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La firma di Riccardo Cotarella in 19 aziende e 53 etichette

La firma di Riccardo Cotarella in 19 aziende e 53 etichette

A tu per tu con Riccardo Cotarella. Il 10 luglio a VinoVip Cortina abbiamo incontrato il celebre enologo consulente e alcune delle sue principali creazioni in bottiglia, elaborate in 49 anni di carriera. In degustazione al Cristallo Hotel Spa & Golf c’erano etichette leggendarie e alcune belle novità che portano la firma di Riccardo Cotarella, presentate personalmente dai titolari di 19 aziende dove l’enologo presta consulenza. In tutto 53 viniLeggi l’elenco completo

Nati nel vino

Partiamo dalla Cantina di famiglia. Famiglia Cotarella è guidata dai fratelli Riccardo e Renzo ed è unita nella conduzione dell’azienda nata nel 1979 sul territorio di Montefiascone, poi estesa anche alla provincia di Terni, in Umbria. Oggi le tenute sono in mano alle figlie dei due enologi: Dominga, Marta ed Enrica, che qui producono vini con l’obiettivo di dimostrare la vocazione alla qualità delle loro terre. «Siamo nate nel vino ed è stato un percorso naturale che ci ha portate a crescere insieme all’interno della nostra Cantina», afferma Enrica Cotarella.

Il legame con la Campania

Un forte legame lega l’enologo dal 1994 anche alla Cantina casertana Galardi: Terra di Lavoro, unico vino dell’azienda ottenuto da uve Aglianico e Piedirosso, è un’etichetta che ha fatto la storia moderna dell’enologia campana. La Campania è un territorio ricorrente nel lavoro di Cotarella, che ha prestato la sua esperienza anche a La Guardiense, cooperativa agricola attiva da oltre 50 anni nel Sannio e che conta 1.000 soci (da cui l’etichetta I Mille per l’Aglianico), 1.500 ettari di vigna, 200.000 quintali di uve e 2 vitigni simbolo: Falanghina e Aglianico.

A sud tra grandi cooperative e regioni emergenti

Altra cooperativa vinicola seguita da Cotarella è la pugliese Cantine Due Palme costituita nel 1989 a Cellino San Marco per volontà di Angelo Maci, fino ad arrivare a 1.000 conferitori e 2.500 ettari di vigna nelle province di Brindisi, Taranto e Lecce. Da subito la principale sfida è stata la sostenibilità, così come alle Cantine Monrubio, che hanno da sempre lavorato per valorizzare e migliorare il patrimonio vitivinicolo del proprio territorio, obiettivo a cui si aggiunge anche Di Majo Norante:«La scelta della guida di Riccardo Cotarella è nata alla metà degli anni Novanta con lo scopo di far emergere la tradizione enologica del Molise e adeguare ai gusti moderni vini come la Tintilia», afferma Alessio Di Majo, alla guida della Cantina di proprietà da generazioni.

La tradizione benedettina

Sulla buona strada verso la modernità, ma con origini decisamente lontane nel tempo, è la Fondazione Istruzione Agraria in Perugia, ereditata dai monaci benedettini e posta sotto la vigilanza del Miur con grande attenzione per il settore vitivinicolo. Con la collaborazione di Cotarella, i responsabili del progetto si augurano di creare nuovi prodotti, ma con lo sguardo sempre verso la tutela del patrimonio storico che custodiscono.

Ispirato all’Amarone

Dal sud, al centro fino al nord, la mano dell’enologo arriva anche tra la Valpolicella e l’area del Bardolino, dove si trova da 4 generazioni l’azienda della famiglia Cottini, impegnata nella rielaborazione dei metodi tradizionali. Il curioso caso di Ca’linverno Rosso Veronese Igt, è esemplare: si tratta di una vendemmia tardiva con successivo appassimento delle uve: un’evoluzione dell’Amarone fuori dalla Valpolicella. La Cantina sorge sulla collina che dà il nome all’azienda: Monte Zovo.

Rompere con il passato

In alcuni casi l’intervento di Cotarella è stato rivoluzionario, anche per Cantine con diversi anni di storia: è il caso di Valle di Assisi, attiva dal 1999, ma che con l’etichetta Accapo (Grechetto Assisi Dop) ha voluto mettere un punto e scrivere un nuovo capitolo della sua storia con l’aiuto del Wine Research Team, con cui è stato lanciato anche il vino Assenza, Umbria Rosso Igp, senza solfiti aggiunti.

Quando la svolta diventa tradizione

Fondata inizialmente come “Enopolio di Taurasi Società Cooperativa”, Antica Hirpinia nel 1993 ha prodotto la prima bottiglia Taurasi Docg ancora gelosamente custodita. Ma è nel 2016 che la Cantina decide per una svolta: ha conservato la collaborazione di 5 soci e ha rilanciato il marchio accompagnando la rivoluzione interna a investimenti in vigna e in cantina. Diversi i primati registrati dall’azienda Decugnano dei Barbi, che nel 1978 produsse il primo Metodo Classico umbro e nel 1981 la prima muffa nobile italiana. A dare supporto alla famiglia Barbi è, ancora una volta, l’umbro Cotarella.

Arte, vino e contemporaneità

Vino e arte s’intrecciano, invece, a Villa Sandi, una delle più affermate Cantine dell’area del Prosecco, ma anche lussuosa Villa palladiana immersa tra le colline della Marca Trevigiana. Qui opera da diverse generazioni la famiglia Moretti Polegato che promuove su basi moderne la coltura e la cultura della vigna. Anche nell’area del Piave, da Barollo, dove la consulenza di Cotarella è attiva da 15 anni, si punta alla contemporaneità del vino italiano (“Contemporary Italian Wines”, è questo il motto dei fratelli Barollo), concentrando la produzione su vini da vitigni internazionali, tra cui l’interessante Frank, Rosso Veneto Igt Cabernet Franc 100%.

I “vignaioli per passione”

Lo dichiara fin dal nome scelto per la sua nuova azienda: Vespa Vignaioli per passione. «Ho ceduto alla follia di diventare vignaiolo per passione», racconta Bruno Vespa, che insieme ai figli ha deciso di investire sulla Puglia del vino, a Manduria. La collaborazione con Cotarella è nata insieme all’azienda che oggi consta di 34 ettari impiantati a vitigni autoctoni come Primitivo e Negroamaro: da quest’ultimo è ottenuto il Brut Rosé Metodo Classico NoiTre. Il vino è la passione anche del cardiologo Antonio Colombo, che a metà degli anni Duemila ha rilevato Cascina Pastori, una Cantina modello nella Langa astigiana di Bubbio, dove insieme a Cotarella ha lanciato la sfida di valorizzare il territorio con il Pinot nero. Dall’imprenditoria nel settore dell’acciaio al vino il passo non è poi così lungo: anche se i prodotti della Cantina chiantigiana Vallepicciola di Bruno Bolfo sono affinati per la maggior parte in legno. Oltre al Sangiovese, la produzione è dedicata in particolare ai vitigni internazionali, tra cui il Pinot nero Boscobruno.

Fotografi, giornalisti, imprenditori o cardiochirurghi

Famosi imprenditori sono anche Gianmarco e Letizia Moratti, che al Castello di Cigognola, nel cuore dell’Oltrepò Pavese, producono vino da 28 ettari in cui vengono privilegiate le varietà Pinot nero e Barbera, le principali del territorio. Negli anni ’80 Silvia Imparato faceva, invece, la fotografa. Ma da un’amicizia con un gruppo di appassionati di vino e con Riccardo Cotarella nasce Montevetrano, antica tenuta di famiglia all’interno del Parco regionale dei Monti Picentini. Dei 26 ettari della proprietà, 5 sono vitati e l’omonimo vino che dà lustro all’azienda è un blend di Cabernet Sauvignon, Merlot e Aglianico. Infine, Cotarella può annoverare tra le sue collaborazioni anche il colosso produttivo della Holding Agroalimentare di Generali Italia: Genagricola, che possiede 10 tenute vinicole nelle regioni più vocate: come Torre Rosazza in Friuli, Bricco dei Guazzi in Piemonte, Tenuta Sant’Anna e Costa Arènte in Veneto.

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© Riproduzione riservata - 15/07/2017

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