In Italia In Italia Matteo Forlì

I musei del cibo: il Musa a Cervia

I musei del cibo: il Musa a Cervia

Dopo il tour alla scoperta dei più importanti musei del vino d’Italia, parte il viaggio alla ricerca delle più interessanti esposizioni dedicate al cibo. Prima tappa in Romagna, al Musa. Museo del Sale di Cervia.

Nihil esse utilius sale et sole” (“niente è più utile del sole e del sale”) scriveva Plinio il Vecchio nel suo Naturalis Historia. Una massima perfetta per agli abitanti di Cervia, che all’oro bianco, cuore dell’economia locale da 2 mila anni e i cui cumuli cristallini e lucenti accolgono ancora oggi i visitatori, hanno dedicato un museo. Il Musa, Museo del Sale di Cervia, scrive la storia di questo legame: il viscerale rapporto col mare e le spiagge incrostate dopo l’evaporazione dell’acqua, il duro lavoro di produzione, le tradizioni, le leggende e le superstizioni.
Il museo, in pieno centro storico vicino alla Torre San Michele, ha sede in uno degli antichi magazzini del sale risalente al 1691: una struttura in mattoni dalla foggia suggestiva simile a quella di una cattedrale ad ampie navate, dotata di possenti mura, capaci di contenere 230 quintali di merce in attesa di distribuzione.

Esposizione che prende vita

Alla fine degli anni ’80 un gruppo di salinari che intendeva mantenere il ricordo del lavoro artigianale, mandato quasi del tutto in pensione dai sistemi di raccolta e trasformazione meccanizzati introdotti a partire dal 1959, ha iniziato a conservare memorie della civiltà del sale. E nel 2004 la collezione di utensili, reperti, documenti e immagini è diventata un’esposizione permanente. Un patrimonio culturale che si può ammirare ma anche toccare con mano. Vivere in prima persona grazie alla divulgazione degli stessi professionisti, che gestiscono il museo e tengono ancora in vita le tradizioni.

Il sale come una volta nella salina Camillone

Dalla “camella”, il tipico cumulo di sale, prende il nome la salina Camillone, la sezione all’aperto e operativa del Musa. Scampata alla meccanizzazione del 1959 è l’ultima superstite dei 150 bacini saliniferi, storicamente affidati alla cura delle famiglie del posto: ancora in funzione è gestita con le tecniche e metodi di raccolta tradizionali. Gli stessi attrezzi che sono in mostra al museo vengono utilizzati nella salina. Come il gavaro (ghèvar), formato da un’assicella con un lungo manico costituito di legno fissata al centro perpendicolarmente che serviva a smuovere il sale nei bacini salanti e al suo al livellamento, o la paniera (panìra) con cui i cavatori trasportavano il sale accumulato vicino ai piccoli argini dei bacini salanti.

Musa
La salina Camillone è ancora attiva e la raccolta del sale avviene con metodi tradizionali

Imbarcazioni storiche

Principale sistema di conservazione alimentare oltre che insaporitore e perfino moneta di scambio (il termine “salario” deriva proprio dal pagamento dello stipendio col sale ai soldati dell’antica Roma ai tempi di Augusto) il sale ha reso Cervia uno dei porti più importanti dell’impero romano.
Tra i reperti in mostra hanno grande rilievo storico i resti di una nave altomedievale, databile tra il VI-VII secolo, rinvenuti nel 1956 durante gli scavi in una cava di sabbia: un fiascone in rame, due ancore e parte del fasciame dell’imbarcazione. Le cuciture delle assi dello scafo sono testimonianze del metodo più arcaico impiegato nel Mediterraneo per le costruzioni navali in uso fin dal II-I sec a.C. Le sale del Musa ospitano anche l’ultimo esemplare di burchiella, imbarcazione a fondo piatto adatta alla navigazione in bassi fondali. Utilizzata nelle saline di Cervia fino agli anni ’60: in grado di trasportare fino a 100 quintali di sale, si muoveva dalle saline verso i magazzini a forza di braccia con uno o due salinari che la trainavano dalle rive del canale mentre uno a bordo la guidava con il lungo remo in dotazione.

La storia nelle carte nautiche e topografiche

L’area del museo realizzata nel 2013 pone l’accento sulle origini del territorio, la fondazione della città nuova, lo sviluppo dell’agricoltura, il mare con il commercio del sale, la pesca, e lo sviluppo del turismo. Grandi pannelli, tappezzati di carte topografiche, disegni, acquerelli, cartoline, carte nautiche portolani, piante e sezioni di edifici, costituiscono un corridoio a croce e raccontano l’evoluzione urbana. Le sezioni tematiche interne sono come petali di un ideale fiore al centro della sala: in quello dedicato all’archeologia sono conservati i mosaici della chiesa di San Martino prope litus maris (in prossimità del mare), riesumati nel 1989 in seguito agli scavi per la costruzione di alcune vasche ittiche nell’area a margine delle saline. Si tratta dei resti dell’edificio del VI secolo citato in varie mappe e documenti storici.

Orari e costi

Il Musa sitrova in Via Nazario Sauro, 24 a Cervia. Durante il periodo estivo (1 giugno-15 settembre) è visitabile dal tutte le sere dalle 20.30 alle 24. L’orario invernale (dal 16 settembre al 31 maggio) prevede l’apertura sabato, domenica e festivi dalle 14.30 alle 19.00.
Per i gruppi, su richiesta, è possibile ammirare l’esposizione lunedì e martedì dalle 14.30 alle 19, sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.30.
Il costo del biglietto è di 2 euro. È prevista una tariffa ridotta (1 euro) per i ragazzi dai 13 ai 18 anni e l’ingresso è gratuito per tutti la prima domenica del mese e negli altri giorni di apertura per ragazzi di età inferiore ai 12 anni, per i portatori di handicap, per guide ed interpreti turistici nell’esercizio della attività professionale, per i giornalisti e soci del Gruppo Culturale Civiltà Salinara.
Per altre informazioni scrivere a musa@comunecervia.it oppure chiamare lo 0544.97.75.92.

Musa
La Torre San Michele era un vero e proprio fortino che proteggeva la città di Cervia

Monumenti, arte, archeologia

Al centro di Cervia, sul Porto Canale, svetta la Torre San Michele, costruzione datata 1691. Un edificio a pianta quadrata alto 22,5 metri che fungeva da “angelo protettore” della città e del suo patrimonio più prezioso, il sale. Dall’alto della Torre si potevano segnalare e fronteggiare i frequenti attacchi di pirati e saraceni: un vero e proprio fortino fatto costruire dal conte Maffei, ispirato a un disegno di Michelangelo e intitolata a San Michele Arcangelo, santo protettore raffigurato nel bassorilievo marmoreo sopra la porta d’ingresso.
Ravenna città di chiese e meravigliosi mosaici bizantini, è una delle perle artistiche d’Italia costruita tassello dopo tassello, è proprio il caso di dirlo.
Visitare il Castello di Gradara al confine tra Marche e Romagna (amministrativamente in provincia di Pesaro Urbino) è come tornare a vivere nel Medioevo.
Il Forte di San Leo si trova nell’omonimo comune in provincia di Rimini e cuspide rocciosa che sovrasta l’abitato leontino e domina la Valmarecchia. È noto anche come Castello di Cagliostro, poiché il celebre conte fu rinchiuso in una sua cella sotto decisione della chiesa giacché ritenuto mago e, qui morì nel 1795.

Dove mangiare

Ca’ de Bè

L’immancabile piadina con affettati e squacquerone si può assaggiare qui, insieme a un buon bicchiere di vino e a uno splendido panorama, il tutto in un ambiente elegante ma informale.

piazza Libertà 10, Bertinoro (Forlì-Cesena)
0543.44.44.35
info@cadebe.it
www.cadebe.it
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La Vecia Cantena D’la Pre’

Ristorante in ambiente rustico e piatti della tradizione romagnola, enoteca e galleria d’arte. Consigliamo di dare un’occhiata alla vecchia cantina sotto il ristorante.

piazza Cavour 18, Predappio Alta (Forlì-Cesena)
0543.92.10.95
www.laveciacantena.it
info@laveciacantena.it
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Osteria Enoteca La Baita

Dal 1975 l’Osteria Enoteca La Baita nel centro storico di Faenza è un punto di riferimento per i suoi vini, i suoi salumi e i suoi formaggi. La carta cambia così ogni 15 giorni per seguire la stagionalità dei prodotti, che possono essere anche acquistati nella bottega gastronomica adiacente.

via Naviglio, 25/C, Faenza (Ravenna)
0546.21.584
www.labaitaosteria.it
labaitafaenza@gmail.com
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Dove dormire

Agriturismo Trerè

Agriturismo tra le vigne di proprietà dove si producono vini del territorio. Accoglienti camere e appartamenti (alcune con spa privata ), piscina e ristorante nel fine settimana.

via Casale 19, Faenza (Ravenna)
0546.47.034
trere@trere.com
www.morenatrere.com
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Grand Hotel Terme & Spa di Castrocaro

Elegante struttura in stile art decò nel cuore dell’Appennino tosco-romagnolo, a 800 m dalla Fortezza di Castrocaro Terme, ed immerso in lussureggianti giardini paesaggistici con accesso diretto alla SPA termale.

via Roma 2, Castrocaro Terme (Forlì-Cesena)
0543.76.71.14
grandhotel@termedicastrocaro.it
www.termedicastrocaro.it
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Relais Villa Margherita

Dimora rurale trasformata in rifugio di charme nel cuore di un parco botanico. Offre camere e suite con nomi di piante e fiori. Al suo interno ospita anche il ristorante stellato Magnolia.

via Pelliciano 35-37, Longiano (Forlì-Cesena)
0547.66.51.55
www.relaisvillamargherita.it/
direzione@relaisvillamargherita.it
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© Riproduzione riservata - 21/01/2023

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