Guerra Russia-Ucraina, gli ultimi aggiornamenti

Guerra Russia-Ucraina, gli ultimi aggiornamenti

Il conflitto Russia-Ucraina continua e le sue conseguenze non stanno tardando a farsi sentire anche all’interno del settore vitivinicolo. Da una parte, i produttori di vino possono fare qualcosa per aiutare i profughi; dall’altra si chiedono quale sarà il futuro del loro mercato in Russia. Preoccupante è, inoltre, la sorte delle numerose proprietà russe in Europa, tra queste ci sono diverse Cantine

Per approfondimenti: Decanter, The drinks business, Meininger’s Wine Business International, Wine-Searcher, La Revue du Vin de France e La Revue du Vin de France

Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati UNHCR, da quando la Russia ha iniziato la sua invasione il 24 febbraio scorso, più di tre milioni di persone sono fuggite dalla guerra in Ucraina. Si tratta di un numero destinato a crescere se il conflitto non terminerà a breve e per questo motivo si stanno cercando delle soluzioni.

Ospitare i profughi ucraini nelle Cantine europee

Eugene Shneyderis è il fondatore dell’azienda vinicola Beykush sulla costa del Mar Nero nell’Ucraina meridionale. Attraverso la rivista Decanter, il viticoltore si è rivolto ai colleghi in tutta Europa. Infatti, spesso, le Cantine europee dispongono di alloggi per i lavoratori stagionali che ora potrebbero ospitare profughi ucraini.
«Ho una Cantina e posso immaginare che molte aziende vinicole in questo momento abbiano la possibilità di accogliere alcuni rifugiati», ha affermato. Shneyderis ha citato il sito icanhelp.host, una piattaforma che offre alle persone in fuga dalla guerra un posto più sicuro in cui stare, facilitando il contatto tra host e profughi. Un’azienda vinicola che ha già aderito a tale programma si trova vicino al confine ucraino: è lo storico Château Purcari, in Moldavia. Sempre secondo l’UNHCR, circa 344.000 persone hanno attraversato il confine ucraino con la Moldavia; questa Cantina ha da subito offerto un appoggio e pasti caldi ai primi rifugiati allestendo sistemazioni temporanee anche nel parcheggio della Tenuta.
«Facciamo del nostro meglio per sostenere il popolo ucraino», ha fatto sapere l’azienda.

Altre iniziative di solidarietà

Ma sono molte le iniziative di solidarietà e sostegno da parte di Cantine e altre aziende del settore. Per esempio, il birrificio Pravda di Leopoli aveva sospeso la produzione di birra per confezionare molotov (ne abbiamo parlato qui). Ora invita i colleghi di tutto il mondo a sostenere l’Ucraina producendo una birra tipica per beneficenza.
«Un’impresa che il birrificio ha reso possibile rendendo tutte le sue ricette open-source su Facebook», si legge su The drinks business. “Brew for Ukraine” è il nome dell’iniziativa e secondo i suoi creatori: «È un buon modo per raccontare a chi è lontano cosa sta succedendo qui». Anche l’Association de la Sommellerie Internationale ASI ha lanciato sulla sua piattaforma un appello a ristoratori, albergatori e altri operatori del settore per offrire lavoro ai rifugiati ucraini (Meininger’s Wine Business International).

I francesi alla riconquista delle Cantine di proprietà russa

In molti si chiedono quale sarà il futuro del mercato del vino e del lusso in Russia, ma anche delle proprietà, tra cui diverse Cantine, dei russi in Europa. In Francia, per esempio, l’enologo dello Jura Jean-François Ganevat dell’omonimo Domaine e Benoit Pontenier, direttore di Prieuré de Saint-Jean de Bébian in Languedoc, si sono uniti per tentare di riacquistare le proprietà passate in mano alla famiglia russa Pumpyanskiy; la prima solamente 6 mesi fa, l’altra dal 2008. Il 9 marzo l’Unione Europea ha imposto sanzioni all’oligarca russo e magnate dell’industria siderurgica Dimitry Pumpyanskiy e a suo figlio, lo svizzero-russo Alexander Pumpyanskiy. Insieme ad altri oligarchi, Dimitry Pumpyanskiy aveva partecipato a un incontro con Vladimir Putin a Mosca il 24 febbraio, esattamente il giorno dell’inizio dell’invasione in Ucraina. Nel frattempo, sui social media sono girati messaggi per boicottare i vini del Domaine Ganevat, proprio a causa dei suoi legami con la Russia, tanto che alcuni rivenditori in Francia hanno tolto le etichette dai loro scaffali. Non sono intanto emerse notizie sul futuro di altre Cantine europee di proprietà russa (Wine-Searcher).

Jean-François Ganevat: «Farò di tutto per salvare la Tenuta»

Intervistato da La Revue du Vin de France, Jean-François Ganevat spiega che non sa ancora se sarà possibile riacquistare l’azienda. Ma Alexander Pumpyansky è d’accordo con la sua scelta, oltre a essere contrario all’invasione russa dell’Ucraina (affermazione riportata sempre da La Revue du Vin de France). Il prezzo di acquisto della Tenuta Ganevat sarà più o meno uguale al prezzo di vendita di 6 mesi fa (48.000 € per ettaro).
«Mi sento bene, anche se è complicato. Sospettavamo, dopo l’invasione russa, che ci sarebbero state delle conseguenze, ma non pensavamo che sarebbero ricadute su di noi così rapidamente (…). Tutto ciò che vogliamo ora è mantenere la nostra squadra e che nulla si fermi», afferma ancora il viticoltore, il quale sostiene che farà di tutto per salvare la Tenuta e i suoi 12 dipendenti.

Foto di apertura: R. G. Angel – Unsplash

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© Riproduzione riservata - 24/03/2022

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