In Italia In Italia Emanuele Pellucci

I primi 40 anni di Banfi: cosa è cambiato (e i prossimi traguardi)

I primi 40 anni di Banfi: cosa è cambiato (e i prossimi traguardi)

Quarant’anni passati in un “fiat”: è questo il traguardo che Banfi taglia nel 2018, un evento che l’azienda fondata dai fratelli italo-americani John e Harry Mariani hanno voluto festeggiare con una serie di iniziative in Italia e nel mondo.

Dopo Siena, Roma e Strevi, martedì scorso è toccato a Firenze ospitare, nella suggestiva cornice del Piazzale Michelangelo, l’evento consistente in un viaggio emozionale attraverso i vini che hanno fatto la storia di Banfi con una degustazione a banchi d’assaggio suddivisa per decadi.

Correva l’anno 1978..

«Era il 1978 quando la famiglia Mariani acquistò i primi terreni a Montalcino e misero a dimora le prime barbatelle di Sangiovese», ci dice Remo Grassi, presidente di Banfi Società Agricola e direttore delle risorse umane, nonché montalcinese Doc (in azienda dal 1980). «Da allora sono trascorsi quarant’anni di straordinaria passione, di continue ed avvincenti sfide, di irripetibili successi. Un percorso importante per Banfi che, in soli quattro decenni, ha realizzato una bellissima storia costruendo un marchio conosciuto in tutto il mondo e legandosi indissolubilmente allo sviluppo di Montalcino e del suo territorio».

 

40 anni Banfi

Da sinistra, Enrico Viglierchio, Rodolfo Maralli e Remo Grassi 

 

A 40 anni Banfi tira le somme (e guarda al futuro)

«Tutto sommato siamo un’azienda giovane», aggiunge Enrico Viglierchio, presidente di Banfi srl e direttore generale. «Quarant’anni rappresentano per noi un traguardo importante perché alcuni progetti vedono la loro realizzazione e altri una loro ripartenza. Stiamo tirando perciò le fila su tutti i progetti di Montalcino, così come stiamo lavorando sul concetto di sostenibilità, e inoltre sono dieci anni che abbiamo aperto la struttura della hospitality».

Valorizzare il concetto di “azienda agricola”

«Come si vede, è un percorso breve in termini di anni ma ricco di progetti che guardano al futuro dell’azienda. Il più importante di questi è sicuramente il bilancio di sostenibilità attraverso il quale vogliamo che Banfi diventi un modello di distretto agroalimentare, dove il vino fa la parte del leone, ma non solo. L’obiettivo è valorizzare il concetto di azienda agricola, un vero modello al quale, a mio avviso, dovrebbero tendere i veri distretti agroterritoriali e agroindustriale del nostro Paese».

 

Le vecchie annate di Banfi in degustazione

 

Parlando di sostenibilità

Sostenibilità che trova pienamente d’accordo anche Cristina Mariani-May, terza generazione familiare, che coordina le attività dell’azienda con lo stesso amore, la stessa passione e dedizione per produrre vini di qualità. «Come azienda il cui prodotto proviene dalla terra sappiamo che il nostro successo va di pari passo con il rispetto per l’ambiente. Il nostro operare in modo sostenibile deve continuare ad evolversi, tenendo conto del fatto che ogni azione deve essere socialmente equa, sicura per l’ambiente ed economicamente sostenibile. Operare in modo sostenibile deve migliorare il rapporto con l’ambiente senza, però, ostacolare la qualità della produzione».

Un “impero” fra Toscana e Piemonte

Ad oggi Banfi gestisce 3.125 ettari di proprietà tra la Toscana e il Piemonte, con un fatturato relativo al mondo vino, al netto dell’Intercompany, che nel 2017 ha raggiunto 62,1 milioni di euro, toccando 86 Paesi nel mondo. Per quanto riguarda la Toscana, l’amore di Banfi per questa regione l’ha portata ad espandere la sua presenza in altre zone altamente vocate come Bolgheri, Maremma, Chianti e Chianti Classico. L’evento fiorentino, presente per l’azienda anche il direttore commerciale e marketing Rodolfo Maralli, è stato l’occasione per ripercorrere questi quarant’anni attraverso immagini e testi, oltre naturalmente all’assaggio dell’intera gamma di vini Banfi di Toscana e Piemonte.

In degustazione le più preziose vecchie annate

Per gli ospiti, clienti, amici e giornalisti, la chicca finale è stata il banchetto con le vecchie annate dei vini top di Montalcino: Brunello Castello Banfi 1995, Excelsus 1997, Summus 2000, Brunello Poggio all’Oro Riserva 1999 e Brunello Poggio alle Mura 2004. Quarant’anni insomma ben portati, e pensare che chi scrive queste note l’azienda Villa Banfi (come si chiamava all’inizio) l’ha vista nascere! Era appunto il 1978 quando, incontrando a Roma Ezio Rivella, colui che ha dato avvio alla realizzazione del progetto dei fratelli Mariani, ci fu illustrato che cosa sarebbe sorto di lì a poco a Montalcino…

In foto: la magnum celebrativa dei 40 anni di Banfi

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© Riproduzione riservata - 24/09/2018

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