
Mâconnais: quattro nuovi Premier Cru a partire dalla vendemmia 2024

Si tratta di Les Longeays, Les Pétaux e Les Quarts all’interno dell’Aoc Pouilly-Vinzelles e Les Mûres nella Aoc Pouilly-Loché. Con questi ingressi oggi in regione sono diventati 26 i vigneti che si fregiano di tale status, sebbene manchino ancora i Grand Cru.
La Borgogna cresce fuori dalle aree più blasonate, come nel Mâconnais, la parte meridionale della regione dove l’Inao (Institut Nationale des Appellations d’Origine) ha approvato quattro nuovi Premier Cru a partire dall’annata 2024, tutti esclusivamente a base Chardonnay. Dopo i 22 climat promossi a Premier Cru all’interno della Appellation-Village Pouilly-Fuissé nel 2020, nel Mâconnais si contano ora 26 vigneti che possano fregiarsi di tale status, sebbene ancora manchino i Grand Cru.
Pochi ettari per le “gemme del Mâconnais”
Le nuove promozioni sottolineano, però, come l’area che abbraccia le colline soleggiate lungo la Saône per quasi 40 km tra Sennecey-le-Grand e Saint-Vérand, sia sempre più considerata una stella nascente del vino francese. Qui la vite ha una storia secolare legata alla fondazione da parte di Guglielmo I, conte di Mâcon, dell’abbazia di Cluny. Oggi lo Chardonnay ricopre l’80% degli ettari vitati, le denominazioni Pouilly-Fuissé, Pouilly-Loché, Pouilly-Vinzelles, Saint-Véran arricchiscono il valore del territorio, mentre piccoli climat vengono riconosciuti come Premier Cru. Les Longeays (7,50 ettari), Les Pétaux (2,76 ettari) e Les Quarts (12,45 ettari) all’interno dell’Aoc Pouilly-Vinzelles e Les Mûres (7,09 ettari) nella Aoc Pouilly-Loché sono le nuove “gemme del Mâconnais”. Così i viticoltori locali hanno definito i Premier Cru frutto di un lavoro quasi ventennale all’interno del labirinto burocratico del sistema di denominazione francese.
Le novità dietro ai nuovi promossi
La promozione ha richiesto studi geologici approfonditi sulla composizione del suolo e del terroir, oltre a ricerche storiche sugli appezzamenti e sulle zone climatiche. L’etichettatura come Premier Cru richiede, inoltre, la raccolta manuale, la limitazione delle rese a 58 ettolitri per ettaro rispetto ai 60 per i vini Aoc e l’invecchiamento fino al 1° luglio successivo alla vendemmia. Infine, per la prima volta in Borgogna, i produttori che vogliono ricorrere all’uso in etichetta dei nuovi Premier Cru dovranno rinunciare all’impiego di erbicidi in vigna. Quest’ultimo è un dettaglio che sottolinea l’impegno dei viticoltori verso la responsabilità ambientale.

La crescita del Mâconnais
Secondo quanto riportato su Decanter dal corrispondente locale Charles Curtis MW, spinti dai costi in aumento, molti viticoltori della Côte d’Or stanno oggi investendo proprio nel Mâconnais, i cui vini sono particolarmente ricercati come alternativa accessibile alla Borgogna più blasonata. D’altronde, in questa zona che segna il passaggio tra il nord e il sud della Francia vitivinicola, si produce la maggior quantità di vini bianchi di tutta la regione, comprese etichette di gran pregio importate e distribuite anche in Italia.
Pouilly-Fuissé, un riferimento
Riferimento enologico per tutto il Mâconnais, la denominazione Pouilly-Fuissé – Aoc istituita nel 1936 comprendente i quattro comuni di Solutré-Pouilly, Fuissé, Vergisson e Chaintré – dona bianchi dai toni primaverili, eleganti e affascinanti, ma anche ricchi e strutturati al naso, così come all’assaggio. I terreni argilloso-calcarei di origine giurassica misti a ghiaia conferiscono grande identità ai vini. Esemplari sono le etichette del Domaine J.A. Ferret, storica cantina di 18 ettari di vigneti coltivati a Chardonnay e oggi di proprietà della più grande Maison Louis Jadot. Il Pouilly-Fuissé importato da Gaja Distribuzione è realizzato con l’assemblaggio di uve provenienti dalle migliori parcelle dell’anfiteatro di Fuissé ed è un esempio di finezza e armonia tra ricordi di frutta e fiori bianchi insieme a marcate note minerali. Poco più della metà del vino (55%) è affinato in vasche di acciaio inox, mentre il restante 45% in botti non nuove.
Pouilly-Vinzelles per vini equilibrati
Istituita nel 1940, l’Aoc Pouilly-Vinzelles si estende tra Vinzelles e Loché per 52 ettari, di cui 22,71 sono oggi Premier Cru. L’area si può osservare anche dai finestrini del treno TGV all’altezza di Mâcon e si distingue per i terreni argilloso-calcarei a un’altitudine media di 200-250 metri con esposizione a est. Qui i vini hanno solitamente profumi sottili e raffinati con un bouquet marcato dai sentori di agrumi, di miele e acacia che evolvono nel tempo verso note tostate di mandorle e nocciole; in bocca risultano ricchi e strutturati, ma equilibrati da una spiccata acidità. Perfetti esempi sono il Pouilly-Vinzelles, Les Quarts, di Maison Trénel (Gruppo Meregalli), o il Pouilly-Vinzelles, Les Quarts, di Domaine la Soufrandière (Elemento Indigeno), quest’ultimo frutto di uve coltivate a dorso di cavallo in regime biodinamico.
Pouilly-Loché, grande varietà in una piccola denominazione
Aoc dal 1940, Pouilly-Loché conta all’interno del villaggio di Loché (ora parte del comune di Mâcon) 32 ettari, di cui 7,09 Premier Cru. Nonostante le ridotte dimensioni, quest’area è caratterizzata da un’ampia varietà di terroir che conferiscono ai vini caratteri anche molto diversi: a nord del villaggio si trovano vigneti più antichi con suoli contenenti scisti e arenarie che si riscaldano rapidamente al sole. A sud, verso Vinzelles, i suoli tornano a essere argilloso-calcarei e ricchi di ferro. Il Pouilly-Loché, Les Mûres, di Château de Loché (AGB Selezione) – tenuta le cui prime tracce risalgono al 1283 e che ancora oggi lavora per preservare l’ecosistema attraverso un’agricoltura biologica e biodinamica – è testimone della complessità di questo terroir con il suo ampio bouquet dalle note di frutta matura e pasticceria che raggiungono anche il palato, che chiude con un lungo e articolato finale.
Foto di apertura: Solutré-Pouilly, Francia © Sixième Rêve – Unsplash
Tag: Borgogna, Mâconnais© Riproduzione riservata - 22/01/2025
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