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Il “nuovo” Sangiovese di Drei Donà

15 Luglio 2010 Roger Sesto
Tra le più note aziende forlivesi, spicca per la sua disinvolta capacità di vinificare tanto uve autoctone – Sangiovese in primis e Negretto Longanesi – quanto internazionali – Cabernet Sauvignon e Chardonnay. Ci racconta Giovanna Drei Donà: «Sangiovese di Romagna Superiore Pruno Riserva e Magnificat Cabernet Sauvignon sono vini di cui conserviamo lo storico di tutte le annate (dal 1989) e che sono stati voluti da mio marito fin da allora col preciso scopo di dimostrare che anche in Romagna si possono fare vini di lunga vita. Pure del Graf Noir abbiamo tutte le annate, così come dello Chardonnay Il Tornese, il cui 1995 è ancora eccezionale. Essendo però Sangiovese e Cabernet i nostri vitigni principe, mi sembra più giusto parlare di loro. Fra le annate storiche di Pruno (ora siamo in commercio con la 2006), quella che più ci ha dato e ci dà soddisfazioni è la 1993: un millesimo particolarmente caldo, capace a nostro giudizio di ben dimostrare le potenzialità e la solarità del nostro territorio, sfatando il luogo comune che il Sangiovese romagnolo sia vino “da bere entro l’anno”, come sino a non molto tempo fa si diceva. Parlando invece del Magnificat, è stato il primo vino con cui ci siamo confrontati col resto del mondo all’inizio degli anni Novanta; di esso ci sta a cuore l’annata 1994, capace di far scrivere sulla Zachis Gazette di New York che La Palazza “cambierà per sempre la vostra impressione dei vini italiani! Il Magnificat ’94 sorpassa molti SuperTuscan”. Il sogno di mio marito quando ha lasciato la carriera forense per dedicarsi alla campagna era di collocare il vino romagnolo fra i migliori al mondo: dopo 30 anni penso che senza falsa modestia possa essere contento del risultato ottenuto, merito anche di suo figlio Enrico che continua a portare avanti la volontà paterna e l’immagine di una Romagna rinnovata e ormai non più seconda a nessuno».

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