembo di questa terra di origine vulcanica ed ebbe l’intelligenza di scrivere in etichetta il nome della sua azienda e la provenienza. Il testimone passò al figlio Giuseppe, pioniere della spumantistica tra gli anni ’70 e ’90 con Moscato e Malvasia, per poi essere raccolto dai suoi figli – in particolare da Vito – che riportarono al centro dell’asse aziendale l’Aglianico e costruirono una nuova cantina, inaugurata nel 2006.
Nel 2016 si apre un altro capitolo per Paternoster con l’acquisto dell’azienda da parte della famiglia veneta Tommasi e il suo ingresso in un gruppo che oggi vanta un patrimonio di oltre 800 ettari vitati in sette regioni italiane e un fatturato 2024 di 31,9 milioni di euro. Inizia da qui un percorso di rinnovamento ricco di nuovi progetti che guardano al domani ma sempre nel segno della continuità, della tradizione e dei valori della famiglia Paternoster.

La valorizzazione di territori unici e autentici
«Questo centenario è un traguardo che sento profondamente personale», afferma infatti l’enologo Fabio Mecca Paternoster, esponente della quarta generazione, «ma è anche un punto di partenza. Paternoster è la storia di un territorio e di una famiglia che ha creduto nel Vulture quando nessuno lo faceva. Oggi celebriamo il passato guardando avanti, con lo stesso spirito pionieristico di mio bisnonno Anselmo, ma con tanti strumenti e idee nuove».
Per i Tommasi l’anniversario di Paternoster incarna perfettamente la filosofia e la visione aziendale di famiglia, che è quella di valorizzare territori unici e autentici, mettendo a disposizione competenze, ricerca e investimenti per costruire il futuro. «Il Vulture per noi ha una potenzialità straordinaria», aggiunge Giancarlo Tommasi, enologo e direttore tecnico del gruppo, «e Paternoster continuerà a essere il suo riferimento. Con i progetti e gli investimenti in corso e con la volontà di fare gruppo con gli altri attori del territorio riusciremo a portare l’Aglianico dove merita di arrivare».
Dal Rotondo al Barone Rotondo
Seguendo quest’onda è nato il Barone Rotondo, una evoluzione del già esistente Rotondo, anch’esso Aglianico del Vulture Superiore Docg invecchiato in legni piccoli, sposando per la prima volta il trend enologico del tempo (era il 1996). Trent’anni dopo arriva la nuova etichetta, prodotta in sole 2.500 bottiglie con l’annata 2020, che celebra le radici e guarda anche al futuro. Le uve Aglianico 100%, raccolte a mano, arrivano sempre dai vigneti storici a 600 metri d’altitudine accanto alla Villa del Barone Rotondo da cui prende il nome; i tonneaux prendono il posto delle barrique, per moderare il legno, con un affinamento più lungo che dura almeno 3 anni in tutto (compresi il periodo in acciaio e in bottiglia). Un vino estremo, figlio del suo territorio, austero ed elegante, potente e nobile, l’erede ideale di una storia centenaria.

Un progetto in evoluzione
Il progetto enologico, tuttavia, è ancora in evoluzione. Dalla prossima vendemmia l’affinamento, dopo i 24 mesi in legno, vedrà anche l’uso di anfore in alternativa e/o in affiancamento all’acciaio, alla ricerca di un profilo più fine, verticale e minerale. Le anfore sono state collocate all’interno del caveau dell’Aglianico nella Cantina del Barone Rotondo, antica neviera seicentesca scavata nella roccia vulcanica, un tempo affidata al Barone Nicola Rotondo e che, grazie a un attento lavoro di restauro, oggi è diventato il cuore simbolico della tenuta Paternoster.
La struttura delle grotte ipogee, dove in sezione sulle pareti è visibile l’alternanza della deposizione di cenere, lapilli e lava, ospita anche uno spazio contemporaneo e funzionale dedicato alla degustazione.
Barone Rotondo andrà ad affiancare le altre storiche etichette di Aglianico di Paternoster.
Le altre etichette simbolo
Il Superiore Docg Don Anselmo è il portabandiera aziendale, nonché simbolo dell’enologia lucana, ed è stato dedicato da Giuseppe Paternoster al padre Anselmo, fondatore dell’azienda. Nel calice l’eleganza, l’austerità e la persistenza sono gli aspetti che più lo caratterizzano. Poi c’è il Synthesi, l’Aglianico Doc di impronta tradizionale come il fratello maggiore, che vanta un’eccellente rapporto qualità-prezzo: in questo caso si può ben dire che, se è vero che il valore di un’azienda si misura dal prodotto definito meno importante, il paradigmatico Synthesi incarna perfettamente questo concetto. Completa la gamma di Aglianico il già citato Rotondo, selezione di pregio che svetta per freschezza, frutto e per una concentrazione che lo pongono in posizione intermedia fra il Don Anselmo e il Synthesi.
Obiettivo ospitalità
Il 2025 ha segnato anche l’avvio di un progetto di rinnovo della sede Paternoster, per ampliare l’esperienza di accoglienza. L’obiettivo è creare un polo aperto al pubblico locale e ai visitatori, capace di valorizzare il flusso turistico proveniente da Matera e dalla vicina Puglia, trasformando il Vulture in un territorio di tendenza nel panorama enoturistico del Sud Italia.
Il progetto di rinnovo include anche il digitale, con il lancio di nuovo sito internet che racconta in modo più contemporaneo la realtà di Paternoster attraverso immagini, storie e persone, in equilibrio tra tradizione e modernità.