In Italia In Italia Matteo Forlì

Il Nabucco di Monte delle Vigne festeggia 30 anni

Il Nabucco di Monte delle Vigne festeggia 30 anni

A Milano la Cantina Monte delle Vigne brinda al compleanno del suo vino icona, il Nabucco, con una degustazione verticale delle annate più simboliche. Tappe di una storia che ha saputo rinnovarsi, in vigna e in cantina.

Un punto fermo, come la sua anima nel bicchiere. Da trent’anni Nabucco è l’identità che si rinnova di Monte delle Vigne. Un vino peculiare in un mare di bollicine nere: il primogenito di casa, nato nel 1992, e primo rosso fermo realizzato a Parma, terra di frizzanti per antonomasia.
Tre decenni di storia festeggiati a Milano, in un tempo della ristorazione italiana come Il Luogo di Aimo e Nadia, e ripercorsi attraverso l’assaggio di annate-simbolo, tappe di una tradizione e punti di svolta stilistici che hanno contribuito a renderlo quello che è oggi.  Una verticale per esplorare la natura più intima di un’icona che ha saputo cambiare e che è capace di emozionare col passare del tempo.

Vocazione biologica

«Questo vino», spiega il patron Paolo Pizzarotti, «non celebra solo i suoi primi trent’anni, ma anche l’inizio di un lungo cammino per la produzione di vini biologici di qualità, nel rispetto della sostenibilità e sostenuti da una forte passione». Una vocazione che oggi vale in vigna, dall’agricoltura di precisione alla concimazione organica naturale e sovescio, e nella cantina ipogea, dotata di impianto fotovoltaico e sistemi di recupero dell’acqua piovana.

Un’icona che ha saputo cambiare

«Nabucco», aggiunge l’ad Lorenzo Numanti in occasione della celebrazione milanese, «ha rappresentato uno stravolgimento epocale per la tradizione enologica di Parma, da sempre dominata da Lambrusco e Malvasia di Candia aromatica. Non solo: negli anni ’90, scriveva la stampa specializzata, “non si distingueva se in zona si vinificasse Barbera o Cabernet Franc, se si parlasse di Lambrusco o Bonarda”. Questo vino, e l’eco che ha suscitato, ne hanno fatto un punto di riferimento della nostra produzione ma anche di questo territorio».
Pensato fin dalla nascita per esaltare le virtù della Barbera, il tocco di Merlot, che regala un’impronta di rotondità, è diventato sempre più leggero. Così come il timbro del legno che oggi lascia più spazio alla personalità dei varietali.  «I vigneti da cui viene prodotto hanno trent’anni di età e crescono su terreni calcareo-argillosi ad un’altitudine di 300 metri», spiega ancora Numanti. «Con l’introduzione, dal 2018, di botti di rovere da 25 e 20 ettolitri e la riduzione dell’inserimento di legni nuovi al di sotto del 30%, il vino è risultato più fresco, fruttato, polposo, con tannini meno evoluti. Mantenendo comunque la classica struttura ed eleganza tipica dei vini affinati in legno». Un simbolo, insomma, che è stato in grado di rinnovarsi. Adattarsi ai cambiamenti climatici e ai palati del consumatori. Ma soprattutto, e non è un paradosso, modernizzarsi tornando alle origini.

Nabucco Monte delle Vigne

I nostri assaggi

Monte delle Vigne – Nabucco, Emilia Igt  2018

Millesimo attualmente in commercio. Segna il debutto di un nuova identità improntata sulla Barbera (salita al 90% del blend, il Merlot è un 10%) e di una nuova immagine. L’etichetta nera testimonia il cambio di approccio produttivo con l’introduzione dei barili da 20 e 25 ettolitri nei quali il vino si alterna alla barrique: un gioco di legni che dura 12 mesi, cui si aggiunge pari riposo in bottiglia. L’intento, centrato, è quello di valorizzare l’espressività del varietale con un’alchimia più moderna: la Barbera è l’attore principale e il vino ne rappresenta l’essenza, la freschezza nei profumi e nei sapori.

Monte delle Vigne – Nabucco, Emilia Igt 2015

L’annata calda, caratterizzata anche da grandinate precoci, conferisce grado alcolico e struttura. La maggior quota di Merlot e l’uso più diffuso del legno piccolo (dove il vino ha riposato per 15 mesi) ne fanno un vino più rotondo e speziato, in cui emergono in modo più deciso le caratteristiche fruttate che caratterizzano la Barbera emiliana in confronto alla sorella piemontese. Il tannino è levigato e il sorso caldo.

Monte delle Vigne – Nabucco, Emilia Igt 2011

Medesimo percorso evolutivo, 15 mesi in botte piccola, del 2015. Anche il blend è identico, con più Merlot rispetto alle ultime edizioni. L’annata segna però l’esordio dell’attuale direttore tecnico della Cantina, il toscano ed ex Grattamacco Andrea Bonini. L’annata climaticamente inappuntabile ha contribuito alla concentrazione del frutto. Il tannino gallico, dall’affinamento in barrique nuove, caratterizza il sorso ma dopo un’iniziale timidezza col passare dei minuti il bouquet aromatico emerge dal calice: una fine speziatura che va a braccetto con un frutto ancora integro facendone un perfetto esempio di virtù evolutiva.

Monte delle Vigne Nabucco Emilia Igt 2005

Tappa significativa nel percorso di Monte delle Vigne. È l’anno del battesimo della cantina ipogea attuale, dotata di sistemi di pigiatura gravitazionale e temperatura controllata,  in cui il vino ha svolto parte della vinificazione. Nuova di zecca anche la barricaia, dove il millesimo ha affinato in legni intonsi. Un espressione “di passaggio” che col tempo ha levigato il tannino ed esprime sentori di viola, prugna, vaniglia, cuoio, tabacco.

Monte delle Vigne Nabucco Emilia Igt 1998

La ricetta è quella storica, ma nell’annata la percentuale di Merlot arriva al 35%. Stupisce per gioventù e golosità nonostante le primavere sulle spalle. Il naso è espressivo e balsamico, l’assaggio stupisce per golosità nonostante le primavere sulle spalle. Un millesimo che è uno spot alla capacità di “invecchiamento” di questo vino.

ANTEPRIMA

Monte delle Vigne Nabucco Doc Colli di Parma 2019

Anteprima del futuro prossimo di Monte delle Vigne, che sarà Doc Colli di Parma in etichetta. Pochissime bottiglie prodotte per via di una raccolta condizionata dalle avverse condizioni meteorologiche. Un vino che segue la nuova stilistica tracciata dalla versione 2018, ancora distante dalla prevista uscita sul mercato (2023) ma in cui spicca il nuovo protagonismo della Barbera. Qualche mese ancora in bottiglia gioverà di certo, ma si tratta di un’espressione già molto equilibrata, dalla sorprendente bevibilità e freschezza. E che lascia immaginare un futuro sempre più roseo per il Nabucco.

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© Riproduzione riservata - 08/11/2022

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