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Louis Roederer, ecosistema sostenibile in Champagne

24 Maggio 2025 Civiltà del bere
Louis Roederer, ecosistema sostenibile in Champagne
I vigneti di Louis Roederer si estendono per circa 250 ettari nei più blasonati Grand Cru e Premier Cru di Champagne

La storica Maison, distribuita in Italia in esclusiva da Sagna, sposa i principi della permacultura e della viticoltura rigenerativa, che assicurano la fertilità del suolo e la tutela della salute di chi lo lavora. Tra i progetti chiave ci sono un vivaio per la conservazione della variabilità genetica e l’uso dei cavalli in vigna

È una delle più celebri Maison di Champagne del mondo, nonché una delle ultime rimaste a conduzione familiare e indipendente. Sette generazioni e un patrimonio di vigneti che oggi si estende per circa 250 ettari nei più blasonati Grand Cru e Premier Cru fanno di Louis Roederer un’icona mondiale. Dal Cristal al Cristal Rosé, passando per la Collection e i Vintage: ogni cuvée è un inno alla purezza e alla meticolosa arte dell’assemblage.

La visione sostenibile della Maison Louis Roederer

In Italia la distribuzione è affidata in esclusiva a Sagna Spa, tra le più importanti società specializzate nell’importazione di fine wines e spirits, attiva dal lontano 1928. «Il presente della Maison Louis Roederer si concretizza in una visione sostenibile della viticoltura», spiega il direttore commerciale Carlo Alberto Sagna. «Questo approccio passa dalla conservazione degli ecosistemi, dalla tutela della biodiversità e dalla gestione responsabile delle risorse idriche con l’obiettivo di ridurre significativamente l’impatto ambientale. In un quadro globale contraddistinto dai cambiamenti climatici, la Maison Louis Roederer ha deciso di adattarsi con intelligenza, contribuendo attivamente all’attenuazione dei suoi effetti».

Permacultura e viticoltura rigenerativa

Nasce così la scelta della permacultura, che mira alla creazione di un ecosistema agricolo completo, e della viticoltura rigenerativa, che si impegna migliorare la qualità del suolo. Il tutto parte da un’attenta osservazione dei cicli della natura e dai suoi equilibri spontanei. «I terreni vengono nutriti con compost organici e preparati biodinamici, lavorati secondo rotazioni intelligenti e mai sottoposti all’uso di erbicidi o fertilizzanti chimici. Le lunghe maggesi, le coperture vegetali e la limitazione del lavoro meccanico assicurano da un lato la fertilità del suolo e dall’altro la protezione e la salute di chi è impiegato nei campi, che è meno esposto a sostanze chimiche».

I risultati e gli impegni futuri

Ad oggi sono oltre 200 gli ettari certificati Viticulture Durable en Champagne e Haute Valeur Environnementale; e 135 sono quelli condotti secondo i principi dell’agricoltura biologica: la più vasta superficie certificata in Champagne di un’unica Maison. Ogni scelta è guidata dalla promozione della circolarità e nei vigneti si utilizza biocarburante, in alcuni appezzamenti il lavoro viene svolto dai cavalli per ridurre l’impatto energetico. Queste scelte hanno contribuito a una crescita del contenuto di carbonio organico nei suoli tra l’11% e il 35% e a una riduzione fino al -50% dei gas serra. «Anche negli edifici adibiti alla produzione l’efficienza è centrale: un monitoraggio puntuale ha già consentito di ridurre del -10% i consumi energetici nell’area di tirage», precisa Carlo Alberto Sagna. Guardando ai traguardi da raggiungere, invece: entro il 2030 l’obiettivo è che il 100% delle superfici sia coperto da vegetazione spontanea per aumentare la fertilità e la resistenza alla siccità, riducendo al tempo stesso l’erosione del suolo; mentre le emissioni di carbonio per bottiglia, già diminuite del -25% negli ultimi dieci anni, dovranno calare di un altro -24%. Sempre entro la fine del decennio, si punta al riutilizzo del 10% delle acque di risciacquo e a una riduzione del -10% dei consumi idrici complessivi.

Il progetto In Vinifera Aeternitas

Tra i progetti chiave della visione sostenibile di Champagne Louis Roederer c’è In Vinifera Aeternitas: una pépinière (vivaio) dedicata alla conservazione della variabilità genetica della vite. «Questo progetto pionieristico rappresenta un impegno concreto verso il futuro e la salvaguardia del patrimonio viticolo, lascito naturale ancestrale della Maison, la cui unicità e diversità svolgono un ruolo di primo piano nell’identità dei vini e nella definizione del loro gusto unico. La selezione massale permette di selezionare ceppi con potenziale genetico differente, così da conservare e perpetuare questa diversità vegetale». Negli ultimi 10 anni nei vigneti sono stati piantati oltre 7 chilometri di siepi, al cui interno sono stati installati numerosi nidi per uccelli. «Un modello esemplare di agroforestazione che rigenera il paesaggio e rafforza la vitalità dell’ambiente circostante».

L’utilizzo dei cavalli in vigna

Un altro binomio da ricordare è quello tra la Maison e i cavalli. Camille Ory-Roederer, tra le figure più importanti nella storia aziendale, fu una grande appassionata di corse di cavalli nonché proprietaria di una scuderia molto famosa. «E se adesso ci recassimo nel village di Ay, all’interno della proprietà aziendale, vedremmo un gruppo di cavalli Belga intenti a camminare con forza tra i filari. Inclusi i vigneti che danno origine alla prestigiosa cuvée de prestige Cristal. Le 45 parcelle da cui nasce questo mitico Champagne, certificato biodinamico al 100% dal 2012, sono lavorate proprio con l’ausilio del cavallo».
Non un trend né una trovata di marketing: per Roederer il loro utilizzo è una scelta consapevole, soprattutto alla luce del cambiamento climatico che ha reso più frequenti gli eventi estremi.

I vantaggi di questo approccio

«L’impiego del cavallo permette di eliminare i mezzi meccanici riducendo le emissioni di CO2 e favorendo un lavoro più preciso anche nelle zone a maggiore pendenza. I suoli ne beneficiano: si evita la compattazione dei terreni provocata dai trattori e si preserva l’equilibrio del terreno e delle forme di vita che lo popolano. Gli zoccoli, meno invasivi rispetto alle ruote, salvaguardano le piante, che sviluppano radici migliori e hanno una resa superiore». Tra gli aspetti da considerare ci sono poi il risparmio sui combustibili e sui costi di manutenzione e riparazione delle macchine agricole. «Tra uomo e cavallo si crea un’intesa magica, fatta di rispetto e fiducia. Per la Maison il lavoro a trazione animale non significa guardare al passato ma volgersi al futuro».

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