Senza confini Senza confini Anna Rainoldi

Natale all’enoluogo: in scena l’Aube con gli Champagne più ricercati

Natale all’enoluogo: in scena l’Aube con gli Champagne più ricercati

Riflettori puntati sulle bollicine dell’Aube all’enoluogo di Civiltà del bere. Nella serata di ieri – 13 dicembre 2012 – il nostro salotto del vino si è animato per una grande degustazione dedicata agli Champagne di quest’area vinicola emergente. Nei calici una selezione di 10 etichette scelte in loco da Max Torcoli, project manager dell’enoluogo, con il giornalista e fotografo Marco Santini, durante il loro recente viaggio nella regione francese (leggi il reportage Due giorni di shopping enologico nell’Aube. Alla ricerca del miglior Champagne).

Max Torcoli e Marco Santini

L’AUBE: UNA SCOPERTA – Non tutti gli Champagne possono vantare l’immensa fama delle bottiglie prodotte nella Marne, dove storicamente risiedono i big delle bollicine. Ma oggi le sorprese più intriganti arrivano dall’area meridionale della stessa regione, l’Aube, patria dei piccoli vigneron emergenti. Tradizionale zona di approvigionamento di Pinot noir per i grandi produttori della Marne, questa sotto-regione sta conoscendo un successo sempre più diffuso. Il paesaggio, fra paesini e dolci declivi, è costellato di vigne e Cantine: un numero incredibile di piccoli, piccolissimi produttori che tramandano la tradizionale attività di vigneron, spesso affiancandola a un altro lavoro.

NUOVE BOLLICINE ALL’ENOLUOGO – Max Torcoli e Marco Santini hanno scovato e selezionato in Aube le etichette protagoniste della serata, da oggi tutte in vendita all’enoluogo. Ecco l’ordine dei vini degustati, in due turni da cinque referenze: Brut Nature Sans Soufre, Brut Nature, Brut Nature Rosé e Cuvée Quattuor Blanc de quatre Blancs di Drappier, e Brut Selection di Charles Collin per la prima serie. Cuvée Prestige di Remy Massin, Grande Reserve di Devaux, Reserve 2009 di Bauser, Millesime 2004 ancora di Remy Massin e Brut Rosé di Morize, per concludere. L’assaggio, condotto da Santini, è stato arricchito e integrato dai racconti del viaggio enologico in Aube, completo di reportage fotografico, e accompagnato dall’ottimo salame di Varzi Dop Dedomenici.

DRAPPIER: SOLFITI SÌ O NO? – Si comincia con quattro vini di Michel Drappier, “il grande” della regione, che vanta una produzione in vigna 100% bio. Il suo Brut Nature Sans Soufre (senza solfiti; Pinot noir 100%, 50 euro), primo Champagne dosaggio zero di Pinot nero in purezza, si distingue per eleganza. Il diretto rivale, Brut Nature (Pinot noir 100%, 45 euro), ci appare più aromatico (anche per merito dei solfiti aggiunti, seppur in bassa percentuale), giovane, fresco, mentre il Sans Soufre esprime sentori più fini di pesca, un ricordo d’albicocca.

ESERCIZI DI STILE – La terza etichetta, Brut Nature Rosé (Pinot noir 100%, 55 euro), deve la lieve colorazione a un contatto con le bucce di poche ore (8 all’incirca), ma resta in linea con gli altri due prodotti Nature di Drappier per l’uvaggio (monovitigno) e il resto della vinificazione (totalmente in acciaio e almeno 40 mesi sui lieviti). Infine, il Cuvée Quattuor di Drappier: un esercizio di stile. Blanc de quatre Blancs (Chardonnay 25%, Arbanne 25%, Petit Meslier 25%, Blanc Vrais 25%, 75 euro) dal perlage molto più contenuto, il Quattuor deriva dal recupero di antichi vitigni autoctoni, reimpiantati per poter utilizzare le stesse uve dei vigneron del passato. Fa legno (obiettivo futuro per tutti i vini di Drappier) ed è complesso e strutturato, con una prospettiva evolutiva.

UN GUSTO PIU’ CLASSICO: COLLIN E MASSIN – Passiamo a Charles Collin, espressione top di una cooperativa di produttori di Essoyes (il paese di Renoir), che fa marchio a sé. Il Brut Selection (Pinot noir 95% e Chardonnay 5%, 38 euro) prevede un dosaggio più consistente (8 g circa, rispetto ai 6 g circa del Quattuor) e si avvicina a un modello più classico di Champagne, nelle note olfattive (crosta di pane) e al palato. Dopo una breve pausa, riprendiamo il nostro percorso con il Cuvée Prestige di Remy Massin (Pinot noir 50% e Chardonnay 50%, 40 euro), pulito e di classica eleganza, sicuramente più vicino al precedente (Brut Selection di Collin) rispetto ai primi quattro vini.

LE RISERVE DI DEVAUX E BAUSER – La settima etichetta protagonista è la Grande Reserve di Devaux (Pinot noir 70% e Chardonnay 30%, 54 euro). La storica Casa vinicola, nata nell’800 con sede in Marne, oggi è locata interamente in Aube (dove già si estendevano i suoi vigneti). In cantina lo chef de cave Michel Parisot dà grande importanza alle basi, che fermentano per il 20% in legno, tanto da offrirle in degustazione ai visitatori, per comprendere meglio l’evoluzione dello Champagne. La Grande Reserve spicca per classe ed eleganza. Segue il primo millesimato del tasting: Reserve 2009 di Bauser (Pinot noir 100%, 30 euro), piccola famiglia di vigneron che concentra in questo vino la miglior selezione delle proprie uve, con una sosta di 3 anni sui lieviti.

MILLESIME 2004 DI MASSIN E IL BRUT ROSE’ DI MORIZE – Penultima bottiglia e secondo millesimato del gruppo è il Millesime 2004 di Remy Massin (Chardonnay 60% e Pinot noir 40%, 49 euro). L’etichetta più vecchia di questo tasting è anche l’unica con una percentuale maggiore di Chardonnay in uvaggio: all’assaggio si conferma uno Champagne di grande finezza, frutto dell’esperienza di quattro generazioni di vigneron, che oggi confezionano per i propri clienti anche bottiglie personalizzate. La splendida serata si conclude con un altro Pinot noir in purezza, rosato per la breve permanenza sulle bucce: il Brut Rosé di Morize (Pinot noir 100%, 39 euro), Maison che vanta una cantina del XI secolo.

Alessandro Torcoli, direttore di Civiltà del bere, risponde alle domande dei partecipanti

Tag: , , , , , , , , , , , , ,

© Riproduzione riservata - 14/12/2012

Leggi anche ...

La “lingua elettronica” può rivoluzionare il controllo di qualità del vino
Senza confini
La “lingua elettronica” può rivoluzionare il controllo di qualità del vino

Leggi tutto

Come i cambiamenti climatici potrebbero ridisegnare la geografia del vino
Senza confini
Come i cambiamenti climatici potrebbero ridisegnare la geografia del vino

Leggi tutto

Bordeaux chiede un sistema di “giusta remunerazione”
Senza confini
Bordeaux chiede un sistema di “giusta remunerazione”

Leggi tutto