Food Food Maria Cristina Beretta

Campagna olearia 2023-2024, per l’Italia un’annata scarsa e difficile

Campagna olearia 2023-2024, per l’Italia un’annata scarsa e difficile

I cali produttivi, a causa di un andamento climatico irregolare, sono arrivati fino al -70%, ma chi ha seguito con costanza la coltivazione è riuscito a mantenere alto il livello qualitativo. Un approfondimento regionale e una selezione di aziende da provare.

Per la raccolta delle olive, il 2023 è stato un anno difficile e complesso per buona parte del territorio italiano. Molto produttori potrebbero indicare in etichetta un solo anno per la lavorazione dei frutti, dato che la scarsità di prodotto ha fatto chiudere i frantoi presto, alcuni addirittura a fine novembre. Vediamo un po’ in dettaglio che cosa è successo nelle varie aree geografiche italiane, ricordando che per la morfologia variegata della Penisola ci sono sempre le eccezioni.

Sud e Isole: Puglia motore d’Italia

Nella zona più produttiva del territorio nazionale, cioè la fascia del Nord Barese, il raccolto è stato copioso con almeno un +50% rispetto alla media. Quest’area rappresenta circa l’80% della produzione pugliese, vanta una superficie a oliveto di una quota del 32% sul totale Italia e una produzione che a volte ne supera la metà. In Sicilia (quota 14%) la previsione è di perdite in alcune zone sino alla metà della norma. In Calabria (quota 16%) Centro e Nord hanno un po’ pareggiato le carenze delle province di Reggio Calabria e Crotone, dove invece si è raccolto un terzo della media. La Basilicata (quota 2%) è contenta di avere un terzo in più di un’annata media. In Campania, (quota 6%) a seconda delle zone si è avuto un raccolto nella norma oppure con perdite contenute. Abruzzo e Molise (quota 3 e 1%) hanno prodotto poco, seppure in qualche zona si è raccolto un terzo in più. In Sardegna (quota 3,5%) le perdite sono di poco meno della metà.

Centro e Nord, raccolta scarsa

Anche il Centro ha subito una contrazione di quantitativi. L’Emilia Romagna (quota 0,4%) ha sofferto una perdita del -70%. In Toscana (quota 8%) sono stati più fortunati nella Maremma, ma per altre zone la riduzione è arrivata a oltre la metà. Nelle Marche (quota 0,8%) hanno raccolto poco a Nord, mentre Centro e Sud hanno superato la metà. In Umbria (quota 2%) la maggior parte è riuscita a portare a casa un terzo della media. Anche nel Lazio (quota 7%) ci sono state forti perdite, che nelle province di Viterbo e Rieti sono arrivate al -70%. Per Latina e Frosinone le piogge di ottobre hanno permesso una raccolta discreta.
La perdita stimata al Nord è attorno al -40%. L’area del lago di Garda (quota 0,3%), con le rispettive sponde bresciane, veronesi e trentine, è quella di maggior produzione. Un inverno asciutto, una primavera piovosa, che ha fatto cadere molti fiori, e più attacchi tardivi della mosca olearia sono stati gli agenti principali della perdita. La Liguria (quota 1,4%) ha subito anch’essa forti cali, ma è riuscita a realizzare un olio interessante a dicembre, quando c’è stata più escursione termica tra giorno e notte.

Clima bizzarro e siccità prolungata

L’olio 2023-2024 ha mediamente profumi sottili con un equilibrio tra amaro e piccante non sempre perfetto. Particolarità che sono state superate da chi ha saputo e voluto seguire l’oliveto con costanza, contrastando gli attacchi di agenti atmosferici e parassiti. Le stime quantitative fornite a ottobre sono di 290 mila tonnellate di prodotto finito. Solo alcuni anni fa i valori erano attorno ai 400-450 mila. Le bizzarrie del clima interessano buona parte del bacino del Mediterraneo e quest’anno, a causa della siccità prolungata, anche gli spagnoli si sono trovati a dover fronteggiare la scarsità del loro prodotto. Così hanno dirottato verso l’Italia l’acquisto di olive e di olio, contribuendo ad aumentare sensibilmente i prezzi della materia prima.

Una questione culturale

Il problema dell’olivicoltura è che gli utili sono limitata. È una delle colture agricole più dispendiose perché richiede parecchia mano d’opera e tecnologia aggiornata. Inoltre, a livello commerciale l’olio evo è ancora ritenuto un qualcosa da aggiungere piuttosto che il prodotto salutistico che è. Da qualche anno questo approccio sta cambiando; c’è maggior cultura da parte del consumatore, ma occorre una comunicazione trasparente. A volte ci si affida alla premiazione di un olio di fattoria di una proprietà che si scopre, poi, essere di un industriale che commercializza prodotto spagnolo.
Il nostro consiglio è, se possibile, di andare di persona nelle aziende, osservare, informarsi, assaggiare e poi acquistare. In questo modo è difficile sbagliare. È risaputo che il valore dell’olio italiano è superiore a buona parte di quelli prodotti nel bacino del Mediterraneo. Inoltre dal punto di vista turistico l’olivo rappresenta quasi un simbolo del paesaggio nazionale. A conferma di quanto vale questa pianta quasi magica, così amata dalle civiltà passate e importante per il futuro, è stato pubblicato a dicembre The Olive: Botanic e production, editor Andrea Fabbri, su richiesta della Cabi (Centre for Agriculture and Biosciences International) che, con questa opera di oltre 700 pagine che ha coinvolto 72 autori, ha voluto fare un aggiornamento serio sul tema.

La nostra selezione

Abbiamo scelto aziende che producono oli extravergine di oliva che vantano gli ultimi tre riconoscimenti, in ordine di tempo, approvati dall’Unione europea e pubblicati poi in Gazzetta Ufficiale (le Igp Campania, Roma e Lucano).

OLIO CAMPANIA IGP
Gazzetta Ufficiale 16-3-2023

Frantoio Romano, Ponte (Benevento) – www.frantoioromano.it
Olearia Russo, Montesarchio (Benevento) – www.oleariarusso.com
Oleificio Romolo, Ariano Irpino (Avellino) – www.oleificioromolo.it

OLIO DI ROMA IGP
Gazzetta Ufficiale 2-8-2021

Americo Quattrociocchi, Terracina (Latina) – www.olioquattrociocchi.it
Cooperativa agricola Colli Etruschi, Blera (Viterbo) – www.collietruschi.it 
Frantoio Tuscus, Vetralla (Viterbo) – www.frantoiotuscus.com

OLIO LUCANO IGP
Gazzetta Ufficiale 28-9-2020

Antico Frantoio di Perna, Campomaggiore (Potenza) – www.frantoiodiperna.it
Antiche Terre Lucane, Pomarico (Matera) – 320.77.42.427 
Bitonti Pietro, Ferrandina (Matera) – 349.67.29.805

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© Riproduzione riservata - 14/01/2024

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