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Il Franciacorta che verrà, firmato Joska Biondelli

15 Giugno 2012 Jessica Bordoni
Gli ultimi saranno i primi. O meglio: anche gli ultimi arrivati sapranno distinguersi, se lavoreranno con impegno e rigore, sostenuti dal valore della qualità. Con questo spirito comincia l’avventura dell’imprenditore vinicolo Joska Biondelli, terza generazione di una storica famiglia di proprietari terrieri di Bornato (Brescia), che ha deciso di presentarsi sul mercato offrendo la sua personale interpretazione – last but not least – del Franciacorta Docg, una tipologia sempre più apprezzata in questi ultimi anni dal pubblico italiano e non solo. A DICEMBRE LE PRIME BOTTIGLIE DI BRUT - «La prima produzione sarà presentata verso fine anno, per brindare a Natale con le prime bottiglie di Franciacorta Docg in versione Brut base», ha spiegato Joska Biondelli all’enoluogo, il salotto del vino milanese di Civiltà del bere che il 12 giugno ha tenuto a battesimo l’anteprima ufficiale alla presenza della stampa specializzata. A raccontare il progetto Franciacorta Biondelli c’erano il suo “creatore” Joska, franciacortino di nascita, che dopo alcune esperienze estere in ambito finanziario è tornato a occuparsi a tempo pieno dei possedimenti acquisiti dal nonno Giuseppe nel secondo Dopoguerra, e Roberto Ravelli, responsabile commerciale delle Cantine, con oltre trent’anni di incarichi nel settore del vino alle spalle. UVE DI PROPRIETÀ E VITICOLTURA BIOLOGICA - L’appuntamento con i giornalisti, moderato dal direttore di Civiltà del bere Alessandro Torcoli, ha fatto luce sulle prerogative aziendali e dell’imminente prodotto, chiarendo «questa decisione apparentemente folle di cominciare col Franciacorta nel 2012, in un periodo di avversità economica e trovandosi a essere la 106ª azienda produttrice della zona», come ha precisato lo stesso Biondelli. «Siamo degli entusiasti e non vediamo l’ora di partire con la messa in commercio. Abbiamo cercato di lavorare seriamente in vigna e in cantina, senza esimerci da scelte difficili e coraggiose che spero ci premieranno, come quella della viticoltura biologica e della vinificazione esclusivamente con uve di proprietà». 10 ETTARI VITATI E UNA CANTINA SOTTORRANEA NEL COMUNE DI BORNATO - L’azienda agricola Biondelli comprende diversi terreni, di cui 10 ettari a vite, e  ha il suo centro in una cascina cinquecentesca edificata di fronte al castello medievale di Bornato, dove comincia la valle del Longarone. Gli importanti investimenti affrontati dalla famiglia negli ultimi anni hanno trasformato l’antico casolare in un moderno complesso produttivo dotato di una grande cantina di affinamento sotterranea a 11 metri sotto il livello del suolo. BRUT, SATÈN, ROSÉ E MILLESIMATO - «Quest’anno contiamo di attestarci sui 10 mila esemplari. Con l’obiettivo di raggiungere quando sarà possibile il regime di 130.000. Il primo Franciacorta ad uscire, a fine 2012, sarà un Brut; con la primavera 2013 stapperemo il Satèn e probabilmente il Rosé. Poi sarà la volta del Millesimato», ha spiegato il responsabile commerciale Ravelli, puntualizzando la scelta di impegnarsi al fianco dei Biondelli: «Siamo consapevoli della complessità del momento ma cerchiamo di essere ottimisti e pensiamo che con una forte filosofia alle spalle, pur essendo gli ultimi in ordine di tempo, potremo portare a casa risultati di rilievo perché in Franciacorta c’è ancora spazio per la crescita». Ed allora ecco i cardini del progetto, a cominciare dall’espressione “Vinochecattura, «che è un po’ la sintesi delle nostre intenzioni» secondo il proprietario. Il Franciacorta Biondelli vuol essere un vino immediatamente piacevole, di grande personalità, eleganza, equilibrio, complesso ma al tempo stesso “facile” da bere e divertente, che colpisca nel bicchiere e si faccia ricordare dal consumatore. Per spiegare meglio questi concetti Joska Biondelli e Roberto Ravelli hanno mostrato i risultati di un’indagine che ha focalizzato le potenzialità e le criticità del mercato italiano, invitando gli ospiti dell’enoluogo a una degustazione alla cieca di quattro grandi etichette franciacortine esempi di benchmark, brand vincenti e punti di riferimento da cui prendere le mosse. TECNOLOGIA D'AVANGUARDIA E MINIMO IMPATTO AMBIENTALE - «Nella realizzazione il nostro Franciacorta ci avvaliamo dell’esperienza di uno degli enologi più preparati della zona come Cesare Ferrari», ha chiarito Joska Biondelli. Tra i capisaldi vanno ricordati la massima valorizzazione dei vitigni del territorio a cui la  famiglia è legata da radici profondissime e la volontà di garantire un prodotto che coniughi tradizione e innovazione, classicità e modernità. «Puntiamo su basse rese, nessun uso di diserbanti, trattamenti parassitari soltanto con zolfo e rame, sistema di vendemmia a cascata, uso  minimo di pompe. Ci serviamo di una tecnologia che siamo i primi a utilizzare in Franciacorta, grazie anche a una pressa innovativa che ci permette di lavorare in maniera molto più fine». Ma spiegazioni più dettagliate sul sistema di vinificazione e sugli aspetti tecnici di produzione saranno resi noti il prossimo settembre, quando villa Biondelli aprirà le porte a giornalisti e professionisti del vino per la prima visita ufficiale alla tenuta e ai filari e l’assaggio del vino “in anteprima”. Tappa successiva sarà quella di dicembre, quando al Circolo al Teatro di Brescia si potrà finalmente brindare con le prime bottiglie di Franciacorta Brut Biondelli.

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