Il nuovo capitolo di Allegrini
I rami della famiglia veronese si separano e proseguono le proprie attività lungo due strade diverse. Gli eredi di Franco e Walter acquisiscono la piena proprietà delle aziende della Valpolicella, mentre Marilisa e le figlie guidano le realtà toscane e Villa Della Torre a Fumane. I loro progetti e le prospettive future.
Conosciamo Allegrini come marchio veneto rinomato nel mondo e ora, dopo il riassetto proprietario di inizio anno, proviamo a tirare le fila della riorganizzazione aziendale degli ultimi mesi. Prima di spiegare il nuovo assetto, diamo qualche coordinata storica.
Un po’ di storia familiare
La famiglia Allegrini è attiva in Valpolicella Classica dal Cinquecento; ma il punto di svolta arriva negli anni Sessanta del secolo scorso, grazie a Giovanni, enologo e padre di Walter, Marilisa e Franco, tra i primi a credere che l’Amarone potesse competere con le grandi bottiglie internazionali. Alla sua morte, nel 1983, i fratelli assumono il controllo. Negli anni, Marilisa allarga le sue proprietà alla Toscana, prima nella zona di Bolgheri, dove nel 2001 viene fondata Poggio al Tesoro, e poi a Montalcino, dove nel 2007 è acquisita San Polo.
Il successo aumenta vorticosamente dagli anni Novanta, fino a raggiungere nel 2023 un fatturato di 30 milioni di euro. Dopo la scomparsa di Walter, nel 2003, Franco si occupa della parte produttiva e Marilisa vede crescere il suo ruolo a livello internazionale, diventando nel 2017 la prima donna italiana cui la rivista americana Wine Spectator dedichi una copertina. Infine, la morte di Franco, avvenuta nel 2022, pone l’azienda di fronte alla necessità di una riorganizzazione.
La situazione attuale
Veniamo al presente, dove le strade degli eredi si dividono e i progetti e le prospettive cambiano. Francesco, Giovanni e Matteo, figli di Franco, acquisiscono in Valpolicella l’86% di Allegrini e Corte Giara – l’azienda creata nel 1989 dedicata al gusto dei giovani consumatori – mentre il restante 14% è nel portafoglio di Silvia, figlia di Walter. A Marilisa e alle figlie Carlotta e Caterina restano la cinquecentesca Villa Della Torre a Fumane, in Valpolicella, e le tenute toscane di San Polo e Poggio al Tesoro. Vinitaly è il momento in cui i due gruppi tengono il battesimo ufficiale.
Le anime di Allegrini Wines
«Vogliamo mantenere Allegrini al centro del nostro progetto di premiumizzazione ed è il motivo per cui questo nome resta cruciale, pur venendo declinato in più units relative alle diverse anime del nostro operato», afferma il Ceo Francesco presentando la nuova realtà Allegrini Wines. Sotto il suo cappello, oltre allo storico marchio Allegrini (che comprende insieme all’Amarone e alla Riserva Fieramonte, anche gli iconici La Poja e La Grola) e a Corte Giara, si colloca la società Allegrini Wine Distribution, che distribuirà a fianco alle etichette di casa anche prodotti di realtà considerate affini per filosofia e rispetto della tradizione. Tra le firme straniere già distribuite in Italia dalla famiglia si segnalano Olivier Leflaive, Thibault Liger-Belair, Domaine Henri Rebourseau (Borgogna) e Valentin Leflaive (Champagne); new entry Domaine du Couvent (Borgogna, Gevrey-Chambertin), Jacques Picard (Champagne) e la marchigiana Agricola Lanciani.
Tenuta Merigo, a Fumane, sarà il nuovo centro produttivo che sorgerà adiacente all’attuale sede aziendale. Torna a far parte del team (rinnovato e “ringiovanito”) Luca Ardiri, direttore commerciale, e lo affianca Oscar Lanciani (della famiglia di Agricola, Enoteca e Caffè Lanciani) alla direzione commerciale Italia. Paolo Mascanzoni, responsabile tecnico, guiderà una giovane squadra. «Tra le novità di prodotto arriverà una Riserva dedicata a mio padre Franco, dalle migliori annate di una particella dell’appezzamento in cui nasce Fieramonte; e dal 2025 La Grola sarà Valpolicella Superiore», conclude Francesco Allegrini.
Il gruppo di Marilisa
«Il nome di famiglia è un brand internazionale già per identità e riconoscibilità», dichiara Marilisa Allegrini. Nasce così il gruppo che porta il suo nome e che vede a capo lei stessa, come presidente, e vicepresidenti Carlotta, Caterina e il loro padre Giancarlo Mastella. «L’obiettivo è continuare a salvaguardare e migliorare l’arte della produzione vinicola, rispettando la tradizione e abbracciando l’innovazione, come mi ha insegnato mio papà. Farlo insieme alle mie figlie, con la loro energia, è un sogno che si avvera», spiega Marilisa.
Con un fatturato di poco più di 10 milioni di euro il gruppo esporta in 62 Paesi e conta 105 ettari (64 a Bolgheri, 16 a Montalcino, 15 in Valpolicella e 10 in Lugana) e 840 mila bottiglie prodotte l’anno. «La previsione per il 2028 è di arrivare a 20 milioni di euro, con l’acquisizione e l’entrata in produzione di vigneti a Villa Della Torre, che passerà da 40 a 200 mila bottiglie e dove vedranno la luce anche due cru (Monte Fumana da Corvinone e Monte Lencisa da Corvina)», continua Marilisa. «In aggiunta alle progettualità inerenti l’hospitality che verrà inaugurata presto in Toscana».
La squadra operativa vede l’ingresso di Andrea Lonardi MW come Ceo, non in esclusiva ma che dedica al gruppo gran parte del suo tempo. Lonardi si focalizzerà inizialmente sulle aziende di Bolgheri e Montalcino, per poi passare a Villa della Torre in Valpolicella; affiancherà anche Marilisa e le sue figlie nel delicato passaggio generazionale. Al coordinamento generale si conferma Vittorina Caceffo, mentre Saverio De Luca e Michele Susini sono, rispettivamente, direttore commerciale estero e Italia, e Robin Shay si occupa del mercato americano – «volti conosciuti che hanno scelto di seguire me in questo nuovo capitolo», commenta Marilisa. In cantina Tobia Cenzato in Valpolicella, Riccardo Fratton a San Polo e Christian Coco a Poggio al Tesoro. Le tenute toscane sono supportate dall’esperienza di Luca D’Attoma. La distribuzione italiana resta a carico di Pellegrini; per l’estero, dove il gruppo vuole ampliare la presenza (Russia, Est Europa, Sudamerica e Africa), ci si affida a Edoardo Freddi International.
Foto di apertura: la cinquecentesca Villa Della Torre, polo produttivo e dell’ospitalità a Fumane
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