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Ioppa scommette sulla Vespolina

11 Luglio 2017 Roger Sesto

«Sicuramente la nostra azienda ha un debole per questo vitigno», dichiara Andrea Ioppa, dell’omonima azienda di Romagnano Sesia (Novara). «Da sempre ci crediamo tantissimo, sperimentiamo e cerchiamo di renderlo molto importante. Purtroppo non molti sul territorio la pensano così, quindi è sempre difficile proporlo e divulgarlo. Ben che vada si trovano in commercio Vespolina giovani, semplici, di pronta beva, ma la Vespolina ha un grandissimo potenziale e se ne può ricavare un grande vino, partendo da un accurato lavoro in vigna».

Un legame profondo da sette generazioni

Il rapporto tra Ioppa (realtà fondata nel 1852) e questa varietà viaggia di pari passo con la stessa storia della Cantina, ormai giunta alla settima generazione; il vitigno è sempre stato presente nella gamma aziendale. Riprende Andrea: «Solitamente per i rossi quotidiani venivano utilizzate Uva rara e Croatina, viceversa la Vespolina si riservava per i vini in bottiglia, da grandi occasioni. Vi sono studi che dimostrano che la Vespolina (con la Freisa) è un progenitore del Nebbiolo; sicuramente è un vitigno preesistente a quest’ultimo».

Una varità che ama la luce e il vento

Trattasi di varietà molto delicata e sensibile alle malattie, che necessita di un’attenta defogliatura per fare arieggiare le bacche e irrorarle di luce e che predilige suoli limoso-argillosi; dalla partenza vegetativa piuttosto lenta, durante l’estate il suo andamento fenologico si velocizza portando l’uva a una maturazione piuttosto precoce. «Noi abbiamo vigneti di Vespolina sia a Romagnano Sesia sia a Sizzano. Nonostante la poca distanza, c’è una differenza enorme di microclima e, di conseguenza, un modo diverso di lavorazione. Nel primo caso ci si trova in un contesto ventilato, che comporta una grande sanità dell’uva, il che consente una sua raccolta tardiva, a metà ottobre, assieme al Nebbiolo. A Sizzano l’ambiente è più umido, pertanto non appena l’uva è matura, a fine settembre, occorre subito vendemmiarla».

Tre declinazioni diverse per quest’uva delicata

Ioppa ne produce al momento tre versioni (in purezza): il Coda Rossa, da bacche di Sizzano; semplice, beverina, vinificata in acciaio. Quindi una versione da uve di Romagnagno, anche’essa come la prima Colline Novaresi Doc, che dà un vino più importante, frutto di una macerazione fino a 50 giorni e di un affinamento di 4 anni in botti grandi e 2 in bottiglia. Infine, la Stransì, una Vespolina passita, lungamente affinata.

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L’articolo completo è su Civiltà del bere 3/2017. Per continuare a leggere acquista il numero sul nostro store (anche in digitale) o scrivi a store@civiltadelbere.com

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