Niko Romito ha fatto Spazio a Milano
Quando due anni fa siamo passati da Castel di Sangro (L’Aquila) per far visita al Reale del tri-stellato Niko Romito, avevamo tentato anche di curiosare dentro lo Spazio di Rivisondoli: il primo tra i luoghi d’eccellenza culinaria gestiti dai ragazzi dei corsi di formazione dello chef. Niente da fare: lo Spazio era chiuso. Il tarlo però ci è rimasto: abbiamo seguito l’apertura di un secondo Spazio a Eataly Roma, e aspettato in trepida attesa quello nella Milano di Expo. A poco più di un mese dall’inaugurazione ci siamo fatti avanti e abbiamo prenotato un tavolo, qui al terzo piano del Mercato del Duomo.
Il nuovo Mercato del Duomo
Il concept store del gruppo Autogrill/Benetton, disegnato dallo studio Michele De Lucchi, è un nuovo polo del gusto. “Un’evoluzione dei mercati rionali“, si legge su una delle lavagne dei 3.000 metri quadrati che si affacciano su piazza del Duomo e sulla Galleria Vittorio Emanuele. Un vero multistore o, come si dice oggi, un concept store dove fare la spesa, pranzare, prendere l’aperitivo e cenare in una delle tre postazioni che del mood Autogrill in senso classico conservano poco. I prodotti sono selezionati insieme all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e garantiti da Slow Food. Qui dove la rustichella se c’è ha una veste diversa, si viene con lo stesso spirito con il quale si va in un bistrot, o meglio in quello che alcuni chiamano bistrònomia, termine contemporaneo e neppure troppo bello per definire un luogo con piatti gastronomici, e quindi cucinati, con un servizio self service e la possibilità di comprare prodotti, anche questi già pronti, di buon livello.
Lo Spazio di Niko Romito fa scuola
Si deve arrivare all’ultimo piano del Mercato per entrare in Spazio, “il nuovo modo di fare ristorazione”, così come recita il Manifesto di Niko Romito. Lui qui firma il menu e controlla a distanza il lavoro, perfetto va detto, dell’intera equipe. «Lo chef viene di solito lunedì e martedì, per fare con noi una riunione e fare il punto della situazione» racconta Francesco, uno dei giovani camerieri, professionale, elegante, e sorridente pur nella fatica di questa calda estate milanese. Inutile, perciò, sperare o credere di trovare in cucina lo chef. Quello che si trova è molto di più: la sua scuola, quella di un cuoco che sa interpretare al meglio il proprio di maestro di cucina. Venire a Spazio significa vivere un’esperienza gastronomica di altissimo livello, senza ansia per stelle Rosse che forse non arriveranno, che rende l’atmosfera e il mood degli ospiti più rilassato, e anche per questo assolutamente piacevole. Era il 3 giugno quando Spazio è stato inaugurato e la stampa da allora è rimasta in osservazione; poche tutto sommato le segnalazioni, forse perché la grande abbuffata milanese all’ombra del sito ha distratto i palati e, per una volta, tenuti a freno persino i food blogger più incalliti.
Dalla Zuppa in poi
In questa nostra prima visita, come aperitivo da abbinare ai tre amuse bouche della cucina (ravanalli agrodolce, cipollotto tiepido e baccalà mantecato) abbiamo scelto un’etichetta francese Metodo Classico, Blanquette De Limox Le Moulin Brut di Domaine Laurens. La cena è cominciata con la Zuppa di parmigiano e pane con pomodori, basilico e limone (un richiamo alla lontana della panzanella toscana?), gradevolissima anche quando fuori il termometro arriva ai 30 °C alle 21; quindi gli Gnocchi di patate con pesto mediterraneo e ricotta Scorza Nera, preparato con pomodori secchi, un primo buono ma non memorabile; per proseguire, come seconda portata, siamo tornati agli antipasti, scegliendo il Manzo marinato alle erbe con salsa tonnata, forse il piatto migliore.
Un omaggio al Reale
Prima di passare al dessert, abbiamo sparigliato di nuovo le carte alla brigata in cucina, che ha retto perfettamente i diversi cambi, e abbiamo ordinato i Tortelli di ricotta, distillato di pomodori, capperi e cucunci, un Omaggio al Reale come recita la carta, perfetto per sapore e consistenza. In abbinamento, dalla carta dei vini che conta qualche etichetta di Champagne e poi copre tutte le regioni italiane ma con poche referenze per ciascuna di esse (in media due etichette), abbiamo preferito il Manditocai, Collio Friulano Doc 2013 di Livon, una scelta equilibrata ed elegante che ci ha accompagnati fino al dessert.
Fino al dessert. Da ripetere
Qui invece siamo passati al Moscadello di Montalcino 2014 Il Poggione, da uve moscato sottoposte a soffice pressatura; un calice dolce e frizzante, a nostro giudizio un abbinamento per contrasto ben riuscito per apprezzare il Cremoso di mandorle, gel di limone e frolla integrale salata: «Un dolce non dolce, con note vivaci di limone e avvolgente al palato» come ha voluto sottolineare Francesco in sala. Il nostro giudizio? Sicuramente un’esperienza da ripetere, anche considerato l’ottimo rapporto qualità prezzo (ogni portata dai 15 ai 17 euro; un menu completo, arricchito anche dalle entrate della casa, a meno di 60 euro, vini esclusi).
Spazio – Niko Romito
III° Piano de “Il Mercato del Duomo“
Galleria Vittorio Emanuele, Milano
02.87.84.00
Aperto tutti i giorni
dalle 12.00 alle 15.30 e dalle 19.30 alle 23.00
© Riproduzione riservata - 06/07/2015