La diversità del mondo del vino si riflette in quello del consumo introducendo differenze che creano desiderio di conoscenza e cambiamento. Dalla categoria francese dei connaisseur ne nascono altre, come l’amateur, dando vita a una grande famiglia allargata.
L’articolo fa parte della Monografia Diversità e Inclusione
(Civiltà del bere 1/2022)
Che il consumo di vino sia un’attività propriamente culturale è un fatto assodato. Così come non vi sono dubbi che la conoscenza sia l’elemento che più ha giocato nel movimentare la dinamica culturale del bere, gustare e consumare vino. Una ventina di anni fa, Peter Saunders esordiva nel suo manuale mondiale di etichette (Wine Label Language) constatando che
“i consumatori vogliono sapere che cosa bevono”. Vale a dire, sono tesi a esercitare una volontà di sapere o tensione per la conoscenza, che si manifesta anche nei contesti più ordinari, ad esempio tra gli scaffali dei supermercati.
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