In Italia

In Italia

Le 50 vendemmie di Piero Antinori

28 Luglio 2015 Civiltà del bere

Stefano Tesi

  Ascoltando Piero Antinori a VinoVip 2015, durante il talk show dedicatogli per festeggiare le sue prime 50 vendemmie, veniva da chiedersi se fossero più gli aneddoti che, tra interviste e libri (Il profumo del Chianti e Tignanello. Una storia toscana), aveva già raccontato o quelli che ancora aveva da raccontare. Da bravo comunicatore, lui ovviamente non ha fatto nulla per dissipare il dubbio. Ma c’è da scommettere che la seconda risposta sia quella più vicina alla verità (guarda il video integrale della degu-conversazione https://youtu.be/dP8GvEGRMmU).

Quanti aneddoti ancora inediti?

Non rimane che attendere che il marchese si decida a mettere in piazza nuovi episodi sconosciuti. Come quando, ha raccontato, la sua mamma fu chiamata dalla maestra dell'asilo preoccupata per il fatto che lui, a tavola, “girava i bicchieri d’acqua”: era ignara che il bambino imitava in classe quello che a casa vedeva fare ai grandi, cioè degustare il vino “girandolo” nel calice. Anche perché in chiusura Antinori si è fatto sfuggire un allusivo «oltre a lavorare, mi sono divertito tanto» seguito da un ancora più allusivo: «…e il divertimento continua».

In dialogo con Piero Antinori: non solo vino

Tra le reminiscenze degli esordi, quando fu chiamato non ancora trentenne dal padre Niccolò alla guida dell’azienda di famiglia, e un futuro in cui il marchese si dice pronto a tuffarsi, nel talk show c’è stato spazio anche per racconti, considerazioni, spigolature. Affrontando le quali l’uomo del vino italiano più famoso del mondo si è sovente avventurato su temi paralleli, divagando da par suo nel mare magnum delle cose eroiche. A Piero Antinori, ad esempio, non piace la Borsa, nel senso delle aziende vinicole che si fanno quotare: pensa che si tratti di mondi troppo distanti. Poi c’è la storia delle tante “P”: come Piero, ovviamente, ma anche come passaggio generazionale, come pazienza, come passione.

Cinque bottiglie simbolo della sua vita

A interromperlo, solo gli assaggi che la “degu-conversazione” aveva previsto come intercalare della chiacchierata sull’Antinori-pensiero: Guado al Tasso, Vermentino di Bolgheri Doc 2014, Cervaro della Sala, Umbria Igt 2013, Tormaresca Trentangeli, Castel del Monte Rosso Doc 2012, Villa Antinori, Chianti Classico Riserva Docg 2012 e, ovviamente, Tignanello Toscana Igt 2012. Quanti ne bastavano per un lungo excursus che ha acceso i riflettori su molti argomenti. La chiacchierata continua su Civiltà del bere luglio-agosto 2015! In edicola e nel nostro shop da metà agosto in poi. Buona lettura!

In Italia

Cadgal, l’altra faccia del Moscato d’Asti

Alessandro Varagnolo, che guida la Cantina piemontese dal 2023, mira a dare […]

Leggi tutto

VinoVip al Forte: alla 3^ edizione del summit riflettori puntati sui grandi bianchi e sui giovani

La biennale “marittima” di Civiltà del bere si è svolta l’8-9 giugno […]

Leggi tutto

9 Morellino del Cuore + 1 di vecchia annata

I 10 campioni di Tenuta Agostinetto, Poggioargentiera, Cantina Vignaioli del Morellino di […]

Leggi tutto

La linea Ritratti di La-Vis si rinnova

Rinasce la storica gamma della Cantina trentina che comprende Sauvignon, Chardonnay, Gewürztraminer, […]

Leggi tutto

Monteverro all’Enoluogo: il grand vin bordolese-mediterraneo sfida il tempo

Il salotto milanese di Civiltà del bere ha ospitato una verticale di […]

Leggi tutto

Il futuro del Cannonau è giovane

Non solo rosso, ma anche spumante, rosato, passito e liquoroso. È quanto […]

Leggi tutto

Breve giro in Calabria, tra pionieri ed emergenti

Durante il Vinitaly abbiamo incontrato cinque imprenditori, dalle storie molto diverse, che […]

Leggi tutto

Il Ludwig di Elena Walch è il miglior Pinot nero d’Italia

Seguono a stretto giro la Riserva Burgum Novum di Castelfeder e la […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati