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Il Gamay del Trasimeno non c’entra nulla col Beaujolais

21 Luglio 2019 Roger Sesto
Il Gamay del Trasimeno non c’entra nulla col Beaujolais

Dalla seconda metà degli anni Novanta, Cantina del Trasimeno di Castiglione del Lago (Perugia) ha avviato un programma per la valorizzazione della viticoltura del Trasimeno. Un progetto che si è concretizzato nella linea “Duca della Corgna”, top della produzione enologica di questa cooperativa umbra.

Particolari energie sono state concentrate sul principale vitigno locale, il Gamay del Trasimeno, così da renderlo in grado di rappresentare le potenzialità enologiche di un territorio circoscritto ma vocato. Biotipo della grande famiglia dei Cannonau, è un’uva qualitativamente generosa, ma molto esigente in vigna.

Grappolo maturo di Gamay del Trasimeno

Tre etichette per scoprirlo

A tal fine la Cantina ha individuato, tra i vigneti dei soci, quelli più fitti e meglio esposti. Al contempo si è avviato il rinnovo degli impianti su terreni di media collina esposti a sud o ponente, aumentando la densità di impianto, privilegiando una modesta vigoria della vite e forme di allevamento in grado di assicurare un’ampia superficie fogliare per chilo di uva prodotta. Aspetto cruciale è stato il ricorso all’inerbimento dell’interfilare con specie moderatamente competitive. I vini frutto di quest’opera di rilancio sono il fragrante Divina Villa etichetta bianca, lo strutturato Divina Villa Riserva etichetta nera e il rosato Martavello.

Nella foto: l’enologo di Cantina del Trasimeno Lorenzo Landi

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