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Martino: il coraggio di non produrre sempre

12 Settembre 2013 Roger Sesto
La storica Casa vinicola Martino (www.martinovini.com), rinnovata da Armando e da sua figlia Carolina (nella foto), lavora solo uve provenienti dalle fresche e soleggiate colline dell’area del Vulture e del Materano; un terzo delle stesse provengono da vigne di proprietà, il resto lo si acquista da fidati viticoltori legati da decennali rapporti di fornitura. Tra le tipologie lavorate, la fa da padrone l’Aglianico del Vulture (circa 400 tonnellate ogni anno), vinificato in rosso, rosato e bianco. Lo stabilimento enologico di Rionero in Vulture ha una capacità produttiva e di stoccaggio di oltre 7 mila ettolitri tra rossi, rosati, bianchi, spumanti e grappe. Notevole è il suggestivo intrico di grotte naturali di tufo, ristrutturato e adibito ad area destinata all’invecchiamento. Tra gli obiettivi aziendali, rientra un programma di ristrutturazione dei vecchi vigneti ancora allevati ad alberello, avari di frutti ma generosi in termini qualitativi. LA TRADIZIONE DEI VINI "DI LUNGO CORSO" - «L’accurata selezione della materia prima, intesa come materiale vegetale (vitigno e portainnesto), substrato colturale (composizione granulometrica del terreno), situazione climatica, tecnologie di cantina e risorse umane è il nostro punto di forza», sottolinea il titolare Armando Martino. «La nostra principale attenzione è per la produzione di vini di lungo corso, così da assecondare il potenziale enologico del nostro vitigno principe. Detto questo, lo storico ci permette di effettuare degustazioni interne volte a valutare il potenziale dei nostri nettari, è una conseguenza naturale, che assume particolare interesse quando si parla del Pretoriano, Aglianico del Vulture Doc. Fra l’altro il protocollo di vinificazione di questo vino, pur adattandosi alle caratteristiche vendemmiali, rispecchia un’impostazione tradizionale rimasta costante negli anni: in questo modo le verticali che organizziamo assumono un significato “didattico” ancora maggiore». I MILLESIMI DA RICORDARE - Chiediamo, più nello specifico, quali siano le annate di maggior rilievo. «I millesimi più significativi del Pretoriano coincidono con le migliori vendemmie di uve Aglianico del Vulture: infatti questo vino, essendo la nostra massima espressione enologica, è prodotto solo nelle annate più favorevoli. Negli ultimi 20 anni, le più memorabili sono state le seguenti: 1993, 1996, 1997, 2001, 2003, 2007. In queste vendemmie si sono concentrati i fattori climatici e ambientali che hanno concorso alla produzione di uve eccellenti».
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