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Non solo Amarone. Mettiamo alla prova l’AppaXXImento Masi

5 Febbraio 2015 Jessica Bordoni
Pinot grigio, Verduzzo, Refosco dal peduncolo rosso, Marzemino, Oseleta, Malbec e Teroldego. Che cosa hanno in comune queste varietà autoctone e internazionali? Sono tutte uve particolarmente adatte all’appassimento. Parola di Masi Agricola, rinomata Cantina della Valpolicella che da più di trent’anni si dedica con costanza allo studio di questa tecnica alla base dell’Amarone. La Masi Expertise ha messo a punto l’AppaXXImento, un particolare procedimento che riprende l’antico sistema già in uso presso i Romani, innovandolo alla luce della ricerca scientifica e delle nuove tecnologie, per dar vita a etichette dalla personalità spiccata. FIL ROUGE: L’APPASSIMENTO - Raffaele Boscaini, settima generazione impegnata in azienda nonché responsabile del Gruppo Tecnico Masi, ci ha mostrato i vantaggi della surmaturazione nella produzione di molti vini fermi, sia in blend che in purezza. Lo speciale tasting è andato in scena al Westin Palace di Milano, ospiti dell’Ais Milano capitanata dal delegato Hosam Eldin. Sette le bottiglie in assaggio, tutte della scuderia Masi. Oltre alle referenze della Casa madre di Fumane di Valpolicella, gli ospiti hanno degustato le etichette della Tenuta Serego Alighieri, sempre nel Veronese, della trentina Bossi Fedrigotti e, ancora, della Cantina argentina Masi Tupungato, con sede a Mendoza. MASIANCO E MAS’EST - Il viaggio comincia con il Masianco, Delle Venezie Igt 2013: 75% Pinot grigio e 25% Verduzzo. Interessante esempio di Supervenetian bianco, come spiega Raffaele Boscaini: «è prodotto a partire da uve Verduzzo lasciate a surmaturare leggermente in plateau di legno per 20-25 giorni. In questo modo il vino acquista in aromaticità e rotondità, pur mantenendo una buona freschezza assicurata dal Pinot. Il vino è più ricco, equilibrato, ma non stucchevole». Si prosegue con il Mas’Est, Vigneti delle Dolomiti Igt 2013 a base di Marzemino e Teroldego. «Qui l’appassimento non serve a dare corpo bensì ad “addomesticare” un vitigno notoriamente rustico e dotato di una certa acidità e tannicità come il Marzemino», precisa il produttore. Entrambe le varietà sono lasciate appassire 40 giorni, ma la surmaturazione interessa solo il 30% della massa. In tutto, quindi, sono realizzate quattro vinificazioni separate, per poi creare il blend e lasciarlo affinare in barrique. In questo modo, il carattere tipicamente trentino del vino acquista una morbidezza del tutto inedita e sorprendente per un'annata così giovane. CAMPOFIORIN E PASSO DOBLE - Nel bicchiere c’è ora il mitico Igt Veronese Campofiorin, che ha appena festeggiato il mezzo secolo di storia. Precursore di una nuova categoria di vini prodotti la tecnica del Ripasso (a partire dalle vinacce dell’Amarone), dall’83 viene prodotto mediante la doppia fermentazione. Ci spostiamo in Argentina per assaggiare il Passo Doble 2012, rosso a base di Malbec e Corvina dalla tenuta Masi Tupungato. «Le condizioni climatiche sono molto diverse, per certi versi opporti a quelle della Valpolicella. Il caldo secco comporta degli appassimenti decisamente più veloci, che vanno monitorati con grande attenzione. In questo caso è la sola Corvina ad essere leggermente appassita, conferendo uno stile elegante e insieme "cordiale" tipico dei vini veneti». COSTASERA RISERVA, GRANDARELLA E RECIOTO ANGELORUM - Si prosegue con un fuoriclasse del calibro dell'Amarone Costasera Riserva 2009, frutto di una lunga sovramaturazione delle uve sui graticci di bambù, a cui seguono tre anni di affinamento in legno prima dell'uscita sul mercato. «Noi lo definiamo il gigante gentile», scherza Boscaini. «Alle tre varietà Corvina, Rondinella e Molinara si aggiunge un 10% di Oseleta, antichissima cultivar che Masi ha contribuito a riscoprire e salvare dall'estinzione». La degustazione continua con il Grandarella, Refosco Venezie Igt 2010 da uve lasciate appassire 50 giorni. «In questo modo si riesce a smussare gli angoli del Refosco, ingentilendolo un po'». Tappa finale, il Recioto della Valpolicella Classico Angelorum, un rosso dolce rotondo e raffinato, ma non privo di una bella acidità.

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