In Italia In Italia Elena Erlicher

Top delle guide vini 2020. Due bordolesi al vertice

Top delle guide vini 2020. Due bordolesi al vertice

Per il secondo anno di seguito, Sassicaia e San Leonardo si confermano migliori vini del 2020. Scendendo di un gradino dal podio, a pari merito si piazzano il Barolo Monfortino di Giacomo Conterno, le bollicine del Giulio Ferrari, i rossi toscani Solaia di Antinori, Grattamacco e Cepparello di Isole e Olena, il Trebbiano d’Abruzzo di Valentini.

La classifica completa è nel Top Guide Vini 2020

Nel Paese dai mille campanili qualcuno riesce ancora ad accordarli e a farli suonare all’unisono. E questo per ben due volte e per due anni di seguito. Stiamo parlando del Sassicaia e del San Leonardo, i due grandi bordolesi di Bolgheri e delle Dolomiti ai vertici del nostro Il Top delle guide vini 2020, che sono riusciti a mettere d’accordo anche per questa edizione la critica nazionale.

Presentiamo i giudici

La superclassifica di Civiltà del bere, infatti, combina i giudizi di eccellenza delle principali Guide italiane segnalando le etichette e le Cantine più premiate. Il nostro best-seller prende in considerazione i quattro tralci di Ais Vitae (i vini da 91 punti), i cinque grappoli di Bibenda, i faccini di Doctor Wine (etichette superiori a 95 punti), i tre bicchieri del Gambero Rosso, i Vini Slow e i Grandi Vini di Slow Wine, le tre stelle oro (già super tre stelle) Veronelli e le bottiglie incluse negli elenchi dell’Espresso, cioè i 100 rossi, i 100 bianchi, i 100 spumanti, i 30 rosati e i 30 dolci.

I tagli bordolesi nostrani, Sassicaia e San Leonardo, ancora una volta primi

Per tornare ai nostri due neocampioni (grandi rossi a base di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Carmenère), nell’eterno confronto tra vitigni internazionali e autoctoni a spuntarla anche questa volta sono stati i primi. Nel caso del San Leonardo, Vigneti delle Dolomiti Igt (premiato con l’annata 2015), le uve “cittadine del mondo” hanno trovato casa ormai da tempo immemore nella Valle dell’Adige, tra le pendici del monte Baldo e i monti Lessini, dove si trova l’omonima tenuta dei marchesi Guerrieri Gonzaga. I grappoli che danno vita al Sassicaia, Bolgheri Sassicaia Doc (premiato con la 2016), hanno fissato la loro dimora fin dagli anni ’40 del secolo scorso nella Maremma resa celebre dai versi di Giosuè Carducci, su terreni morfologicamente simili alle Graves di Bordeaux di Tenuta San Guido.

I primi vini da vitigni autoctoni al secondo gradino del podio

Per trovare i primi vini da uve “nostrane”, bisogna scendere un gradino dal podio e scorrere l’elenco delle 6 etichette che hanno ottenuto la citazione d’eccellenza su 6 delle 7 Guide analizzate. Qui se incontrano ben tre: un Barolo (Monfortino Riserva Docg 2013 di Giacomo Conterno), un Sangiovese (Cepparello, Toscana Igt 2016 di Isole e Olena) e un bianco (Trebbiano d’Abruzzo Doc 2015 di Valentini), il più blasonato della sua categoria che fa capolino nel solito mare magnum dei rossi. L’eccezione che conferma la regola: la supremazia rossista nella critica nazionale regna incontrastata. La lista dei rossi al vertice comprende anche i Supertuscan Solaia, Toscana Igt 2016 di Antinori e il Grattamacco, Bolgheri Rosso Superiore Doc 2016 dell’omonimo Podere. Tra le 5 eccellenze si contano 25 rossi su 36 vini premiati, e cioè quasi il 70%.

Giulio Ferrari 2008 miglior spumante in assoluto

Nel campionato degli spumanti quest’anno siede da solo al comando il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore, Trentodoc Extra Brut 2008 di Cantine Ferrari. Le bollicine trentine hanno sbaragliato quelle di Franciacorta dell’Annamaria Clementi Riserva 2009 di Cà del Bosco e del Bagnadore Riserva 2011 di Barone Pizzini, per non parlare del conterraneo Madame Martis Trentodoc Riserva Brut Rare Vintage 2009 di Maso Martis, tutti e tre fermi alle 5 eccellenze. Se si considerano le denominazioni, invece, la situazione si ribalta, con i Franciacorta che vincono sui Trentodoc 9 a 6, entro le 3 eccellenze.

Best Prosecco? Astoria e Villa Sandi. Ben Ryè è primo tra i dolci

Ed è a questo punto (le 3 eccellenze) che troviamo anche i primi due Prosecco. Si tratta di Arzanà di Astoria e Vigna la Rivetta di Villa Sandi, entrambi Valdobbiadene Superiore di Cartizze Docg. Premiati con 3 eccellenze anche un Alta Langa Docg (Zero Riserva 2013 di Enrico Serafino) e un Alto Adige Doc (1919 Riserva 2013 di Kettmeir). Sul fronte dei dolci e dei passiti la medaglia d’oro se la aggiudica un habitué della categoria, il Ben Ryè, Passito di Pantelleria Doc 2016 di Donnafugata, a cui va anche il merito di essere l’etichetta siciliana più premiata.

Barolo e Barbaresco i preferiti dalle Guide

Ma qual è la denominazione più amata dai giudici italiani? Osservando la graduatoria entro le 3 eccellenze, a non tradire le aspettative è, come sempre, il Barolo che, tra cru, Riserva e annata, conta ben 33 etichette. Le Cantine che vantano i propri vini ai vertici, oltre al già citato Giacomo Conterno (con il Monfortino Riserva 2013), sono Fratelli Alessandria (Monvigliero 2015), Elio Grasso (Ginestra 2015), Bartolo Mascarello (annata 2015), Giuseppe Rinaldi (Brunate 2015) e Vietti (Villero Riserva 2012). A seguire, non insidiandone minimamente il primato, è il Barbaresco con 14 etichette. E i principi della denominazione sono Ceretto con il Barbaresco Asili 2016, Gaja con il Sorì Tildin 2016 e Bruno Giacosa con il Barbaresco Asili Riserva 2014.

Brunello di Montalcino al terzo posto con 12 referenze

Al terzo posto troviamo il Brunello di Montalcino, con 12 referenze, ma la migliore (cioè quella ad essersi aggiudicata 5 eccellenze su 7) è la Riserva Poggio al Vento 2012 di Col d’Orcia. Un altro grande vino toscano della tradizione come il Chianti Classico si ferma a 6, cioè alla metà dei Brunello premiati. Qui a emergere sono Il Puro Vigneto Casanova 2015, la Gran Selezione di Castello di Volpaia, e il Campitello 2016, la Riserva di Monteraponi. Queste, però, sono solo gocce nel mare dei Supertuscan che hanno collezionato in tutto ben 35 riconoscimenti, pur afferendo a diverse denominazioni (Toscana, Costa Toscana, Colli della Toscana Centrale, Alta Valle della Greve, Cortona, Bolgheri, Maremma, Valdarno di Sopra).

In Veneto l’Amarone ottiene 11 eccellenze

Spostandosi in Veneto emerge un altro grande rosso come l’Amarone, con 11 vini che hanno meritato la citazione d’eccellenza. I più apprezzati sono il Bertani Classico 2011 e il De Buris Classico Riserva 2009 di Tommasi. Altre regioni hanno il loro cavalli di punta, come il Montiano 2017 della Famiglia Cotarella che corre per il Lazio e il Turriga 2015 di Argiolas per la Sardegna, entrambi a 5 eccellenze.

Il testo è tratto dal Top Guide Vini 2020 di Civiltà del bere. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la guida effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare il Top Guide Vini 2020 su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

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© Riproduzione riservata - 21/02/2020

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