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Go! 2025: guida ai luoghi più significativi, ghiotti e curiosi delle “due Gorizie”

Go! 2025: guida ai luoghi più significativi, ghiotti e curiosi delle “due Gorizie”

Quest’anno Nova Gorica e Gorizia condividono il titolo di Capitale europea della cultura, promuovendo eventi artistici per celebrare una creatività senza confini. Un utile vademecum per chi decide di visitare questa “doppia città” al confine tra Italia e Slovenia nei prossimi mesi.

Da stazione a stazione. È così che si inizia a esplorare questo unicum, le due Gorizie. Sconosciute ai più, hanno raggiunto all’improvviso il centro della scena quando Nova Gorica, abbracciando la vicina Gorizia, è stata scelta dall’Ue come Capitale europea della cultura del 2025. Non era mai accaduto che due città sorelle, gemelle diverse, avessero questa opportunità. Siamo di fronte alla prima Capitale europea della cultura transfrontaliera.

Un po’ di storia cittadina

La slovena Nova Gorica – si pronuncia Nova Gorìza – è la più giovane ed è attaccata all’italiana Gorizia, ben più antica, divisa solo da un confine aperto con l’ingresso nel dicembre 2007 della nazione in area Schengen. La progettò Edvard Ravnikar, architetto che ispiratosi a Le Corbusier tracciò vie e strade ordinate, palazzi in cemento armato e larghi marciapiedi, oggi accompagnati da belle piste ciclabili che i vicini italiani invidiano un po’ e percorrono tanto. 
Di Gorizia invece si hanno documenti storici fin dall’anno 1001, quando l’imperatore Ottone III donò il castello di Salcano e la villa di Goriza, dividendola tra il patriarca di Aquileia Giovanni e Guariento, conte del Friuli; mentre della prima edificazione del Castello, il suo simbolo, si ha traccia già dai secoli XI e XII. 

L’origine della divisione

Nova Gorica e Gorizia sono molto diverse, congiunte e insieme separate, in modo fisico, solo da una frontiera che quando fu tracciata, nel 1947, in realtà tagliava il territorio della sofferente città italiana in due. Un taglio netto, deciso non certo da chi ci abitava.
Nova Gorica sorse da lì, per volere del maresciallo Tito 78 anni fa, a riempire quello spazio vuoto, punteggiato da case contadine e ville nobiliari, ampi spazi verdi e due cimiteri; resta, chiuso tra uno svincolo stradale a pochi metri dal valico di Casa Rossa, quello antico, ebraico, di Rožna Dolina (Valdirose). E poi erano campi, serre, vigne e vivai, un territorio percorso dalla ferrovia costruita nel 1906 per unire attraverso Gorizia, al tempo nominata “Nizza d’Austria”, quella di Jesenice-Trieste all’Europa centrale e alla capitale dell’Impero.

La visita comincia dalla stazione

Già a quel tempo Gorizia ebbe due stazioni, quella meridionale dove giunge il viaggiatore attuale, e quella a nord, la Transalpina, ora in territorio sloveno. Davanti al bel palazzo, al posto del muro che al tempo divideva la piazza, un mosaico circolare dell’artista triestino Franco Vecchiet segnala il confine di questo spazio pubblico condiviso, appena rinnovato, dove sulla piastra centrale potete mettere un piede in Italia e uno in Slovenia. Vi si circola liberamente a piedi fin da quando nel 2004 il “muro di Gorizia”, con recinzione ad altezza d’uomo, è stato abbattuto.
Da visitare nella stazione il Museo sulle vicende seguite al tracciamento del confine italo-jugoslavo. Oggi i valichi lungo la frontiera sono tutti aperti. Per ogni altra curiosità andate al Museo del Rafut, poco lontano – non senza ammirare lungo la strada il Castello di Gorizia, il monastero di Castagnevizza/Kostanjevica, dove sono sepolti gli ultimi Borboni di Francia, e l’esotica Villa Lasciac con il parco – visitando due piccoli edifici: il Museo del contrabbando e, nella garitta italiana, quello dedicato al Lasciapassare, o Prepusnica, per chi abitava entro 10 km nella fascia confinaria e poteva così passare anche dai piccoli valichi non internazionali.

I vignaioli del del Collio goriziano e della zona Goriška Brda

Prima, dal 1947, ogni contadino con campi e vigne rimasti in Jugoslavia aveva un permesso, su cui doveva registrare gli attrezzi che portava con sé e che venivano controllati in ingresso e in uscita. 
Ne sanno qualcosa i tanti vignaioli, oggi noti a livello internazionale, del Collio goriziano e della zona Goriška Brda: Joško Gravner, la famiglia Fiegl, Primosic, Dario Prinčič, Klanjscek, la famiglia Radikon, Evangelos Paraschos hanno o avevano vigne da curare oltreconfine. Oggi molti fanno parte del Consorzio Produttori Ribolla di Oslavia. Gli ultimi tre offrono ospitalità in agriturismo o b&b, quasi lussuosi e con splendida vista su boschi e colline vitate, ideali per soggiornare a 5/7 km dalla città dopo una degustazione nelle cantine. Lo fa anche, tra i tanti che punteggiano lo sloveno Brda, Aleks Klinec a Dobrovo. 

Le tradizioni gastronomiche comuni

Ora sapete dove andare a degustare. Per scoprire i piatti e i prodotti tipici c’è una bella offerta, in entrambi i territori comunali. La cultura comune, di almeno due lingue parlate in una stessa famiglia, italiano, sloveno, friulano e, un tempo, tedesco, è anche quella di pietanze uguali che ogni famiglia prepara diverse. Un passato comune, meno ricco, ha tramandato tradizioni gastronomiche in cui tutto, dei prodotti della terra, veniva utilizzato, dalle eterne minestre povere alle carni. A poco più di 1 km dall’uscita del raccordo autostradale, in piazza Sant’Andrea a Gorizia c’è la Trattoria Turri, un classico per la trippa e il pollo fritto; lì vicino potete anche alloggiare al B&B Lucia, accogliente e per nulla costoso.

Piatti tipici e indirizzi da provare

Dai piatti poveri nascono le proposte degli chef di oggi, come la crema di fagioli con la Rosa di Gorizia, il radicchio invernale presidio Slow food, preparato dall’indomita chef Michela Fabbro del Rosenbarnemo propheta in patria, che trovate entrando in città. In cantina, vini naturali italiani, friulani e alcuni sloveni, di cui almeno una decina proposti al calice ogni giorno. 
Piccoli ristoranti, trattorie e wine bar qui non mancano, ma novità e cose buone scopritele a Nova Gorica, dallo spuntino di Fabrika alla cucina tradizionale della trattoria/gostilna Pri Hrastu, fino a quella stellata e raffinata di Dam Boutique hotel & Ristorantedello chef Uroš Fakuč, e poco più in là, una conferma: ancora una stella Michelin per Tomaž Kavčič nel suo ristorante Pri Lojzetu, giocoso apripista dell’innovazione della cucina locale, un amore e un entusiasmo mai sopiti.

Le bellezze artistiche e culturali

Pri Lojzetu occupa da quattro generazioni la residenza rinascimentale di Zemono, costruita intorno al 1683 dai conti Lantieri per farne cantina e luogo di feste. La storia dei Lantieri è goriziana e mitteleuropea. Nel loro palazzo di Gorizia hanno ospitato i Reali di Francia, Papa Pio VI, l’Arciduchessa d’Austria Maria Theresa, Napoleone e illustri personaggi della cultura come Goethe, Schiller, Goldoni, Pietro Metastasio, Casanova, Lorenzo Da Ponte. Vi potete ora meravigliosamente pernottare, ma consigliamo almeno la visita guidata (solo su prenotazione) per conoscerne i mille aneddoti e soprattutto la collezione d’arte contemporanea, sconosciuta anche ai goriziani, tra cui l’installazione di Jannis Kounellis nella torre medievale, del maggio 2004, e Skies 2005 di Michelangelo Pistoletto, che ammirato dalla multietnicità e dal plurilinguismo della città ha realizzato sul grande soffitto ligneo della Sala delle feste un’immagine specchiante della geografia dell’Europa centro-orientale. Imperdibili. 

La cerimonia di inaugurazione

L’anno che verrà è finalmente arrivato. Il 2025 a Nova Gorica e a Gorizia inizia l’8 febbraio, Giornata della cultura slovena e giorno della morte di France Prešeren (1800-1849), il loro più grande poeta. Nel cuore di tutti gli sloveni, emblema di identità culturale, c’è Zdravljica, una sua poesia musicata da Stanko Premrl nel 1905, che dal 1990 è inno nazionale. Zdravljica significa “Brindisi”. Che qui riportiamo in parte: 

Amici! Le viti
ci hanno fruttato del dolce vino
che ci ravviva le vene
e ci schiarisce il cuore e l’occhio
e cancella
tutte le preoccupazioni
rinnovando la speranza nel petto affranto!
… 
Infine, amici,
alziamo i bicchieri per noi stessi,
per noi che ci siamo affratellati,
perché abbiamo il cuore pieno di bontà;
che vivano a lungo
tutti gli uomini buoni!

È con questo invito, unendo cultura e vita contadina, arte, poesia e gesto quotidiano, che il confine scompare sotto i vostri piedi. Benvenuti in questa doppia città, per un anno unica.

Info pratiche sugli eventi

Dall’inaugurazione ai concerti classici e rock – Massive Attack, Sting – al Borderless Beer nel Piazzale della Transalpina/Trg Evrope, da Gusti di Frontiera a Gorizia a Est-Ovest, vicende di confine riunite attraverso cinema e storia da Kinoatelje, dalla mostra Andy Warhol. Oltre i confini a Palazzo Attems Petzenstein, o all’esposizione Ungaretti poeta e soldato al Museo di Santa Chiara (Corso Verdi 18, Gorizia). L’elenco di tutti gli eventi è disponibile sull’app GO!2025.
Se invece cercate una guida cartacea, la più recente è Gorizia Nova Gorica, due città in una di Andrea Bellavite (Ediciclo): otto interessanti itinerari a piedi o in bicicletta alla scoperta di architettura, arte e cultura.

Foto di apertura: piazza Transalpina con il mosaico circolare dell’artista triestino Franco Vecchiet che segnala il confine di questo spazio pubblico condiviso tra Gorizia e Nova Gorica © Schirra – Giraldi WOP

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© Riproduzione riservata - 31/01/2025

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