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Maison Abelé 1757: lo chef de cave Etienne Eteneau presenta il nuovo Rosé

12 Giugno 2025 Jessica Bordoni Francia
Maison Abelé 1757: lo chef de cave Etienne Eteneau presenta il nuovo Rosé

Un Brut Sans Année a base di uve Chardonnay (50%) e Pinot noir (50%) da macerazione del village Les Riceys, al confine con la Borgogna. Un cambio di rotta rispetto alla versione precedente, che si pone in linea con l’etichetta di punta, lo storico millesimato Le Sourire de Reims 

Innovare la quinta Maison di Champagne più antica del mondo non è impresa facile, ma i vertici di Abelé 1757 stanno dimostrando che è possibile. Oltre che molto stimolante. Avevamo già avuto modo di appurarlo l’anno scorso, partecipando all’evento di lancio del Blanc de Blancs Extra Brut; ne abbiamo avuto la riprova nelle scorse settimane, assaggiando in anteprima il nuovo Rosé della Maison, un Brut Sans Année che si pone in scia allo storico millesimato rosato Le Sourire de Reims, fiore all’occhiello della produzione aziendale. 

Un nuovo capitolo per costruire il futuro

Il nuovo corso di Abelé 1757 (che fino al 2019 si chiamava Henry Abelé) comincia nel 2020 con il cambio di proprietà – dal colosso spagnolo Freixenet al gruppo francese Nicolas Feuillatte – mantenendo però una strategia indipendente e una gestione e separata rispetto alla grande cooperativa champenoise. La figura centrale di questo passaggio è lo chef de cave Etienne Eteneau, che insieme alla direttrice generale Marie Gicquel, guida con appassionata determinazione la Maison in questo nuovo capitolo della sua storia. L’impronta originale non è stata stravolta, ma molte cose sono cambiate nel segno di una distintività più raffinata e di una sempre maggiore ricerca della purezza e del terroir che continua a mettere l’uva Chardonnay al centro degli assemblaggi.  

Terroirs e tempi lunghi di invecchiamento

Abelé 1757 è una Maison boutique con una produzione intorno alle 200 mila bottiglie all’anno, numeri più da vigneron che da négotiant. «L’obiettivo è fare grandi vini di Champagne orchestrati da uno spirito artigianale, in equilibrio tra innovazione ed heritage, forti di un parco vigneti dall’inestimabile valore», spiega lo chef de cave Eteneau. «Da noi vige l’arte di “collezionare terroirs” e oggi abbiamo a disposizione un approvvigionamento esclusivo grazie ai forti legami che la Maison mantiene con una trentina di famiglie di viticoltori appassionati in 23 differenti zone della denominazione». L’altro patrimonio preziosissimo sono le cantine sotterranee della Maison, ubicata al n.50 di Rue de Sillery a Reims dal 1880. «Due chilometri di cave di gesso modellate dalla mano dell’uomo nella roccia calcarea grezza, che si snodano una profondità di 20 metri. Questo labirinto ipogeo è il luogo ideale per la conservazione e l’invecchiamento delle bottiglie: minimo 3-4 anni per i Sans Année, 10 e oltre per i Millesimes».

Il nuovo Rosé della Maison è un Brut Sans Année

Le scelte produttive dello chef de cave

Nei suoi primi sei anni di attività, “il guardiano del tempo” Etienne Eteneau ha lavorato per innovare sia nel breve che nel lungo periodo la produzione. Ad esempio riducendo la gamma a sole cinque referenze e abbassando progressivamente i dosaggi. Ma anche migliorando l’iter di vinificazione, gli assemblaggi e la gestione dei Vins de Réserve, che sono aumentati dal 15 al 25% nelle cuvée. L’obiettivo finale è la freschezza anche nell’invecchiamento, unita ad una finezza cristallina. «Ho capito la potenzialità dei vini di riserva presenti in azienda e ho creato una riserva perpetua con partite risalenti agli anni ’20 del secolo scorso. Quanto ai millesimati, vengono concepiti solo in presenza di annate davvero eccezionali. Da qui l’eliminazione di alcune referenze nell’assortimento».

Le Sourire de Reims, il fratello maggiore

Prima di parlare della novità del Rosé Brut Sans Année, non si può fare a meno di ricordare Le Sourire de Reims, creato al termine della Grande Guerra, con la città e la cattedrale semi distrutte dai bombardamenti. «Questo Rosé è nato per finanziare la ricostruzione di una delle sue statue enigmatiche della Chiesa, raffigurante un angelo che sorride, ed è il vino di punta della Maison. Nasce dall’unione di Chardonnay della Côte des Blancs (Cramant e Bergères-Les-Vertus) per il 60% e Pinot nero della parte settentrionale della Montagna di Reims (Verzy, Verzenay) per il 40%, con una permanenza sui lieviti di 10 anni».

Genesi e obiettivi del nuovo Rosé della Maison

Il Rosé Brut Sans Année, al contrario, è un blend di Chardonnay della Maison (50%) e Pinot nero raccolto nei vigneti storici del villaggio Les Riceys, nella Côte des Bars ai confini con la Borgogna, che viene lavorato in macerazione (50%). I vini di riserva sono intorno al 30% e l’invecchiamento minimo è di 3-4 anni sui lieviti, con un dosaggio di 7 g/l. «So che in Italia lo Champagne Rosé ha ancora qualche passo da fare per sedurre tutti i palati e con questa nuova etichetta spero di essere sulla strada giusta», scherza Etienne Eteneau. «Per noi il Rosé ha un posto importante: su cinque referenze, due sono Rosé e Le Sourire de Reims rappresenta la nostra etichetta di punta».
Cinque anni fa, concependo il Rosé Brut Sans Année, lo chef de cave ha rotto completamente gli schemi con il passato, quando si produceva un rosato classico di assemblaggio con 90% del Brut e un saldo del 10% di vino rosso. «Volevo che il mio Rosé si avvicinasse il più possibile al Sourire de Reims, che fosse in qualche modo complementare al fratello maggiore. Volevo anche mantenere le caratteristiche di un rosato non millesimato e dunque freschezza, frutto, golosità».

Un Rosé dal fascino gourmand

Dopo varie prove, si è raggiunto il punto di equilibrio grazie alle uve di Chardonnay e il Pinot noir di Les Riceys, prodotto da macerazione. «Les Riceys è il comune champenois più vitato in assoluto e l’unico con una denominazione dedicata alla produzione di un vino fermo rosato. Il Pinot nero è il vitigno d’elezione e la nostra Maison lavora con le uve locali dagli anni ’50. Negli anni ’80, con un’altra azienda, abbiamo investito per creare un centro di vinificazione dei rosati. Parliamo quindi di una zona simbolo per la produzione di Abelé».
I vigneti sono esposti a sud, con sottosuolo di marne calcaree piuttosto dure che hanno la tendenza a stressare un po’ la vite. Il risultato è un Rosé dal fascino gourmand, con una veste rosa chiaro delicato e un bouquet sensuale dalle note di fragola, lampone, piccoli frutti rossi seguite da una stuzzicante speziatura dolce. Il sorso conferma quanto percepito al naso, con un attacco morbido e generoso, controbilanciato da una bella acidità e freschezza data anche dalla elevata percentuale di Chardonnay. Struttura, ricercatezza ed eleganza per un rosato che a scaffale viene proposto tra i 70 e i 90 euro. La distribuzione di Abelé 1757 in Italia è cosa recente e rigorosamente concentrata solo nel canale Horeca. Si punta a un posizionamento di fascia alta e la distribuzione è curata da AGB Selezione.

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