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Le Marchesine: Franciacorta firmato Valade (Champagne). La nostra degustazione

27 Giugno 2014 Jessica Bordoni
L'appuntamento è a Passirano, tra le verdi colline di Franciacorta. Ci accoglie Loris Biatta, carismatico proprietario de Le Marchesine, 47 ettari di vigne tutti iscritti agli albi Franciacorta Docg e Curtefranca Doc. «La mia famiglia», precisa il produttore bresciano, «si dedica al vino da almeno cinque generazioni, ma la fondazione della Cantina risale al 1985, a opera di mio padre Giovanni». Dopo una lunga carriera da agente per altre Case vinicole, nel Duemila Loris Biatta torna in azienda e ne assume il comando. In pochi anni le bottiglie passano da 40 mila a 450 mila e la percentuale di export raggiunge il 20%, circa 15 punti in più rispetto alla media franciacortina, ferma al 5%. LA CONSULENZA DI VALADE E LA ZONAZIONE - Dal un lato gli investimenti e l'innovazione; dall'altro la ricerca dell'autenticità, la volontà di produrre bollicine Metodo Classico Docg capaci di esprimere al massimo le potenzialità del territorio, o meglio dei singoli vigneti. Il sistema a pergola viene sostituito dal Guyot e si procede a un accurato lavoro di zonazione. «Le Marchesine vanta una collaborazione decennale con l'enologo francese Jean Pierre Valade», spiega Biatta, «tra i membri dell'Istituto enologico di Champagne nonché consulente di grandi Maison come Ruinard e Selosse. Dalla produzione francese c'è molto da imparare, soprattutto in termini di novità tecnologica, ma io sono un profondo sostenitore del Franciacorta. Amo la mia terra e i suoi frutti». DAL BRUT AL ROSÈ - Da questo amore nascono numerose etichette, tutte vinificate in vasche d'acciaio. La degustazione comincia con il Franciacorta Brut, cuvée di uve Chardonnay (60%), Pinot bianco (25%) e Pinot nero (15%) che affina 25 mesi in bottiglia prima di essere messa sul mercato. Alla vista si offre brillante, con un perlage fine e prolungato; in bocca è fresco e pulito, con sentori di frutti esotici e sambuco già distinti al naso. Poi è la volta dell'Extra Brut, dal piglio deciso e minerale, con note di mela, pesca e nocciola, e finale decisamente persistente. Spazio poi al Satèn, Chardonnay in purezza, affinato in piccole botticelle di quercia di Allier, che conquista per la sua elegante morbidezza e il suo ricercato equilibrio. Si cambia uvaggio con il Rosé (in assaggio il millesimo 2008), molto ricercato nei suoi profumi di lampone e petali di rosa, con una caratteristica nota sapida al gusto. I TOP DI GAMMA - Grande eleganza anche per il Blanc de Blanc Millesimato 2007, con aromi di albicocca e camomilla, cremoso e con un lieve sentore balsamico. A seguire, il suo "gemello diverso", il Blanc de Noir Millesimato 2007, dove spiccano sentori complessi di biscotto, burro, e confettura di arance. Al gusto si distinguono anche note di erbe mediterranee. Il gran finale è rappresentato dalla trilogia del Secolo Novo: Brut, Giovanni Biatta Brut Nature, dedicato al fondatore de Le Marchesine, e Dosaggio Zero. Tutte le uve provengono esclusivamente dal vigneto cru La Santissima di Gussago, a circa 270 metri d'altezza. Il terreno, con presenza di marna rosa, conferisce ai prodotti una speciale mineralità, con lunghi finali ammandorlati. «Suadenza, eleganza, ma anche e soprattutto una grande beva», chiosa Loris Biatta, «i pilastri dello stile Le Marchesine».

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