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La novità? Canaiolo nero al 100%

26 Marzo 2019 Roger Sesto
La novità? Canaiolo nero al 100%

Già citato nel 1303 dal De Crescenzi, la storia del Canaiolo nero è antica. Il suo nome pare derivare dal fatto che l’invaiatura cade nei dies caniculares, compresi tra il 24 luglio e il 24 agosto; anche se taluni pensano sia originato dal suo caratteristico gusto amaricante dai ricordi di rosa canina.

Dotato di grappolo mediamente grande, tozzo e spargolo al contempo, con acini dalla buccia consistente, pruinosa, blu-violacea, matura in genere a fine settembre. Diffuso soprattutto in Toscana, la sua rarità non sta tanto nel fatto di avere una limitata produzione, ma soprattutto è dovuta alla pratica secolare di utilizzarlo come vitigno di supporto, mentre da alcuni anni un piccolo numero di produttori si sta adoperando per la sua vinificazione in purezza, con risultati anche ottimi.

Il grande grappolo di Canaiolo nero

Il Canaiolo 100% di Bibi Graetz, concentrato e corposo

Tra questi spicca il concentrato e ricco Toscana Igt Canaiolo di Bibi Graetz di Fiesole (Firenze). Si ottiene da vigne di oltre 60 anni, allevate a Guyot su terreni ricchi di scheletro, con presenza di argille e galestro, ubicate tra Vincigliata, Fiesole, Rufina, Greve in Chianti e Panzano in Chianti. La vinificazione si svolge in barrique aperte, con numerose follature, a cui segue un affinamento in piccole botti di 18 mesi. In bottiglia per 12 mesi.

Per conoscere gli altri autoctoni della Toscana clicca qui

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