L’affinamento del vino è fondamentale per avere un nettare equilibrato, che sia di pronta beva o complesso. I materiali e le variabili sono tante, purché le scelte siano coerenti con tutta la filiera produttiva.
L’articolo fa parte della Monografia Affinamenti
(Civiltà del bere 3/2022)
Per affinamento, latu sensu si intendono tutte quelle pratiche di conservazione del vino da quando termina la fermentazione a quando il nettare di Bacco viene versato nel calice.
Le variabili che hanno i produttori per far maturare i loro vini sono numerose. Cemento, acciaio, sosta sulle fecce fini, botti grandi, fusti piccoli delle più svariate tipologie, tempi di conservazione, impiego del vetro e scelta del tappo sono tutte opzioni a disposizione dei viticoltori per rendere il loro prodotto il più gradevole possibile. L’aspetto importante è che non bisogna aspettarsi che l’affinamento serva per aggiustare un vino “un po’ così”, ma occorre interpretarlo in un’ottica più ampia, che tenga conto di tutti i passaggi antecedenti della filiera produttiva, a partire dal terroir.
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