Scienze

Scienze

La ricerca dell’identità nell’era della globalizzazione

10 Settembre 2021 Giancarlo Vettorello
La ricerca dell’identità nell’era della globalizzazione

A luglio ci siamo interrogati su un tema nevralgico che investe i territori, i quali devono promuovere una propria identità tenendo conto di due forze talvolta contrastanti, quella dell’affermazione di uno stile di brand, del singolo produttore, e quella di caratterizzare le denominazioni al fine di renderne riconoscibili i vini.

Ci ha scritto Giancarlo Vettorello, che ha diretto un importante Consorzio di tutela e che oggi coordina l’Ufficio Vitivinicolo Federazione Regionale Coldiretti Veneto. Volentieri proponiamo la sua riflessione:

Come far convivere campanile e globo?

identità
Giancarlo Vettorello

Il tema affrontato da Alessandro Torcoli nell’editoriale “Verso un Medioevo illuminato” mi è particolarmente caro e, per dirla in sintesi, mi trova perfettamente d’accordo con le tesi dell’autore. La convivenza tra spinte globalizzatrici dei grandi gruppi e rivendicazioni o meglio evidenze locali, è non solo possibile ma, dal mio punto di vista, auspicabile. Anche perché, diciamolo subito, spesso nella stessa azienda, in Italia, convivono linee o marchi, dedicati a molti diversi segmenti. Soprattutto per una viticoltura, come quella italiana, fatta di tante diversità ambientali, varietali, colturali e culturali.

L’esempio del Nobile di Montepulciano

Una sintesi che mi sembra sia riassunta in modo perfetto dal caso del Nobile, dove i produttori di Montepulciano, con grande intelligenza, hanno prima introdotto il termine Toscana, che aiuta i consumatori internazionali e non solo a identificare una origine chiara; e poi con le Pievi porta “per mano” i più curiosi ed esperti a conoscere le differenze che esprime quel territorio/denominazione. Oltretutto con un termine, Pievi, che personalizza e dà una identità specifica alla sottozona o alle Uga.
Altrettanto interessante trovo la svolta del Chianti Classico, che spero usi le sue nuove Uga, per dare “sostanza” alla Gran Selezione. Gran Selezione, che ha già mostrato molte cose buone, e  che troverebbe, a mio parere, un ulteriore “radicamento” territoriale. Diversamente ed inevitabilmente le nuove Uga, se vivessero di vita autonoma,  diventerebbero motivo di complessità eccessiva.

L’obiettivo comune è la valorizzazione del vino italiano

Uga, Sottozone, Mga, servono, a mio parere, solo se vengono utilizzate per spiegare una complessità vera, se servono a guidare alla scoperta delle diversità che le denominazioni, soprattutto quelle storiche, spesso contengono. Forse, ma è solo un elemento di riflessione, le Uga, si dovrebbero utilizzare solo per le Docg, cioè per le Denominazioni di particolare valore. Credo che darci una “disciplina” stringente aiuterebbe tutti. Dai produttori, a non disperdersi in dettagli poco percepibili. Ai consumatori, che troverebbero nella coerenza del sistema, una guida per “navigare” nel mare complesso e bellissimo del vino italiano. Cavalieri della Globalizzazione e Cavalieri dei Microterritori, possono e devono lavorare insieme, anche perché molti consumatori “globali” passano con molta disinvoltura, dalla mega marca, alla microzona, nell’arco della stessa giornata.

Foto di apertura: © C. Arias – Unsplash

Questo articolo fa parte de La Terza Pagina, newsletter a cura di Alessandro Torcoli dedicata alla cultura del vino. Ogni settimana ospita opinioni di uno o più esperti su temi di ampio respiro o d’attualità. L’obiettivo è stimolare il confronto: anche tu puoi prendere parte al dibattito, scrivendoci le tue riflessioni qui+
Il tuo contributo sarà raccolto e pubblicato insieme a quello degli altri lettori.

Per ricevere La Terza Pagina iscriviti qui+

Scienze

Dealcolazione: sì, no, come. Il punto di vista di tre enologi italiani

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

Dealcolati, una partita appena iniziata. Tra false leggende e sviluppi tecnologici in divenire

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

Open Impact, un aiuto per percorrere la strada della sostenibilità

La digital company Open Impact è in grado di convertire le incombenze […]

Leggi tutto

E se vi dicessimo che una bottiglia inquina meno di una bistecca?

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

Il vino che sarà: rossi figli connubio vitigno-territorio secondo Mario Ronco

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

Il vino che sarà: bianchi identitari ed emozionali secondo Graziana Grassini

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

Il vino che sarà: tecnologia e piante geneticamente migliori secondo l’agronomo Paolo Storchi

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

Il vino che sarà: la vocazione viticola, un’idea di futuro secondo il professor Attilio Scienza

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

Acqua, vino e microplastiche

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati